La natura ibrida dei Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), che esprimono la sintesi tra elementi quantitativi sullo stato dei luoghi e aspirazione a realizzare l’accessibilità totale degli spazi, anche nella dimensione immateriale delle barriere percettive e cognitive, emerge dalle prescrizioni con cui gli enti locali hanno cercato di integrare la scarna normativa nazionale del 1986: consapevoli di confrontarsi con una materia complessa e interdisciplinare, i professionisti chiamati a redigere i PEBA nei Comuni italiani hanno l’opportunità e l’onere di formalizzare uno strumento esecutivo che, nella direzione tracciata dalle leggi, sia espressione di creatività e sensibilità progettuale.
Il contributo determinante dei tecnici ai singoli PEBA e, più in generale, alla diffusione dei principi del design for all, è emerso nell’ambito del webinar “I PEBA nel Lazio“, convegno di apertura del ciclo “Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche – PEBA. L’applicazione nelle regioni italiane” organizzato dall’Osservatorio Accessibilità dell’Ordine degli Architetti di Roma (OAR), che, nell’arco di quattro incontri online, descriverà lo stato della pianificazione per l’accessibilità con riferimenti a specifici casi di studio.
L’evento di mercoledì 8 maggio è stato aperto dai saluti di Alessandro Panci, Presidente OAR, Manuela Rinaldi, Assessore Lavori pubblici, Politiche di Ricostruzione, Viabilità e Infrastrutture della Regione Lazio, e Andrea Catarci, Assessore al Decentramento, Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 minuti di Roma Capitale. Introdotti da Alice Buzzone, Coordinatrice Osservatorio Accessibilità, Consigliera OAR, sono intervenuti: Daniela Orlandi, Osservatorio Accessibilità OAR, Alessandro Gerardi, avvocato, Commissione Tecnica Accessibilità OAR, Ombretta Renzi, architetto, Commissione Tecnica Accessibilità OAR, Antonietta Villanti, architetto, Osservatorio Accessibilità OAR.
Regione Lazio: applicazione delle Linee guida
Con le “Linee guida per gli studi finalizzati alla realizzazione dei PEBA” (Deliberazione 11 febbraio 2020 n. 40, Allegato A), la Regione Lazio ha indicato ai Comuni un procedimento da mettere in atto dopo un’approfondita fase di analisi, a livello edilizio, urbano/territoriale e amministrativo, specificando che i PEBA devono essere recepiti dagli strumenti di pianificazione generale.
Le Linee guida del 2020 richiedono alle amministrazioni di determinare il calendario di attuazione e di aggiornamento dei Piani di eliminazione delle Barriere Architettoniche, indicando le priorità di intervento, la stima dei costi e le azioni da intraprendere: in altri termini, il PEBA deve trasformarsi da progetto in processo, riferito a parametri di tempo e disponibilità di risorse definite, configurandosi come un elaborato dinamico, da aggiornare periodicamente in relazione alle rinnovate esigenze della comunità.
Le principali criticità si rilevano rispetto all’effettiva adozione dei PEBA – obbligatori da quasi quarant’anni (Legge 28 febbraio 1986 n. 41) – e, nella Regione Lazio, in riferimento alla catalogazione e al monitoraggio dei piani predisposti a livello locale. Come ha puntualizzato Daniela Orlandi: “Il Lazio è ripartito in 378 Comuni (…). Solo il 10 % di questi Comuni ha dato vita a un Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche. [Le Linee guida] parlano di Registro regionale telematico, che però al momento non è disponibile. Quindi non abbiamo la contezza né del numero di piani né del loro stato, perché un PEBA può essere realizzato e poi accantonato, mentre dovrebbe essere adottato e poi aggiornato – revisionato annualmente e rifatto dopo dieci anni”.
Accessibilità come diritto fondamentale
La mancata adozione dei PEBA, ovvero una pianificazione che non considera rilevante la percorribilità degli spazi urbani da parte di tutti, si configura come una violazione dei diritti delle persone con disabilità, alla luce dell’avanzamento culturale impresso dalla Convenzione ONU del 2006 e dell’evoluzione della giurisprudenza in materia.
