Conservare i dati degli utenti in modo selettivo in modo da minimizzare la custodia di quelli sensibili dal punto di vista della privacy e alleggerire la responsabilità di chi li gestisce. Si è parlato di questo e di tanto altro all’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia in vista della creazione della piattaforma partecipativa del futuro Urban center metropolitano, il nuovo spazio destinato a raccogliere e raccontare i processi di trasformazione della città metropolitana, nonché a promuovere la diffusione della cultura urbana favorendo la partecipazione attiva.
L’occasione è stata resa speciale dalla partecipazione di Denis “Jaromil” Roio, annoverato nel 2014 tra i 100 innovatori sociali più influenti d’Europa (Purpose Economy), selezionato nel ventaglio dei giovani leader europei (EYL 40under40), nonché vincitore del premio “Vilém Flusser” (Transmediale, Berlino 2009) dopo aver diretto per sette anni il dipartimento ricerca e sviluppo dell’Istituto Olandese di Media arte. Assieme a Francesca Bria, Jaromil è alla guida tecnica di Decode, primo progetto di ricerca della Commissione europea su tecnologie distribuite per il controllo dei dati personali. Con Dyne.org è alla guida di un fondo europeo “Ledger project” per progetti di innovazione tecnologica e imprenditoria sociale.
Dunque, proseguono le occasioni di confronto finalizzate alla costituzione del futuro Urban center metropolitano. Alla riunione, cui Jaromil si è collegato, tenendo una lezione e rispondendo alle tante domande, hanno partecipato la Commissione Urban center dell’Oar, Città metropolitana, Roma Capitale, Risorse per Roma Spa e il master ProPart dell’Università Sapienza di Roma.
«Abbiamo iniziato un ragionamento per la messa a punto della piattaforma dell’Urban center, per capire come potrà essere articolata e come potrà condividere i dati presenti su altre piattaforme», riferisce Francesco Aymonino, vicepresidente dell’Oar e coordinatore della commissione Urban center. «Il seminario – prosegue Aymonino – è stato incentrato sul tema delle piattaforme partecipative condivise con i cittadini sull’esempio di quella messa a punto dalla città di Barcellona su cui ha lavorato Jaromil, che si chiama Decidim. Si tratta di una piattaforma creata a suo tempo per amministrare la città facendo partecipare i cittadini al progetto delle trasformazioni urbane».
Dalla condivisione dei dati sensibili ai protocolli di criptazione, dal tema altrettanto delicato dell’usabilità alle responsabilità che si celano dietro alla custodia dei dati delle persone fino alle questioni dell’hackeraggio e della certificazione delle informazioni: diverse le tematiche affrontate durante l’incontro.
Ancora indagini sulle best practice e riflessioni sui metodi e gli strumenti dei processi partecipativi: nel solco dei convegni organizzati dall’Oar e dalla sua Commissione Urban center. L’ultimo tenutosi lo scorso 12 aprile si è concluso con la firma di un protocollo d’intesa tra l’Amministrazione capitolina e l’Oar per la collaborazione alla stesura del nuovo Regolamento del Bilancio Partecipativo di Roma Capitale. Intanto l’Urban center ha una sua sede: gli spazi dell’edificio ITIS Galileo Galilei su viale Manzoni 34, dove saranno aperti spazi polivalenti, aule meeting e laboratori, uffici, un desk per l’accoglienza, un’area per mostre permanenti e temporanee, spazi multimediali interattivi e immersivi.
Anche il progetto c’è: l’allestimento sarà firmato dal gruppo capitanato da Lorenzo Maggio, di cui fanno parte Margherita Di Micco, Costantino Diana, Giuseppe Diana, Giuseppe Parisi e Raffaele Semonella. Si è, infatti, da poco concluso il concorso di progettazione che era stato pubblicato su Can – Competition architecture network, la piattaforma telematica per la gestione dei concorsi dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia (qui l’articolo di Francesco Nariello).