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05 Dicembre 2024

Presentato il documento di indirizzo per la qualità dei progetti di restauro

È stato presentato nel webinar organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, in collaborazione con  SIRA, la Società Italiana per il Restauro dell’Architettura, il Documento di indirizzo per la qualità dei progetti di restauro dell’architettura. Il documento, elaborato dalla SIRA con il ministero della Cultura, è strutturato attraverso una serie di contributi che esemplificano il corretto approccio a quel sistema di attività coerenti, coordinate e programmate, dal cui concorso si ottiene la conservazione del patrimonio culturale.

L’art 29 del Codice dei beni culturali e del paesaggio prevede che il ministero della Cultura definisca linee di indirizzo, norme tecniche, criteri e modelli di intervento in materia di conservazione dei beni culturali, anche con il concorso delle regioni e con la collaborazione delle università e degli istituti di ricerca competenti. «Il documento SIRA – come è stato spiegato durante l’evento – è un primo passo in questa direzione per cooperare e dialogare sul tema della conservazione, sui livelli di qualità del progetto di restauro, ma soprattutto sull’importanza della condivisione degli obiettivi tra pubblico e privato per la tutela del patrimonio italiano».

Ad aprire i lavori, moderati da Barbara Tetti, coordinatrice scientifica dell’evento insieme a Marina Docci (SIRA), Maria Costanza Pierdominici (OAR), Antonio Pugliano (SIRA), è stato Alessandro Panci, presidente dell’OAR che ha ricordato che per «gli immobili di valore storico-artistico, non c’è dubbio, che la competenza esclusiva è riconosciuta all’architetto».

Il documento, esito del III Convegno sul “Restauro dell’architettura. Per un progetto di qualità”, tenutosi a Napoli, il 15 e 16 giugno 2023, è stato presentato da Renata Picone, ordinario di Restauro dell’Università Federico II di Napoli e presidente SIRA e da Stefano Della Torre, professore ordinario di Restauro al dipartimento Architettura Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente costruito del Politecnico di Milano, già presidente della SIRA.

Il documento si riferisce al restauro ma anche alle altre attività conservative ad esso legate: lo studio, la prevenzione, la manutenzione. Lo scopo – come specificato nelle premesse – «è declinare le norme vigenti per il caso specifico dei beni immobili di valore culturale, fornendo un quadro chiaro della specificità del restauro architettonico e dei criteri da applicare per garantire interventi di adeguata qualità, tempestività, ed efficacia, validi sia nel caso motivato da esigenze conservative, sia nel caso che l’intervento sia richiesto da ragioni di obsolescenza e riuso, avendo ben chiaro che l’architettura non si conserva e non si conosce se non attraverso il suo uso».

Si è soffermata sul dialogo e la cooperazione tra pubblico e privato per la qualità del progetto di restauro e sulla «centralità della qualità nei progetti di restauro, intesa non solo come un obbligo deontologico e normativo, ma come un atto di responsabilità verso il passato e un investimento nel futuro al quale aspira lo specialista», Esmeralda Valente, dirigente del Servizio III – Tutela del patrimonio storico artistico e architettonico della DGABAP, Dipartimento per la tutela del Ministero della Cultura. Focus aperto sulla specialità della disciplina dei beni culturali nel nuovo Codice dei contratti pubblici, considerando la drastica riduzione della normativa primaria relativa ai beni culturali e la sua trasposizione, unitamente al Dm 154 del 2017, a livello regolamentare, nell’allegato II.18, con Valentina Sessa, professore associato di diritto amministrativo presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi Ecampus.

Alessandra Marino, già dirigente del ministero della Cultura ha approfondito il tema della conoscenza, «che ritorna in tutti i principali documenti di indirizzo emanati dal ministero della cultura per orientare in maniera corretta gli interventi sul patrimonio culturale, dall’intervento prettamente conservativo a quello di rifunzionalizzazione o ricostruzione dopo gli eventi calamitosi, attraverso l’individuazione di un metodo chiaro e la messa a punto di processualità condivise».

Spazio ai progetti di restauro con gli interventi Margherita Eichberg e Yuri Strozzieri, rispettivamente soprintendente e responsabile di Area funzionale Patrimonio Architettonico della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, che hanno raccontato l’intervento di efficientamento dell’Istituto Fantappiè a Viterbo e il restauro della Rocca Farnese a Capodimonte (Vt). Paolo Verdeschi, architetto, ha illustrato il restauro delle facciate a graffiti del Palazzo alla Maschera d’Oro a Roma.

Il documento di indirizzo è scaricabile dal sito della Sira (qui il link)

di Mariagrazia Barletta

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