di Redazione OAR
Un traino per l’intero settore, con oltre 5.600 asseverazioni depositate e investimenti per più di 941 milioni. È l’impatto del Superbonus 110% sul Lazio secondo l’ultimo report pubblicato da Enea e aggiornato alla fine di ottobre: il quadro che ne emerge, anche a livello nazionale, è quello di un sistema incentivante in grado di far ripartire la filiera delle costruzioni e dare uno slancio alla ripresa dell’economia. A patto di evitare, però, come chiedono gli operatori del settore, il rischio che i cantieri possano arenarsi a causa delle troppe incertezze e della disomogeneità nella definizione delle misure per i prossimi anni.
Con 5.654 asseverazioni depositate – ovvero le pratiche che includono studio di fattibilità del progetto e piano economico e finanziario -, per un totale di 941,74 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione, la Regione Lazio è terza nel panorama nazionale, dopo la Lombardia e il Veneto. È quanto emerge, come detto, dagli ultimi dati pubblicati da Enea sull’utilizzo del Superbonus 110% e aggiornati al 31 ottobre 2021. A tale data, è pari al 64% la quota di lavori realizzati sul territorio regionale. Del totale delle asseverazioni depositate, quasi la metà (2.703) riguardano gli edifici unifamiliari per un investimento medio di quasi 104 mila euro. Seguono le unità immobiliari indipendenti (2.237 per una media di 90mila euro) e i condomini (712 per un investimento medio di 642mila euro).
A livello nazionale, sempre secondo il report Enea, il totale degli investimenti ammessi alla detrazione raggiunge i 9,7 miliardi di euro. Se si prendono in considerazione soltanto quelli conclusi, la somma supera di poco i 6,7 milioni di euro, che rappresenta il 69,1% dei lavori realizzati.
«Le detrazioni fiscali del 110% stanno funzionando: basta guardare i dati della regione Lazio per rendersi conto che questo strumento rappresenta un traino per l’intero settore», ha sottolineato l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia in un comunicato stampa dello scorso 5 novembre, lanciando un appello per «scongiurare il rischio che i risultati attesi possano essere vanificati dalla impossibilità di portare a temine i lavori e/o far partire nuovi cantieri, innescando un lungo corollario di ricorsi e contenziosi tra committenza, imprese e professionisti». E chiedendo che, nell’ambito della definizione delle misure, si lavori «su un quadro che sia il più possibile omogeneo, evitando di generare ulteriore confusione, incertezza o disparità di trattamento rispetto a chi usufruirà del Superbonus nei mesi e negli anni a venire». Il riferimento è al disegno di legge di Bilancio 2022 approvato dal Consiglio dei Ministri che, di fatto, sta ridefinendo le sorti del Superbonus 110%.
In allegato il comunicato stampa
La stessa filiera delle costruzioni – sistema ordinistico, associazioni di settore, produttori di materiali -, riunitasi lo scorso 27 ottobre a Roma, presso la Casa dell’Architettura, per il convegno «Il Superbonus 110%: la nuova Cila, lo stato legittimo, l’esplosione dei prezzi» organizzato dall’OAR, aveva già chiesto in modo compatto la «proroga per un congruo orizzonte pluriennale del Superbonus 110% allo scopo di consolidare lo slancio che l’incentivo può imprimere alla ripresa post Covid19 e alla rigenerazione del patrimonio edilizio nazionale». All’evento presso la sede dell’OAR avevano partecipato, tra gli altri rappresentanti di Anit, Aipe, Cortexa, Finco, Dei , oltre a liberi professionisti che hanno affrontato tematiche specifiche. (FN)
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