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16 Ottobre 2024

Roma Città dei Dati: nuovi modelli per governare lo sviluppo urbano – Il ruolo dell’Urban Center Metropolitano

Nel convegno organizzato dall’OAR l’incontro tra i principali soggetti pubblici, istituti di ricerca e rappresentanti istituzionali in possesso delle banche dati utili a immaginare il futuro di Roma

Il ruolo cruciale della raccolta, dell’elaborazione e dell’utilizzo di dati e informazioni per definire strategie di sviluppo urbano sempre più capaci di incidere sui fabbisogni della città e per costruire visioni per il futuro della Capitale. È stato questo il messaggio trasmesso nel corso di «Roma, la Città dei Dati – Nuovi strumenti di lettura e governo della città complessa», evento svoltosi lo scorso 15 ottobre – presso la Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma, in piazza di Pietra – organizzato e coordinato dalla Commissione Urban Center dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia. La costruzione e il continuo aggiornamento del proprio Data Center, saranno fattori cruciali per il funzionamento del nuovo Urban Center Metropolitano, progetto di Roma Capitale e Città Metropolitana, in collaborazione con l’OAR -: proprio per questo sono stati riuniti, per una prima occasione di confronto, i principali soggetti pubblici, istituti di ricerca e rappresentanti istituzionali chiamati a gestire, utilizzare e far interagire le banche dati rilevanti per raccontare, comprendere e indirizzare le trasformazioni urbane.

Il convegno – ha spiegato Francesco Aymonino, vice presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e coordinatore della Commissione Urban Center OAR – «è stato un punto di passaggio importante per affrontare uno dei temi cruciali per un urban center metropolitano: quello di una piattaforma dati che possa finalmente intercettare tutti i flussi di informazioni che si elaborano in città ai diversi livelli, dall’economia cittadina al disagio sociale, dallo sviluppo urbano alle infrastrutture e ai temi della mobilità. Temi che, se letti nella complessità e nell’interrelazione tra i dati, possono dare indicazioni strategiche e importanti per il futuro della Capitale e la costruzione di progettualità capaci di dare qualità e nuova linfa ai quartieri, restituendo ai cittadini la dignità dell’abitare in città, ricostruendo una storia cittadina ma con lo sguardo rivolto ai prossimi anni». La Commissione Urban Center dell’Ordine – sottolinea inoltre Aymonino – ha lavorato su un percorso di incontri e relazioni con la città, per costruire un luogo in cui far convergere tutte le esperienze progettuali che si elaborano in città, a tutti i livelli, per costruire visioni per il futuro di Roma». 

La video riflessione di Francesco Aymonino

«L’obiettivo della giornata – ha detto Enrico Puccini, coordinatore scientifico dell’evento e componente della Commissione Urban Center OAR – è stato quello di comporre un ventaglio degli enti di ricerca pubblici e no profit che lavorano in città sul fronte dei dati. Far comprendere come ci sia a Roma ricchezza di analisi, ricerca ed elaborazione di informazioni da parte di università, fondazioni pubbliche e private. Le quali, però, spesso non parlano tra loro. Tra gli obiettivi dell’Urban Center Metropolitano – che avrà sede in Viale Manzoni, a circa un chilometro da Termini, all’interno del compendio immobiliare che ospita la sede dell’Itis Galileo Galilei – ci sarà anche quello di fare da acceleratore di conoscenza urbana, di diventare il luogo in cui si possano raccogliere le banche dati. L’incontro di oggi, quindi, è stato un punto di partenza per la costruzione di una rete di interlocutori con cui dialogare».

Tra le leve che si stanno muovendo nella Capitale per costruire chiavi di lettura basate sui dati c’è la mappatura dei quartieri di Roma da parte del Campidoglio, come ha raccontato Andrea Catarci, assessore alle Politiche del personale, al Decentramento, Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 minuti di Roma Capitale: «Stiamo puntando – ha detto – al riallineamento degli studi su Roma, partendo dalle zone urbanistiche del 1977 per arrivare alla situazione attuale, fotografando il cambiamento che c’è stato nel tempo. Siamo partiti da uno studio preliminare sui confini, oggi, dei quartieri di Roma, considerati la dimensione base in cui si svolge la vita dei romani e delle romane. Già da questo primo studio sono emersi 315 quartieri, compresi i 22 rioni del centro storico, più del doppio delle 155 zone urbanistiche precedenti, a testimonianza delle trasformazioni intervenute, come – ad esempio – i cambiamenti nella distribuzione della popolazione in un continuo moto della popolazione verso e oltre il Grande Raccordo Anulare, con la città metropolitana in progressiva crescita. L’obiettivo è di riuscire a sovrapporre e comparare i dati in nostro possesso, per offrire una lettura diversa della realtà urbana mantenendo la profondità storica».

