«Privilegiare la detrazione tramite F24 del credito d’imposta senza particolari restrizioni e paletti». «Coinvolgere l’Agenzia delle Entrate nella realizzazione di una piattaforma unica informatica nazionale per favorire lo scambio di crediti tra cittadini, imprese e professionisti». E poi: «promuovere accordi tra Governo, ABI, Cassa Depositi e Prestiti, Poste italiane, organizzazioni imprenditoriali per accelerare e facilitare la circolazione dei crediti di imposta, definendo dei tetti massimi al tasso di sconto operato dagli istituti finanziari». Sono solo alcune delle proposte che l’Ordine degli Architetti di Roma suggerisce per rimettere in moto il mercato dei crediti fiscali legati al Superbonus, inviate oggi, 1° febbraio, a Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze del Senato.
Le proposte sono parte integrante di un documento elaborato dall’OAR a seguito dell’audizione sugli strumenti di incentivazione fiscale tenutasi lo scorso 26 gennaio in Commissione Finanze al Senato, cui hanno relazionato il presidente, Alessandro Panci e il tesoriere, Antonio Marco Alcaro. Un’analisi molto apprezzata dai senatori Massimo Garavaglia, Filippo Melchiorre e Fausto Orsomarso, che durante l’audizione hanno richiesto ulteriori approfondimenti sui temi oggetto di discussione (qui il video dell’audizione e l’articolo di Francesco Nariello). Approfondimenti puntualmente elaborati e inviati al presidente della 6a Commissione di Palazzo Madama.
Il documento con le proposte e le analisi inviato il 1° febbraio alla Commissione Finanze del Senato
Le proposte suggeriscono soluzioni su due fronti. Da un lato individuano misure per lo smobilizzo dei crediti incagliati, con l’obiettivo di arginare un problema che – come evidenziato nel documento – «danneggia migliaia di imprese e professionisti che si sono trovati con lavori ultimati o in corso d’opera senza la possibilità di cedere il credito e monetizzare le proprie fatture, con un conseguente danno per il cittadino che rischia di perdere il beneficio della detrazione con l’aggravante di dover farsi carico integralmente delle spese dei lavori oltre a sanzioni e interessi». Dall’altra vi è la proposta di una legge quadro sui bonus per l’edilizia, ossia una normativa stabile e lungimirante, con un orizzonte temporale di almeno 10-15 anni, che metta in stretta relazione le aliquote, che si ipotizza possano variare dal 50 all’80%, al risultato conseguito e misurato attraverso il meccanismo del salto di classi energetiche e sismiche.
Legge quadro con orizzonte temporale di almeno 10-15 anni
Nell’auspicio che si arrivi ad un Testo unico, l’OAR suggerisce, di «privilegiare le prime case e gli immobili vissuti tutto l’anno» e di «mantenere la conformità urbanistica, indispensabile nell’erogazione di crediti fiscali, favorendo e accelerando il processo di digitalizzazione degli Archivi degli uffici tecnici dei Comuni». Il nuovo quadro regolatorio potrebbe, inoltre, «rivedere i massimali di spesa, semplificando il sistema degli interventi trainanti e trainati e definendo un tetto di spesa massimo per ogni tipologia di immobile, a prescindere dalla tipologia di intervento realizzato» e anziché prevedere limiti di reddito, «limitare le detrazioni ad un immobile per codice fiscale». Risulta indispensabile, inoltre, sia distinguere il ruolo dell’impresa da quello del professionista che «deve garantire il committente nell’interesse comune» sia «evitare speculazioni da parte di grandi società che hanno interessi opposti al cittadino e allo Stato».
Urgente lo sblocco dei crediti
Rimettere in moto il mercato dei crediti, come è stato evidenziato da Alessandro Panci e Antonio Marco Alcaro durante l’audizione, è «inderogabile e urgente»: l’OAR stima vi siano almeno 60mila professionisti tecnici con problemi di crediti bloccati per un importo che supera il miliardo di euro. Sulla questione dei crediti, l’OAR ritiene sia utile anche favorire «l’erogazione di prestiti ponte a tutti i professionisti con redditi incagliati, mettendo a garanzia il credito maturato sul cassetto fiscale, senza tener conto dei fatturati degli anni precedenti, con tassi agevolati da parte di Banche e Istituti convenzionati». Un altro spiraglio potrebbe aprirsi col «dilazionamento dei contributi previdenziali e fiscali (Iva, Ires e Irap) dei soggetti con crediti incagliati» o ancora «incentivando le casse di previdenza ed altri Istituti pubblici o privati sotto il controllo diretto o indiretto dello Stato, ad acquistare crediti fiscali ottenendo benefici e agevolazioni in termini di credito di imposta».
Secondo l’OAR bisogna, inoltre, agire per «limitare la responsabilità penale nei confronti dei cessionari che acquistano in buona fede il credito». Nel documento si chiede, inoltre, che venga risolto «il problema dei crediti non tracciati oggetto di comunicazione anteriore al 1 maggio 2022, che oggi sono penalizzati a seguito dei cambiamenti normativi».
Interventi di efficientamento
Durante l’audizione a Palazzo Madama, il senatore Massimo Garavaglia aveva chiesto al presidente e al tesoriere dell’OAR di sviluppare una riflessione sulle categorie di intervento più efficaci nel conseguire un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici. Su questo punto secondo l’OAR da privilegiare sono la competenza e l’esperienza dei professionisti, applicate al singolo caso. «In merito alla tipologia degli interventi di efficientamento energetico, si evidenzia – conclude l’OAR – che lasciare al progettista la scelta delle tecniche e dei materiali limiterebbe l’aumento dei prezzi su alcuni settori e permetterebbe la risoluzione dell’aumento delle classi energetiche nelle diverse situazioni edilizie che presenta la nostra Nazione».