È stato siglato oggi – 1° aprile – un protocollo d’intesa tra l’Ordine degli Architetti Ppc di Roma e provincia e il Comune di Velletri, nell’area metropolitana di Roma Capitale, con l’obiettivo di promuovere concorsi di progettazione «per migliorare l’aspetto e la vivibilità del tessuto urbano, per riqualificare gli spazi pubblici, le aree e gli immobili dismessi e per lo sviluppo sostenibile di nuove aree urbane».
Attraverso l’accordo appena firmato, l’amministrazione comunale si avvarrà dei servizi messi a disposizione dall’Ufficio Concorsi dell’OAR per le iniziative volte a promuovere procedure concorsuali sul territorio cittadino, puntando a garantire supporto, trasparenza e partecipazione alle iniziative che saranno messe in campo. L’Ordine, in particolare, si occuperà – tra l’latro – di sostenere l’organizzazione dei concorsi, la loro promozione e pubblicizzazione e di incentivarne la partecipazione, offrendo collaborazione per l’individuazione dei temi di rilievo per l’attività progettuale, supportando le attività di coordinamento organizzativo del concorso», anche attraverso l’utilizzo della piattaforma telematica per la sua gestione nelle fasi che vanno dalla pubblicazione del bando all’aggiudicazione.
L’importanza di puntare sulla qualità del progetto è il concetto messo in evidenza dal presidente dell’OAR, Alessandro Panci, che ha spiegato: «Il concorso ci permette di indagare più soluzioni su aree e situazioni complesse. L’incontro tra Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia e il Comune di Velletri durante le esperienze formative ci ha consentito di discutere tematiche care alla città anche attraverso la conoscenza di altre esperienze virtuose. Il concorso in due gradi permette di rendere visibile e trasparente il processo decisionale offrendo alla cittadinanza il confronto sulle diverse soluzioni proposte».
Per Claudia Ricciardi, consigliere delegato Concorsi OAR, «il percorso condiviso che ci prepariamo ad intraprendere con il Comune di Velletri – ha aggiunto – mira non solo ad intervenire su uno spazio nevralgico per la città, ma più in generale, attraverso la procedura del concorso, a ristabilire la centralità del progetto di architettura come opera di ingegno». (FN)