di Redazione OAR
Revisione del Testo Unico, ddl sulla rigenerazione urbana, nuova legge urbanistica nazionale. Sono le leve attraverso cui si potrà modificare quanto stabilito dall’articolo 10 (ultime righe) del DL 76/2020, il cosiddetto «Decreto Semplificazioni»: una norma che ha immediatamente suscitato l’allarme dei professionisti, con l’Ordine degli Architetti di Roma in prima linea, per il rischio di produrre uno stop totale alla rigenerazione urbana nei centri storici e, più in generale, nelle Zone A. Una protesta, quella guidata dall’OAR, che ha incassato il sostegno di Salvatore Margiotta, sottosegretario del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha indicato anche le possibili strade per riaprire la partita sulle norme contestate.
Margiotta (Mit): La strada più veloce per rivedere le norme è la proposta di legge sulla rigenerazione urbana
L’articolo 10 è una delle parti meno riuscite del Dl semplificazioni, ha osservato Margiotta. «A nostro avviso – afferma in un video indirizzato all’OAR (in fondo il link per visualizzarlo) -, il lavoro svolto sul testo, anche nelle ultime fasi, non è stato migliorativo. Comprendo, dunque, l’allarme lanciato dagli architetti, e in particolare dall’Ordine di Roma, e credo che ci siano alcuni strumenti attraverso i quali sia possibile riaprire la partita» per quanto riguarda le norme riguardanti gli interventi in Zona A. Il primo, spiega il sottosegretario del Mit, è il nuovo Testo Unico (Dl 380/2001), «la cui bozza può essere in parte rivista anche tenendo conto dei dubbi suscitati dal Dl Semplificazioni». La seconda strada, «a mio avviso, la più veloce possibile – continua -, è la proposta di legge sulla rigenerazione urbana incardinata in Commissione al Senato: un testo – intorno al quale si può riaprire la discussione sui temi dell’articolo 10 – che può essere modificata anche con il contributo degli ordini professionali». In terzo luogo, conclude, «c’è la nuova Legge Urbanistica nazionale, attesa da tanto tempo, ma sulla quale c’è l’intenzione di cimentarsi e che dovrà essere riscritta, anche in questo caso, coinvolgendo i professionisti».
Rocchi (OAR): No allo stop totale al rinnovamento nei centri storici. Tutelare il nostro Dna culturale
A rilanciare la necessità di modificare, con urgenza, le norme «sbagliate» introdotte con l’articolo 10 – e a ringraziare il sottosegretario Margiotta per la presa di posizione sul tema – è Christian Rocchi, vicepresidente OAR. «L’auspicio – sottolinea – è di poter raggiungere, con la modifica del Dl Semplificazioni, oggi legge 120/20, due obiettivi fondamentali: la tutela del nostro Dna culturale, che ha fatto del nostro Paese un simbolo importante in tutto il mondo, e la possibilità di continuare a rinnovare il nostro edificato, producendo cultura e, allo stesso tempo, facendo girare l’economia del Paese». Nel video inviato all’OAR, il sottosegretario, osserva Rocchi, «parla di rigenerazione urbana e di una manutenzione profonda del Dpr 380 che prenda anche coscienza della modifica della realtà contingente. In particolare, sul tema della modifica delle destinazioni d’uso. Oggi un tale intervento darebbe largo respiro all’intero comparto economico dell’edilizia».
L’Ordine degli Architetti di Roma, che riconferma la propria ampia disponibilità a dare un contributo sul tema, ha denunciato da subito il potenziale impatto del Dl Semplificazioni in riferimento al blocco di qualsiasi intervento di sostituzione edilizia nelle zone omogenee A e, in particolare, in centri storici, aree di pregio e tutelate. Rischiando, «con l’imposizione di vincoli a prescindere dal valore storico-artistico degli edifici» – si legge in una nota dell’OAR firmata anche dagli Ordini di Bologna, Catania, Como, Palermo, Reggio Calabria, Salerno, Sassari, Torino e Viterbo – di «consegnare le nostre città al passato, frenando la contemporaneità e tutelando ecomostri».
Qui il comunicato stampa OAR
Qui l’articolo sul tema.
Qui il video con la riflessione Salvatore Margiotta, sottosegretario del Mit, e la risposta di Christian Rocchi, vicepresidente OAR:
(FN)