Le basi per costruire il futuro, il ruolo degli Ordini, il modello spagnolo
di Redazione OAR
Processo partecipativo, qualità della progettazione, ruolo centrale degli architetti. E, ancora: capacità di comunicare il cambiamento – dal green deal al benessere delle persone -, attenzione alle migliori esperienze avviate a livello europeo, collaborazione tra i diversi ordini provinciali e dialogo aperto con le altre professioni. Sono alcuni dei temi chiave che sono stati al centro di «New European Bauhaus – Il nuovo sistema di sviluppo delle Città e dell’Ambiente costruito», incontro di lavoro tra Ordini degli Architetti: verso un percorso comune per una Legge per l’Architettura italiana.
L’evento – trasmesso in streaming e riservato ai consigli degli Ordini degli Architetti che si sono registrati – è nato da un’idea di Christian Rocchi, vice-presidente OAR e ha visto il coinvolgimento di Ordini e Federazioni della professione da tutta Italia, ma anche la partecipazione di rappresentanti di istituzioni italiane e straniere: il focus, in particolare, ha riguardato il caso della Spagna, dove è in corso un’esperienza di costruzione di una legge per la qualità dell’architettura e dell’ambiente costruito incentrata su un modello fortemente partecipativo.
Il titolo dell’incontro si è ispirato anche al progetto, annunciato negli scorsi mesi dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, del New European Bauhaus (qui: https://europa.eu/new-european-bauhaus/index_it) – richiamandosi a sua volta alla scuola fondata da Walter Gropius nel 1919 – che facendo perno anche sulle risorse del Next Generation Eu, si propone come piattaforma creativa e interdisciplinare, un think-do tank, con l’obiettivo – si legge nella presentazione ufficiale – di creare «uno spazio di incontro per progettare modi di vivere nel futuro, situati al crocevia tra arte, cultura, inclusione sociale, scienza e tecnologia. Richiede uno sforzo collettivo per immaginare e costruire un futuro che sia sostenibile, inclusivo e bello, per le nostre menti e anime».
Obiettivo: favorire una svolta nella qualità della vita
Ad allargare lo sguardo verso uno scenario di scala europea, e non solo, è stato – nella sua introduzione all’incontro – Christian Rocchi, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Roma. «Serve una visione sempre più ampia – ha detto -. In quest’ottica, troviamo di buon auspicio parole della presidente von der Leyen, che indicano la volontà che Next Generation Eu non sia solo un programma ambientale o economico, ma un nuovo progetto culturale europeo». Riferendosi poi, concretamente, al lavoro intrapreso in Spagna, osserva come «ciò che colpisce è l’ampio respiro e la valenza data alla legge per l’architettura. Non una legge per gli architetti ma in grado di favorire una svolta, anche economica, e che guarda al futuro modo di vivere, al benessere sociale. Concetti fondamentali per ripensare città e ambiente costruito. Il miglioramento della condizione umana sarà elemento fondamentale per qualsiasi attività nel futuro, sia privata che pubblica».
Sugli aspetti del processo attivato in Spagna riguardo alla legge per l’architettura, sottolineando l’auspicio a una collaborazione sempre più stretta tra i due Paesi in tutti i campi, si è soffermato Alfonso Dastis, ambasciatore di Spagna presso lo Stato Italiano. «Ciò che dell’esperienza spagnola in questo campo ha suscitato grande interesse in Italia – ha detto – è, in particolare, la procedura di redazione partecipata che è stata adottata. In generale, accolgo con favore il ricorso alla partecipazione dei cittadini nell’iter legislativo. Un uomo, nella sua vita, è essere multipolare: lavoratore e consumatore, proprietario e utente, a volte autore, altre puro destinatario. Un aspetto importante del processo partecipativo, quindi, è la volontà di cercare di racchiudere i molteplici aspetti della vita cittadina nello sviluppo dell’architettura, per renderla più ‘piacevole’ possibile per le generazioni attuali e future»
Il caso spagnolo: il processo partecipativo
L’esperienza in corso in Spagna, con il programma Peca – Propuestas sobre el Entorno Contruido y la Arquitectura (Proposte per l’Ambiente costruito e l’Architettura; per saperne di più: LINK) – incentrato sulla partecipazione «anche per il coinvolgimento delle future generazioni» – è stata raccontata, mettendone in luce gli aspetti peculiari da Iñaqui Carnicero Alonso-Colmenares, direttore generale Agenda Urbana y Arquitectura, e David Lucas Parrón, segretario generale Agenda Urbana y Vivienda, entrambi del Ministero spagnolo dei Trasporti, Mobilità e Agenda Urbana.
«La legge per l’architettura sui cui stiamo lavorando – ha spiegato Iñaqui Carnicero Alonso-Colmenares – cerca di promuovere qualità dell’architettura e dell’ambiente costruito come bene generale. È stato attivato un percorso basato su un processo partecipativo molto ampio. Non è intesa come una norma per gli architetti, ma come legge interdisciplinare (con sociologi, avvocati, ingegneri) in grado di creare un giusto equilibrio. L’obiettivo è tenere insieme temi che spaziano dal sociale all’ambiente, dalla comunicazione (per il coinvolgimento) ad innovazione e sviluppo, dal ruolo della Pa alla cultura, fino – appunto – alla qualità dell’ambiente costruito. Altro elemento cruciale è il miglioramento dello spazio pubblico».
