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Pianificazione
29 Maggio 2024

PEBA nelle regioni: l’approccio multidimensionale della Toscana

I risultati di una strategia che integra più livelli di pianificazione e valorizza il feedback della ricerca, nel secondo incontro del ciclo dedicato dall'Osservatorio Accessibilità OAR ai modelli di intervento sul territorio.

“I piani dell’accessibilità in Toscana” sono stati al centro del secondo webinar (24 maggio 2024) dedicato all’applicazione dei PEBA nelle regioni italiane, all’interno del ciclo ideato dall’Osservatorio Accessibilità dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia (OAR), con la supervisione di Alice Buzzone, Coordinatrice Osservatorio Accessibilità, Consigliera OAR, e Lucia Martincigh, Osservatorio Accessibilità OAR. L’analisi degli aspetti salienti relativi alla legislazione regionale e ai piani di intervento attuati sul territorio toscano ha coinvolto anche Valeria Gambassi, Centro Regionale Accessibilità (CRA) della Regione Toscana, e Luca Marzi, Professore di Tecnologia dell’Architettura presso il DiDA dell’Università degli Studi di Firenze.

La Toscana rappresenta un laboratorio di sperimentazione per l’accessibilità e, nel corso di un trentennio, ha proposto una serie di  metodologie con cui declinare la fruizione totale degli spazi urbani in termini di complessità: intorno al Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), ovvero a partire dallo strumento indicato a livello nazionale dalla Legge 41/1986, si è evoluto un concetto di ecosistema in cui normativa, ricerca, progettazione e ingegneria dei dati interagiscono per disegnare città prive di  ostacoli.

Dai PEBA ai Piani per l’Accessibilità

Le “Norme sull’eliminazione delle barriere architettoniche” in Toscana sono contenute nella Legge Regionale 9 settembre 1991 n. 47, che dispone per i Comuni l’obbligo di approvare Programmi di abolizione delle barriere architettoniche, equivalenti ai PEBA, “per la realizzazione e per la piena utilizzazione di un ambiente costruito rispondente alle esigenze di tutti i cittadini, indipendentemente dall’età, dalle caratteristiche psico-fisiche e senso-percettive al fine di garantire a ciascuno l’esercizio autonomo di ogni attività” (art. 1, comma 1, modificato dalla LR 20 marzo 2000 n.34).

I “Programmi comunali di intervento per l’abbattimento delle barriere architettoniche” illustrano in che modo saranno reperiti i finanziamenti, qual è la situazione del territorio rispetto ad accessibilità fruibilità e sicurezza, quali opere, costi e tempi di realizzazione sono previsti. Di conseguenza, gli elaborati predisposti dai Comuni devono includere:

  • il rilievo di spazi, strutture ed edifici aperti al pubblico, con indicazione delle eventuali criticità;
  • una relazione che segnali le priorità di intervento;
  • le schede tecniche corrispondenti ai singoli interventi previsti;
  • una relazione finanziaria.

Il passaggio da “piano” a “programma”, ovvero l’importanza attribuita alla definizione di fasi e scadenze nella eliminazione delle barriere, si può considerare una premessa al lavoro di ricerca sui PEBA finanziato dalla Regione Toscana nel 2008 e condotto dal Centro Interuniversitario TESIS dell’Università di Firenze, che ha portato alla stesura di Linee guida per la redazione dei PEBA e alla definizione dei Piani per l’Accessibilità Urbana (PAU), “naturale evoluzione culturale e scientifica dei Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA): (…) strumenti operativi finalizzati al conseguimento dell’accessibilità dell’ambiente costruito” (toscana-accessibile.it) . Interessante sottolineare, a questo proposito, che la normativa regionale toscana colloca i Programmi comunali / PEBA in un ambiente costruito che comprende, oltre agli edifici, anche le infrastrutture e i mezzi di trasporto.

Il Centro Regionale per l’Accessibilità (CRA)

La Legge Regionale 18 ottobre 2017 n. 60 (art. 27) ha istituito in Toscana il Centro Regionale per l’Accessibilità (CRA), che nasce come punto di riferimento per la pubblica amministrazione, i tecnici, la cittadinanza e le associazioni impegnate nell’affermazione dei diritti delle persone con disabilità.

Le attività del CRA sono orientate a fornire:

  • supporto alle politiche regionali e consulenza agli operatori del settore pubblico;
  • verifica sui progetti di uso delle nuove tecnologie e collaborazione alla gestione del portale sulla disabilità;
  • promozione di iniziative per diffondere la cultura dell’accessibilità.

Per verificare lo stato di adozione dei Programmi di intervento / PEBA da parte dei Comuni toscani – e procedere all’attribuzione delle risorse per la progettazione destinate dal DPCM 10 ottobre 2022, il CRA ha effettuato un censimento su 273 comuni: dei 187 che hanno effettivamente compilato il questionario (al 30 settembre 2023), 102 sono risultati i comuni privi di PEBA (compresi quelli con un PEBA da aggiornare).