Sulla stessa direttrice si muove l’attività portata avanti dalla Città Metropolitana, come ha confermato Francesco Nazzaro, Capo di Gabinetto del Sindaco metropolitano: «Stiamo dando vita, in collaborazione con Roma Capitale – ha affermato – a una data platform metropolitana. L’impegno è che le informazioni raccolte diventino pubbliche, disponibili e implementabili da tutti, con l’obiettivo di condurre analisi sempre più sofisticate per pianificare il futuro dello sviluppo sul territorio metropolitano». 

Il programma del convegno, come detto, ha favorito il confronto tra i principali soggetti pubblici, istituti di ricerca e rappresentanti istituzionali attivi sul fronte della raccolta e analisi dei dati riguardanti la Capitale, analizzando rischi e potenzialità relativi al loro utilizzo per «immaginare forme di governo adatte ad una realtà urbana sempre più complessa». 

La prima sessione, «Città e dati: uno strumento di analisi», ha fatto il punto sulle ricerche che utilizzano sistemi di analisi avanzate, come l’interpolazione di diverse banche dati o tecnologie satellitari: una prima ricognizione a titolo esemplificativo considerando che solo a Roma operano più di cento centri di ricerca. Dall’intervento di Daniele Ruggeri della Banca d’Italia, che ha fatto parte del gruppo di ricerca che ha elaborato il Rapporto sull’economia Romana, a Federico Tomassi che attraverso i Blog Mapparoma e OsservatoriocasaRoma ha sviluppato indagini sulla città utilizzando i dati del Censimento Istat; da Massimiliano Crisci, demografo e ricercatore del Cnr, che ha messo in relazione i flussi demografici fra Roma e la sua cintura metropolitana con altre dinamiche (come quelle collegate al mercato immobiliare) a Filippo Celata, del Dipartimento Metodi e Modelli per l’Economia, il Territorio e la Finanza, della Sapienza, hanno raccontato le dinamiche abitative interne alla città attraverso l’uso di modelli satellitari; fino a Eloisa Susanna e Matteo Costanzo del Laboratorio Roma 050, con una relazione sui primi risultati della realtà coordinata la Stefano Boeri. 

Nella seconda parte, «Città e dati: uno strumento di governo», si sono alternati i soggetti istituzionali che compongono l’Urban Center Metropolitano: la Città Metropolitana di Roma Capitale, e Roma Capitale con i due Dipartimenti di Urbanistica e Decentramento, personale e Città dei 15 Minuti. È stato mostrato, nei diversi ambiti, cosa sta facendo l’amministrazione attraverso l’uso dei dati e su quali tematiche future si stanno concentrando le attività di ricerca mirate al governo della città. Sono intervenuti: Massimo Piacenza, direzione Pianificazione strategica e Governo del territorio, Città Metropolitana di Roma Capitale (Leggere e governare l’area metropolitana attraverso la tecnologia Già); Elena Andreoni, dell’assessorato alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale (Roma, i processi di rigenerazione e monitoraggio dei territori: nuovi sviluppi) e Salvatore Monni, dell’assessorato alla Partecipazione di Roma Capitale (Come cambia Roma. Una analisi preliminare condotta con i municipi di Roma Capitale).

Infine, nella terza sezione del convegno, «Città e dati: criticità e potenzialità» si è indagato il tema dei dati sia in forma critica – ad esempio in chiave privacy dei cittadini – che sul fronte del potenziale – come la capacità del digitale di incamerare e rendere consultabili una grande mole di informazioni – fino al tema della intelligibilità dei sistemi informatici come sistemi d’informazione.
Ad aprire è stato Denis «Jaromil» Roio della Dyne.org Foundation, che sta lavorando per diverse città europee proprio sul tema della crittografia e privacy dei cittadini, che ha illustrato i temi in sviluppo nelle altre capitali europee. A seguire è stato il turno di Keti Lelo, vice presidente di Acos, agenzia indipendente di Roma Capitale per il rilevamento della qualità dei servizi erogati dal Comune, che ha parlato della difficoltà di accedere alle banche dati pubbliche. Vittorio Loreto della Sony Center, Fondazione che opera senza fine di lucro, ha messo in relazioni lavori all’attivo – come il programma europeo S+T+Arts, la città dei 15 minuti, Citycrone++, Kreyon city – con il tema della rigenerazione urbana. A chiudere, infine, Giovanni Caudo, urbanista e presidente della Commissione Pnrr di Roma Capitale, si è concentrato sulle potenzialità del digitale per costruire una memoria collettiva di città anche attraverso l’acquisizione dei tanti archivi privati presenti a Roma che rischiano di andare perduti, invitando a prestare attenzione – anche nella impostazione del nuovo Urban Center,  alla ricostruzione storica delle dinamiche che hanno portato alle trasformazioni sul territorio capitolino. (FN)

di Francesco Nariello

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