Nell’agenda urbana spagnola – ha aggiunto David Lucas Parrón – «la legge per l’architettura ricopre un ruolo centrale. La nuova dimensione dell’architettura deve rappresentare un pilastro nell’impiego delle risorse Ue. E deve tradursi in norme basate anche sulla partecipazione più ampia». L’emergenza Covid19, e la crisi che ne è conseguita, ha poi osservato, « ha evidenziato la possibilità di articolare politiche per i nuovi problemi e per quelli già esistenti. Tra i fronti su cui ci siamo concentrando: l’uso razionale del suolo e del patrimonio urbano e architettonico, la rigenerazione dei quartieri rispetto all’efficienza energetica e il progetto per il diritto ad una casa dignitosa connesso all’architettura come disciplina trasversale, in una strategia interministeriale».
Il richiamo alla necessità – in chiave rigenerazione urbana – di rivolgere lo sguardo all’Europa è stato fatto dal parlamentare europeo Nicola Danti. «Le città saranno al centro della trasformazione – ha osservato – ricordando come la transizione verde, che impegnerà il 37% delle risorse del Recovery Fund, e la trasformazione digitale impattino sulle città e saranno motore di sviluppo per le comunità». Agli architetti spetterà, tra l’altro, «il compito di immaginare nuovi modi di vivere e spazi per l’abitare e per il lavoro» (si pensi allo smart working).
Verso una legge Italiana per l’architettura
A riportare l’attenzione sul percorso verso una legge italiana per l’architettura è stato Francesco Miceli, presidente dell’Ordine degli Architetti di Palermo. «Da anni – ha detto – gli Ordini auspicano una legge per l’architettura, che non dovrà essere un insieme di norme da destinare al ruolo professionale degli architetti, ma uno strumento per contribuire alla crescita della società e del sistema Paese, con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile delle città, della rigenerazione urbana, della qualità dell’ambiente costruito. È interesse di tutti, infatti, vivere in un ambiente migliore».
Nell’attesa di conoscere i contenuti delle Linee guida sulla qualità dell’architettura, «che possono essere l’inizio di un percorso ampio e partecipato – ha spiegato Miceli -, l’obiettivo rimane per noi la legge per l’architettura». Riguardo al caso spagnolo – ha poi affermato il presidente degli architetti palermitani – «si auspica una sinergia Italia-Spagna, offrendo un contributo alla stessa Ue anche per aggiornare i criteri dell’architettura alla luce delle strategie che si stanno mettendo in atto e per precisare le caratteristiche della transizione ecologica, con le ricadute sulle città e sull’architettura stessa». Infine, un cenno all’importanza del tema partecipazione, «che ha assunto un ruolo sempre più centrale per il post-Covid19, un metodo necessario per raggiungere obiettivi di alto livello».
Per Gerardo Antonio Leon, presidente dell’Ordine degli Architetti di Potenza, «nel futuro, le aree urbane saranno il polo fondamentale del cambiamento, punti di incontro e scambio imprescindibili. La nuova sfida per gli architetti, quindi, sarà partecipare al cambiamento ed essere protagonisti della rigenerazione urbana». Da un punto di vista più strettamente professionale, sarà necessario «cambiare rotta e dare luogo a una riforma delle professioni che garantisca l’innalzamento del livello partecipativo anche attraverso nuove strategie di comunicazione».
L’importanza di «puntare sulla interdisciplinarità» è stata sottolineata da Tiziana Campus, presidente della Federazione degli Architetti della Sardegna: «La futura legge per l’architettura dovrà dare testimonianza di impegno sulla qualità della progettazione, sia nel pubblico che nel privato. Bisogna pensare alle generazioni future ed essere consapevoli del valore della collettività».
Terza edizione di SPAM: una piattaforma per il dialogo
Una piattaforma rodata, a disposizione per la riflessione ed il dialogo – con un respiro internazionale – intorno ai temi dell’architettura e delle città esiste già ed è SPAM, la Settimana del Progetto di Architettura nel Mondo (LINK) organizzata dall’OAR. Il Festival dell’Architettura di Roma giunge quest’anno alla sua terza edizione, che proporrà un programma dedicato, tra l’altro – ha annunciato Roberto Grio, direttore SPAM – al percorso verso una legge per l’architettura, sposando temi al centro anche dell’esperienza intrapresa in Spagna con Peca, a partire proprio dalla partecipazione. Gli obiettivi saranno quelli di coinvolgere i cittadini su temi dell’ambiente in cui vivono, formare un’opinione pubblica informata e consapevole per creare nuove normative – condivise a livello europeo – che vadano nella direzione della qualità dell’architettura. Parleremo del futuro delle nostre città e dell’avvenire delle persone. La nostra professione deve essere in grado di cogliere il cambiamento: gli architetti devono saper ascoltare le istanze provenienti dalla società, leggere le trasformazioni e, anche grazie ad un approccio sempre più interdisciplinare, offrire risposte adeguate alle esigenze attuali».
(FN)