Prosegue il ciclo “Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche – PEBA. L’applicazione nelle regioni italiane” sviluppato dall’Osservatorio Accessibilità dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia (OAR) con l’obiettivo di definire, attraverso l’analisi di casi di studio riferiti a specifici contesti territoriali, le peculiarità degli strumenti che le amministrazioni locali hanno a disposizione per predisporre gli spazi urbani alla percorribilità totale: il terzo webinar “I PEBA di Udine” (7 giugno 2024) ha offerto un’ampia panoramica sulle iniziative del Friuli Venezia Giulia rispetto ai piani per l’accessibilità, concentrandosi sulle buone pratiche derivanti dalla digitalizzazione delle procedure.
In Friuli l’informatica ha contribuito a potenziare un sistema di gestione che si è evoluto costantemente nel corso degli anni, grazie alla solidità dell’impianto normativo regionale in materia di PEBA e alla interazione collaudata tra soggetti pubblici e privati. Tramite gli applicativi software messi a disposizione di enti, professionisti e portatori di interesse – in primo luogo le persone con disabilità e gli organismi che le rappresentano – si sono sviluppate metodologie di analisi, catalogazione e sintesi dei dati in grado di facilitare il lavoro dei tecnici nelle singole realtà comunali e aumentare il coinvolgimento di tutti i cittadini.
La novità delle soluzioni implementate è il riflesso dei principi che sono alla base della città accessibile, tradotti in termini di accesso condiviso alle informazioni: l’archiviazione “intelligente” dei PEBA in formato digitale, la possibilità di interrogare i database e metterli in relazione alle mappe georeferenziate, l’applicazione di criteri di priorità, il collegamento via web, valorizzano l’apporto dei progettisti che si susseguono nella stesura dei Piani di Eliminazione delle Barriere, creando relazioni tra contenuti e semplificandone il monitoraggio.
L’incontro di venerdì scorso, con la supervisione di Alice Buzzone, Coordinatrice Osservatorio Accessibilità OAR, ha coinvolto Michele Franz, Centro Regionale d’Informazione su Barriere Architettoniche del Friuli Venezia Giulia (CRIBA FVG), Lucia Martincigh, Osservatorio Accessibilità OAR, Christina Conti, Professore di Tecnologia dell’Architettura, Università degli Studi di Udine, DMIF (Dipartimento di scienze Matematiche, Informatiche e Fisiche), Francesco Casola ed Erica Gaiatto, Global Project Architettura, in qualità di relatori sul tema dei PEBA in Friuli Venezia Giulia, riferito in particolare al Comune di Udine.
La Legge Regionale 10 / 2018 e la svolta dello universal design
Nel quadro delineato dalla legislazione nazionale a partire dalla Legge 41 / 1986, con l’obbligo per i Comuni di redigere Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche, il fulcro della normativa vigente sul territorio del Friuli Venezia Giulia è costituito dalla Legge Regionale 19 marzo 2018 n. 10, “Principi generali e disposizioni attuative in materia di accessibilità”, che “(…) s’impegna a conseguire l’innalzamento della qualità della progettazione edilizia e urbanistica, promuovendo e sostenendo azioni volte ad accompagnare il processo che guida la cultura del progetto verso una progressiva adesione ai criteri metodologici della progettazione universale” (art. 1, comma 2).
Rispetto a provvedimenti quali la Legge 9 gennaio 1989 n. 13 e il DPR 24 luglio 1996 n. 503, incentrati sulla eliminazione delle barriere fisiche, rispettivamente, dagli edifici privati e negli edifici, spazi e servizi pubblici, la LR 10 / 2018 applica un nuovo approccio alla accessibilità e, aderendo al dettato della Convenzione ONU del 2006 (ratificata in Italia nel 2009) sui diritti delle persone con disabilità, estende di fatto l’ambito dei PEBA a ostacoli immateriali come le barriere sensoriali e cognitive, rendendo necessaria una lettura più approfondita e consapevole delle realtà urbane.