“Fino a qualche anno fa le persone con disabilità motoria e le associazioni di categoria non avevano uno strumento giuridico efficace per costringere le Pubbliche Amministrazioni ad ottemperare all’obbligo di dotarsi dei PEBA” ha ricordato Alessandro Gerardi, sottolineando che al massimo potevano ottenere una somma a titolo di risarcimento. “Tutto cambia con la legge 1 marzo 2006 n. 67 (…): per la prima volta si può stabilire che il tema dell’accessibilità, della fruibilità degli spazi pubblici riguarda un diritto soggettivo fondamentale della persona (…) e che quindi garantire alle persone con disabilità di spostarsi liberamente sul territorio in maniera autonoma, sicura e dignitosa è un diritto fondamentale”.
Rispondendo a un ricorso presentato dall’Associazione Luca Coscioni contro il Comune di Pomezia sulla base della tutela antidiscriminatoria garantita dalla legge 67, il Tribunale di Roma (Ordinanza 13 dicembre 2022) ha riconosciuto che la mancata adozione del PEBA rappresenta una condotta discriminatoria, condannando il Comune a rimuovere gli effetti pregiudizievoli di tale condotta, ovvero a dotarsi di un PEBA entro un tempo prestabilito. “La sentenza ha creato un precedente e adesso viene utilizzata anche in altri contesti territoriali”.
Progettare per (e con) tutti
Le soluzioni elaborate nell’ambito dei PEBA riflettono l’idea che i progettisti hanno delle barriere architettoniche e del tipo di utenza a cui i benefici dei piani sono indirizzati: in una ricerca orientata alla città aperta a tutti, la capacità di immaginare sistemi creativi per superare gli ostacoli all’accesso e al movimento deve affiancarsi alla comprensione delle tipologie di barriera intangibile che impediscono l’inclusione dei cittadini nelle aree pubbliche. Per esempio, esistono ostacoli alla comprensione (segnaletica non tradotta) o minacce alla sicurezza (percorsi poco illuminati, limitazioni del campo visivo) con cui ogni cittadino può scontrarsi in una o più fasi della vita.
L’approfondimento sui PEBA realizzati nei Comuni laziali di Ladispoli e Palombara Sabina ha offerto l’occasione di riflettere sulla potenzialità delle mappe e dei percorsi tattili, dei sistemi di orientamento sensoriale che includono il verde pubblico, dei collegamenti verticali da integrare negli edifici dei centri storici. In entrambi i casi di studio, la premessa alla stesura dei Piani per l’Eliminazione delle Barriere architettoniche è stata una lettura attenta del territorio, dell’impianto urbano e del contesto sociale, a cui ha fatto seguito la determinazione del grado di urgenza dei vari interventi inseriti nel Piani.
Iniziative aperte alla cittadinanza, come le Passeggiate Inclusive Universali promosse dall’Osservatorio Accessibilità dell’OAR, sono un esempio delle buone pratiche attraverso le quali, parallelamente alle rilevazioni statistiche e ai sondaggi tramite questionario, si stabilisce un canale di comunicazione con i fruitori della città, che si trovano a sperimentare gli ostacoli derivanti dalle barriere architettoniche, anche solo temporaneamente.
“I PEBA sono un Piano di settore, ma oggi devono essere intesi, più che come un obbligo normativo, come un atto di civiltà per la città universale (…). Non bisogna intendere l’accessibilità come l’applicazione di soluzioni standard” ha concluso Alice Buzzone: occorre “trovare risposte ad hoc, anche con l’aiuto, con la consulenza delle persone con disabilità, per riuscire ad affermare un diritto e allo stesso tempo trarre soddisfazione da un bel progetto”.
Per approfondimenti:
Architetti e città inclusiva: dalla progettazione per tutti al PEBA partecipato https://www.architettiroma.it/notizie/professione/architetti-e-citta-inclusiva-dalla-progettazione-per-tutti-al-peba-partecipato/
Laboratorio aperto sull’accessibilità nel Lazio: ampliamento del concetto di barriera, in attesa del Registro telematico PEBA
https://www.architettiroma.it/notizie/pianificazione/laboratorio-aperto-sullaccessibilita-nel-lazio-ampliamento-del-concetto-di-barriera-in-attesa-del-registro-telematico-peba/
Luoghi della cultura: fruizione ampliata con i fondi del PNRR
https://www.architettiroma.it/notizie/pianificazione/luoghi-della-cultura-fruizione-ampliata-con-i-fondi-del-pnrr/