Le molte dimensioni dell’accessibilità

In Toscana, l’aspirazione a realizzare una città priva di barriere e liberamente percorribile, secondo quanto emerge dai PEBA per i Comuni di Arezzo, Pisa e Viareggio, o dal Piano per la Fruibilità e Accessibilità Urbana di Firenze e dagli Studi sugli itinerari turistici accessibili nel capoluogo, assume come presupposto il coordinamento tra i vari strumenti urbanistici e la “sovrapposizione” dei relativi dati, “nell’ottica della multidimensionalità del tema accessibilità “, come ha sottolineato Lucia Martincigh.

In particolare, i PEBA, intesi come livello di “metaprogetazione” preliminare alle iniziative di progetto, sono messi in relazione con dispositivi quali il Piano Urbano del Traffico (PUT) e il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) per fissare le priorità di intervento: individuare i fattori di pericolo nei punti in cui i percorsi pedonali incrociano il traffico veicolare (i cosiddetti punti “neri” e “grigi” del programma svedese Vision Zero) consente di rendere più sicuro per tutti l’accesso agli spazi urbani.

L’urgenza delle azioni da realizzare tramite i PEBA si misura anche valutando il grado di connettività dei percorsi, che è determinato dalla attribuzione di specifici coefficienti di calcolo o “pesi” ai flussi pedonali e alle principali destinazioni dei percorsi nelle città (gli attrattori), ma viene influenzato anche dal comfort ambientale (livelli di rumore, temperatura, umidità).

Partecipazione e condivisione dei dati

L’esigenza di definire con chiarezza e verificare nel tempo il quadro territoriale e sociale di riferimento per i PEBA si può soddisfare solo coinvolgendo cittadini, associazioni e altri portatori di interesse nella valutazione dei livelli di accessibilità. Il dialogo tra progettisti e potenziali beneficiari della eliminazione di barriere, che non riguarda solo le persone con disabilità, si sviluppa grazie a processi di partecipazione estesa dall’analisi preliminare al riscontro sui risultati finali dei PEBA realizzati.

Per trasformarsi in piano di accessibilità, il PEBA deve essere definito attraverso il confronto tra enti pubblici, istituti di ricerca, tecnici e utenti finali, secondo il modello della cognitive city, in cui i cittadini sono definiti sia fornitori che fruitori di informazioni. Come dimostrano i casi di studio della Toscana, la catalogazione, l’aggiornamento e la diffusione dei dati legati ai PEBA mediante sistemi informativi, consultabili tramite piattaforma online anche da parte di una utenza ampliata, migliora i risultati di progetto, ne facilita il monitoraggio e fornisce al singolo cittadino una interfaccia per documentarsi sulle condizioni di accesso o segnalare situazioni critiche.

La riflessione condivisa e lo scambio di competenze in relazione ai Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche attuati in varie zone d’Italia contribuisce al progresso generale del design for all. “L’Osservatorio Accessibilità dell’OAR ha voluto creare un ciclo di incontri che, coinvolgendo cittadini e cittadine, ma anche figure provenienti dal mondo della politica e dai comparti amministrativi di Municipi e Comuni, tentasse di entrare dentro il progetto per l’accessibilità, approfondendolo”, ha spiegato Alice Buzzone. “L’intenzione è fare rete fra le esperienze, raccogliere gli input che emergono durante i webinar e analizzarli in un incontro conclusivo in presenza“.

Per approfondire:

Antonio Lauria, L’Accessibilità come “sapere abilitante” per lo Sviluppo Umano: il Piano per l’Accessibilità,

https://open.toscana.it/documents/163286/176978/5.Piani_per_accessibilitx.pdf/cf2e32f0-25b4-47ed-9b86-f772f04d5428

Vedi anche:

PEBA nelle regioni italiane: spunti metodologici dalle esperienze del Lazio https://www.architettiroma.it/notizie/pianificazione/peba-nelle-regioni-italiane-spunti-metodologici-dalle-esperienze-del-lazio/

Architetti e città inclusiva: dalla progettazione per tutti al PEBA partecipato https://www.architettiroma.it/notizie/professione/architetti-e-citta-inclusiva-dalla-progettazione-per-tutti-al-peba-partecipato/

Laboratorio aperto sull’accessibilità nel Lazio: ampliamento del concetto di barriera, in attesa del Registro telematico PEBA
https://www.architettiroma.it/notizie/pianificazione/laboratorio-aperto-sullaccessibilita-nel-lazio-ampliamento-del-concetto-di-barriera-in-attesa-del-registro-telematico-peba/

Luoghi della cultura: fruizione ampliata con i fondi del PNRR
https://www.architettiroma.it/notizie/pianificazione/luoghi-della-cultura-fruizione-ampliata-con-i-fondi-del-pnrr/

di Francesca Bizzarro

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