La Legge 10 / 2018 della Regione Friuli Venezia Giulia avvia quindi (art. 6, comma 1) “un progetto di mappatura generale dell’accessibilità “avente ad oggetto, prioritariamente, gli edifici pubblici e i percorsi urbani ed extra urbani, da individuarsi a cura dei Comuni (…)” e (art. 6. comma 2) “(…) anche gli edifici di proprietà privata aperti al pubblico”.
CRIBA FVG, dal censimento dei Comuni alle linee guida per la redazione dei PEBA
Il Centro Regionale d’Informazione su Barriere Architettoniche e Accessibilità del Friuli Venezia Giulia (CRIBA FVG), istituito nel 2009 e gestito sotto la direzione della Consulta Regionale delle Associazioni Persone con Disabilità, con il coinvolgimento delle Università di Udine e Trieste, di Ordini professionali, Vigili del Fuoco, Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (UILDM) e numerose altre associazioni, è individuato dalla LR 10 / 2018 (art. 5) come referente unico regionale in tema di accessibilità.
Impegnato in attività di ricerca e documentazione, consulenza e formazione, il CRIBA FVG ha condotto nel 2011 un censimento dei Comuni con più di 2000 abitanti “all’interno del progetto strategico regionale Laboratorio regionale in tema di Accessibilità Domotica Innovazione (LADI)” (qui.uniud.it) orientato a valutare l’effettiva approvazione dei PEBA: a conclusione del rilevamento, nel 2012, solo l’8% dei Comuni (9 dei 127 censiti) affermava di essere dotato di un PEBA.
Per stimolare le amministrazioni comunali a predisporre i Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche e offrire un metodo unico di intervento, nel 2020 la Regione Friuli Venezia Giulia ha pubblicato le Linee guida (aggiornate a febbraio 2024) per la redazione del PEBA, formulate dal CRIBA in collaborazione con Direzione Centrale Infrastrutture e Territorio – Servizio politiche per la rigenerazione urbana, la qualità dell’abitare e le infrastrutture per l’istruzione, Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Università degli Studi di Udine – Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura.
Attualmente, i Comuni del Friuli dotati di PEBA sono diventati 51 (accessibile.regione.fvg.it) e quasi il doppio, quelli che hanno richiesto di accedere ai finanziamenti stanziati dalla Regione per coprire le spese connesse all’adozione dei PEBA..
La piattaforma digitale per la redazione e l’aggiornamento partecipato dei PEBA
Le fasi di stesura del PEBA individuate dalle Linee guida regionali del Friuli Venezia Giulia – analisi preliminare, rilievo dello stato di fatto, definizione delle soluzioni progettuali e relativa stima dei costi, programmazione, documentazione e approvazione, attuazione e monitoraggio – si ritrovano articolate negli strumenti software riservati ai tecnici per realizzare i Piani di Eliminazione delle Barriere e condividerli con soggetti qualificati e utenza ampliata, contribuendo alla mappatura generale dell’accessibilità:
- Eagle FVG, un WebGIS con accesso tramite autenticazione e autorizzazione, attraverso il quale riportare su mappa georeferenziata le informazioni estrapolate dalle basi dati dei vari livelli di informazioni riguardanti il territorio;
- PEBAFVG, una web app fornita dalla Regione ai Comuni per la redazione dei PEBA, che elabora e visualizza i dati di rilievo mediante cartografia EagleFVG e planimetrie.
Nell’ambito della piattaforma predisposta a livello regionale rientrano anche le interfacce modulate sulle esigenze dei cittadini o, più in generale, di chiunque voglia reperire oppure fornire informazioni sull’accessibilità:
- Portale FVG accessibile, dedicato a normativa, notizie, eventi e attività di enti locali e altri soggetti;
- “Segnala la barriera”, un sistema geolocalizzato fruibile anche da dispositivi mobili, in grado di integrare eventuali lacune nel rilievo associato ai PEBA (l’utente identifica la posizione, sceglie la barriera da segnalare, allegando o meno una foto, e può effettuare ricerche sulle segnalazioni già presenti nel sistema).
