Grande interesse negli Stati Uniti e negli Emirati Arabi per la mostra Sustainabitaly, che, dopo l’esposizione nel giardino del complesso monumentale dell’Acquario Romano, in quattro mesi ha raggiunto più stati degli Usa per poi approdare a Dubai. È diventata internazionale ed itinerante la mostra nata dall’aggiudicazione da parte dell’Ordine degli Architetti di Roma (co-finanziatore del progetto) e della capofila Green Building Council Italia della prima edizione del bando “Architetture Sostenibili per i luoghi della cultura” lanciato a luglio 2023 dalla direzione generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura per promuovere l’architettura contemporanea italiana e contribuire alla realizzazione di uno sviluppo globale più sostenibile. Un bando che – come Sustainabitaly dimostra – consente di diffondere la cultura del costruire con sensibilità rispetto al tema ambientale ed ecologico, e non solo. E, affinché il lavoro sul sentire comune abbia risultati tangibili che si ripercuotano positivamente nei nostri luoghi di vita ci vogliono anni di costante impegno, di sensibilizzazione, con progetti mirati che – se sostenuti da bandi come quello del ministero – possono toccare le giuste corde.
La mostra ha infatti portato in giro, nelle diverse città del globo, dieci architetture eccellenti, ecologicamente responsabili, radicate nel territorio e attente alla qualità della vita degli occupanti. Le dieci best-practice ideate per dar forma a pregevoli luoghi della cultura, selezionate per la mostra Sustainabitaly, sono infatti state esposte a Fayetteville, in Arkansas, a New York, al festival del design a Philadelphia e a Dubai. Un’occasione unica per condividere l’innovazione italiana, applicata alla sostenibilità in architettura, con un’audience internazionale.
Lunedì 4 novembre si tireranno le somme di questa importante iniziativa, che negli ultimi dieci mesi ha contribuito a sensibilizzare architetti e altri professionisti su temi cruciali per il nostro futuro. L’appuntamento è alle ore 11 con il webinar che sarà anche l’occasione per illustrare l’impegno dell’Oar sul fronte culturale e delle attività internazionali (qui il programma).
La mostra negli Usa e negli Emirati Arabi
Dal bando del ministero è nata la mostra delle dieci architetture, che sono anche luoghi della cultura, selezionate a partire da edifici certificati da Gbc, in quanto d’esempio non solo per il grado di efficienza conseguito, ma soprattutto per la qualità architettonica e per il radicamento nel contesto, e non per ultimo per la capacità di intervenire sensibilmente sul costruito. I dieci esempi eccellenti sono stati esposti – con il coinvolgimento della Università locali – prima alla Fay Jones School of Architecture and Design della University of Arkansas a Fayetteville, poi al Center for Architecture Science and Ecology della School of Architecture del Rensselaer Polytechnic Institute a New York nello stesso periodo in cui si è tenuto – presente anche la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni – il “Vertice del Futuro” organizzato dalle Nazioni Unite. Ed ancora al Cherry Street Pier durante la manifestazione Design Philadelphia, un importante evento culturale dedicato all’architettura e al design, grazie alla collaborazione con il College of Architecture and the Built Environment alla Thomas Jefferson University. Infine, la tappa di Dubai all’American University.
«Ho visitato la mostra a New York, ospitata al Center for Architecture Science and Ecology a Brooklyn, e ho potuto constatare che c’è un enorme interesse verso gli architetti italiani. I ranking di sostenibilità hanno due protocolli: Leed e Breeam e sono tutti e due anglosassoni, uno inglese e l’altro americano, noi in Italia stiamo cercando di avere uno spazio di riconoscibilità mondiale sugli edifici storici. Abbiamo lavorato molto su questo e la mostra Sustainabitaly ne è la prova: più della metà degli interventi esposti è proprio su edifici esistenti. Gli architetti americani si sono dimostrati molto interessati sia per la produzione architettonica italiana, ma soprattutto per la capacità e sensibilità italiana nell’intervenire sull’esistente», racconta Paolo Anzuini, consigliere Oar con delega all’internazionalizzazione e delegato Oar al progetto Sustainabitaly. Grande attenzione in particolare su Roma e su un intervento realizzato nel cuore della Capitale da progettisti romani. «Se per noi esporre a New York è una grande ambizione, per gli architetti statunitensi esporre a Roma è un sogno e intervenire nella Capitale è per loro la più grande sfida architettonica che possano immaginare. Ciò è davvero affascinante», commenta ancora Anzuini.
Sustainabitaly è riuscita a mettere insieme soggetti profit con soggetti non profit e istituzioni. Una peculiarità molto apprezzata negli Usa, patria delle società benefit che mettono a sistema il profitto con l’impatto sociale.
Più nel dettaglio, sono stati esposti: il Muse – museo delle Scienze a Trento del Renzo Piano Building Workshop, l’edificio Nuvola Lavazza a Torino di Cino Zucchi Architects, il nuovo edificio per l’Università Luiss a Roma di Alvisi Kirimoto Architects con Studio Gemma Progettazione, l’M9 a Mestre di Sauerbruch Hutton, il Museo d’arte Fondazione Luigi Rovati a Milano di Mario Cucinella Architects, la sede centrale dell’Università Ca’ Foscari a Venezia di Zuanier Associati (group leader), l’acquedotto polo culturale a Nepi (Vt) progettato da Gianmarco Concordia, Palazzo Gulinelli a Ferrara di Cristiano Ferrari, l’asilo a Brescia di Nuova Tecnologia Simone Firmo, il World Food Programme – Child Care a Roma di AKA project.
L’allestimento frutto di una call
Anche l’allestimento della mostra nasce da una call, che ha visto partecipare tre gruppi guidati da altrettanti team leader: Khadija Kouki Amri, Marzia Fiume Garelli e Chiara Di Giorno, selezionati attraverso una call lanciata dalla Commissione Internazionalizzazione dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e Provincia. I gruppi, cui hanno fatto parte gli studenti della University of Arkansas (Usa), hanno partecipato ai workshop dedicati all’elaborazione delle idee progettuali di allestimento, poi selezionate da dal comitato tecnico-scientifico di cui hanno fatto parte: Roberta Bocca, vicepresidente Oar, Francesca Riccardo, coordinatrice del progetto Sustainabitaly, Francesco Bedeschi, referente per i partner, Paolo Anzuini, delegato Oar per il progetto Sustainabitaly, Enrico Grillo, delegato Gbc Italia.
Il progetto vincitore, ideato dal team guidato da Khadija Kouki Amri, è stato poi ingegnerizzato e realizzato dalla società Tagi 2000. L’allestimento, costituito da strutture modulabili, è stato pensato per trasformarsi adattandosi alle diverse destinazioni ed essere spedito occupando un ingombro ridotto a un solo metro cubo. Il tutto è stato poi pensato per essere sottoposto, come gli Usa richiedono per il materiale organico in ingresso, ad un processo di fumigazione.