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Professione
23 Giugno 2020

Professioni, il «Manifesto» di Cup e Rpt per la ripartenza dell’Italia post Covid19

di Redazione OAR

Semplificazione normativa, con particolare riguardo per le norme sugli appalti pubblici,  applicazione del principio di sussidiarietà come strumento di efficientamento delle attività della Pa, rilancio degli investimenti in infrastrutture e messa in sicurezza del territorio. Ma anche mitigazione del peso fiscale su professionisti e imprese, potenziamento del sistema di aggiornamento delle competenze professionali e completamento del processo di riforma del sistema ordinistico. Sono alcune delle proposte che compongono il «Manifesto per la Rinascita del Paese» presentate al Governo – lo scorso 19 giungo in occasione degli Stati Generali dell’Economia – dalle rappresentanze unite delle professioni: il Comitato ordinario permanente degli Ordini e collegi professionali (Cup) e la Rete Professioni tecniche (Rpt).

Dalle infrastrutture alla pubblica amministrazione, dalla giustizia alla salute: l’azione sussidiaria delle categorie può contribuire alla ripresa dell’Italia, duramente colpita dall’emergenza epidemiologica da Covid19. Lo hanno rimarcato Marina Calderone, presidente Cup, e Armando Zambrano, coordinatore Rpt, nel corso dell’incontro con il Governo a Roma, a Villa Pamphilj. Gli Ordini e i Collegi, infatti, «attraverso i 2,3 milioni di iscritti – si legge nella nota stampa delle sigle professionali – rappresentano una vera e propria banca del sapere in grado di intervenire su ogni settore per contribuirne al suo rilancio».

La richiesta principale avanzata congiuntamente da Cup e Rpt a nome dei professionisti – che è al tempo stesso un grido di allarme per tante categorie – è di  «non essere trattati come soggetti privilegiati ai quali non servono tutele. I 500mila professionisti che hanno richiesto il bonus da 600 euro quale reddito di ultima istanza sono la dimostrazione di quanto il comparto del lavoro intellettuale sia stato – al pari di altri – colpito dal lockdown. L’esclusione dai contributi a fondo perduto, in questo senso, oltre a rappresentare una discriminazione rispetto ad altri comparti economici rischia di far chiudere moltissimi studi professionali in difficoltà».

La crisi connessa all’emergenza Covid19, tuttavia, pur nella sua drammaticità, può essere l’occasione «per una ridefinizione delle priorità di sviluppo del Paese e per delineare un quadro composito di interventi». Occorre, secondo le due sigle, «un piano di rilancio» che non guardi solo ad alcuni settori di punta dell’Italia, ma caratterizzato da una «visione più ampia della realtà che comprenda anche il settore del lavoro intellettuale».

In questa ottica Cup e Rpt hanno messo a punto – e consegnato al Governo – il «Manifesto» (in allegato) per progettare il rilancio dell’Italia, indicando dieci obiettivi prioritari per avviare un processo di cambiamento e miglioramento del sistema Paese, e presentando un pacchetto di proposte divise per macro aeree, da quella giuridico economica alla socio sanitaria, fino alla dimensione tecnica e professionale. Tra queste rientrano anche misure per ridisegnare i luoghi dell’abitare, gli spazi pubblici, le dinamiche urbane, che spaziano – tra l’altro – dalla rigenerazione urbana ai concorsi di progettazione: opportunità per tutti e qualità.

Ecco, in estrema sintesi, una panoramica – per titoli – sulle aree di intervento proposte: semplificazione normativa, con particolare riguardo per le norme sugli appalti pubblici;  applicazione del principio di sussidiarietà come strumento di semplificazione ed efficientamento delle attività della pubblica amministrazione; rilancio degli investimenti in opere infrastrutturali e per la messa in sicurezza del territorio; mitigazione del peso fiscale su professionisti e imprese; potenziamento del sistema di aggiornamento delle competenze professionali in ambito ordinistico; completamento del processo di riforma del sistema ordinistico e migliore applicazione delle norme a tutela della dignità professionale.

(FN)

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