Il PEBA di Udine, tra metaprogetto e raggruppamento delle criticità
Il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche realizzato tra agosto 2021 e luglio 2022 su incarico del Comune di Udine da Francesco Casola ed Erica Gaiatto ha avuto come premessa “un importante lavoro preparatorio [condotto] da un gruppo di studio guidato dalla professoressa Christina Conti (…)” che “ha consentito di raccogliere importanti indicazioni per impostare le priorità del PEBA, mettere a fuoco le criticità del territorio, individuare le buone pratiche da utilizzare nella stesura del Piano” (udine.uildm.org).
Il PEBA di Udine è stato redatto (e può essere aggiornato) utilizzando il software PEBAFVG che:
- si relaziona con una base dati centralizzata;
- individua le criticità e considera i vari profili di utenza;
- utilizza una terminologia standard per ogni componente / elemento / attributo;
- dispone di una libreria integrata di soluzioni metaprogettuali (650 quelle inserite finora nel database relativo al PEBA di Casola e Gaiatto);
- elabora i criteri di priorità degli interventi.
Le soluzioni metaprogettuali sono schemi-tipo puramente indicativi rispetto ai quali definire i requisiti prestazionali del progetto di attuazione del PEBA e prefigurare il costo degli interventi – una stima teorica che va poi adeguata alla effettiva scelta di materiali più o meno pregiati, all’eventuale rialzo dei prezzi, al prolungarsi dei tempi di realizzazione.
Ad ogni criticità, ovvero a ogni barriera rilevata nell’area di Udine, viene associata una scheda descrittiva, in cui sono riportati, tra l’altro, il codice univoco che permette di localizzarla sulle planimetrie georefenziate, i profili di utenza per cui risulta rilevante, il livello di priorità primaria (alta, media, bassa) e una descrizione (il PEBA di Udine incorpora 180 tipi di criticità, ripartiti in 16 categorie). Nella scheda della criticità viene inserita anche la soluzione – tipo selezionata dalla libreria, con il costo previsto, e si specifica se essa consente di risolvere contemporaneamente anche altre criticità.
Interrogando la base di dati del PEBA digitale, si possono estrapolare schede di sintesi che raggruppano più criticità in riferimento a un contesto omogeneo, urbano (richiamo alla toponomastica) o edilizio (denominazione di un edificio): per esempio, indicando il nome di una strada, si visualizzano su mappa tutte le barriere / criticità che le sono associate, e si leggono le descrizioni ricavate dalle singole schede corrispondenti. Le schede di sintesi restituite da PEBAFVG, in cui viene segnalato anche un livello di priorità secondaria espresso come rapporto numerico, consentono di programmare gli interventi di attuazione del PEBA ottimizzando tempi e risorse.
“Cartografia e schede, restituiscono un quadro complessivo dello stato di fatto del sistema ambientale e del sistema tecnologico degli itinerari urbani strumentale alla governance per servizi alla persona e all’ambiente. Il PEBA diviene quindi strumento di monitoraggio delle potenzialità e criticità di pianificazione, programmazione e manutenzione” (Christina Conti, Mickeal Milocco Borlini, Elena Frattolin, Silvia Cioci, “Itinerari accessibili. Udine, un contributo alla transizione eco-sociale dei medi centri urbani”, TECHNE n. 23, Firenze University Press 2022).
Per approfondire:
Regione Friuli Venezia Giulia, Linee guida per la redazione del PEBA
https://accessibile.regione.fvg.it/portaleimmersive/Documenti/32_LINEE_GUIDA_PEBA.pdf
Vedi anche:
PEBA nelle regioni: l’approccio multidimensionale della Toscana
PEBA nelle regioni italiane: spunti metodologici dalle esperienze del Lazio
Architetti e città inclusiva: dalla progettazione per tutti al PEBA partecipato
Laboratorio aperto sull’accessibilità nel Lazio: ampliamento del concetto di barriera, in attesa del Registro telematico PEBA
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