La Giunta Capitolina ha recentemente approvato le linee guida per nuove forme di residenzialità in semi-autonomia e di co-housing per persone senza dimora.
Il modello di coabitazione promosso dall’amministrazione capitolina mira al raggiungimento dell’autonomia degli ospiti, puntando a rappresentare per ciascuno – si legge in una nota del Campidoglio – «non solo un ambiente di accoglienza ma anche di condivisione di compiti e impegni quotidiani, confronto emotivo ed esperienziale, senso di appartenenza a un gruppo e stimolo verso un percorso di progressivo recupero e integrazione sociale». Inoltre, questo modello determina una gestione meno onerosa rispetto alle strutture di accoglienza già attive per le persone senza dimora.
Il progetto si realizza in una casa, confiscata alla criminalità organizzata o già appartenente al patrimonio di Roma Capitale, organizzata in maniera analoga a una situazione abitativa familiare, che accoglie un numero di persone adeguate agli spazi, anche con figli se presenti. Tutti gli ospiti sono coinvolti, supportati da figure professionali non conviventi ma presenti in modo regolare, nella conduzione e nella gestione della vita quotidiana. Parallelamente «viene attivata una progettualità personalizzata per ciascuno, con l’obiettivo – anche attraverso il reperimento di una occupazione – di arrivare gradualmente, ed entro massimo due anni, alla fuoriuscita dall’ospitalità temporanea» e quindi alla piena autonomia.
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(FN)