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21 Ottobre 2024

Testo Unico Edilizia, Pnrr, rigenerazione urbana: i professionisti indicano le priorità per l’Italia

Alla Curia Iulia, nel parco archeologico del Colosseo, incontro tra i rappresentati di ordini professionali, pubbliche amministrazioni e di molte categorie economiche con rappresentanti del parlamento per discutere delle riforme necessarie per il Paese - Panci: «Servono norme coerenti e immediatamente applicabili»

Un Testo Unico dell’Edilizia organico, coerente e con disposizioni normative immediatamente applicabili.  Una legge sulla rigenerazione urbana che guardi al rilancio socio-economico del territorio. Strumenti che permettano la veloce attuazione delle misure connesse al Pnrr, per riuscire a portare avanti e concludere i cantieri nei tempi, senza dimenticare l’obiettivo di ogni appalto: qualità e necessità di quanto viene realizzato. Sono alcune delle richieste avanzate dai professionisti – e in particolare dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, Alessandro Panci-  in riferimento alle priorità da affrontare per ridare linfa alla crescita del Paese, in occasione di una giornata di dialogo, lo scorso 18 ottobre, tra ordini professionali, pubblica amministrazione, categorie economiche e rappresentanti della politica intorno al tema dei lavori pubblici.

L’evento – dal titolo «Riprogettiamo l’Italia» – si è svolto presso la Curia Iulia, nel parco archeologico del Colosseo, ed è stato promosso dall’Intergruppo parlamentare «Progetto Italia», dedicato ai lavori pubblici, all’edilizia e all’urbanistica: un momento di confronto politico- parlamentare e di dialogo con operatori, tecnici e professionisti con l’obiettivo di ragionare sui tema cruciali per il settore, in ottica muldisciplinare, con particolare attenzione a punti rilevanti come, tra l’altro, la semplificazione normativa, la digitalizzazione, il costo dei materiali, i criteri ambientali minimi e i requisiti energetici.

A centrare l’attenzione sulle priorità e sui temi di maggiore interesse, nell’ambito del tavolo introduttivo ai lavori – chiedendo un’accelerazione  affinché ci siano riscontri concreti per una «lista dei desideri» il cui compimento è atteso da troppi anni -, sono stati i rappresentati degli ordini professionali intervenuti: Alessandro Panci, presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia; Massimo Cerri, Presidente Ordine Ingegneri della provincia di Roma; e Antonio Scaglione, Presidente Collegio provinciale Geometri di Roma.

«Riprogettare l’Italia» è un titolo molto ambizioso che si lega alla necessità di avere una visione per il Paese e le città del futuro. Per poterlo fare, però, è necessario avere a disposizione una strumentazione che ci metta nelle condizioni di pensare, progettare e realizzare quello che proponiamo». A dirlo è stato il presidente OAR, Alessandro Panci, che è partito dal Testo Unico dell’Edilizia, che dovrà essere «organico, coerente e con disposizioni normative immediatamente applicabili». Le modifiche avvenute e quelle in corso – ha spiegato – «devono essere orientate comprendendo la situazione del patrimonio edilizio italiano e delle diverse norme e procedure intervenute nei decenni scorsi al fine di permettere l’emanazione di direttive chiare e semplici da attuare. Troppo spesso ci troviamo di fronte a norme poco chiare, inattuabili senza l’intervento di circolari esplicative e che diventano motivo di contenziosi tra privati e con le amministrazioni pubbliche. Per questo, è stato proposto un testo organico sottoscritto dagli Ordini degli Architetti italiani che abbiamo posto a supporto del Parlamento e del Mit e, in tal senso, continuiamo ad apportare il nostro contributo per una modifica organica del T.U. 380/2001». Per quanto riguarda il Codice Appalti, in particolare, il presidente OAR ha rimarcato come «oltre l’accesso al mercato già ampiamente discusso negli anni precedenti, nei suoi principi generali introduca un aspetto di novità nell’enunciare i principi di fiducia e di risultato. Ci si vuole soffermare su entrambi. Il primo cambia notevolmente il punto di vista che, a seguito degli avvenimenti legati a Tangentopoli, era divenuto piuttosto di estrema diffidenza verso le stazioni appaltanti, con ricadute indirette su professionisti e imprese. Sul principio di risultato si vuole evidenziare l’obbiettivo per cui gli atti amministrativi devono facilitare la realizzazione dell’opera pubblica affinché la stessa sia di qualità. Tali principi ancora non sono pienamente operativi e si auspica che divengano sempre più i presupposti che portino alla corretta applicazione dell’articolato del Codice Appalti e dei suoi regolamenti attuativi». Infine, il riferimento all’urgenza di definire soluzioni utili anche a centrare gli obiettivi Pnrr: «In questo momento in cui il Piano Nazione di Ripresa e Resilienza ha consentito a tutte le amministrazioni di avere a disposizione ingenti risorse economiche, diviene necessario poter usufruire di strumenti che permettano la veloce attuazione delle misure senza dimenticare l’obiettivo di ogni appalto: la qualità e la necessità di quanto verrà realizzato».

Qui le video riflessioni di Alessandro Panci a margine del convegno presso la Curia Iulia

Sulla stessa linea il presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Roma, Massimo Cerri, che ha sottolineato come “alle parole chiave digitalizzazione e semplificazione, si debba aggiungere anche il concetto di cooperazione. Le opportunità offerte dal Pnrr, uscendo dalla crisi internazionale  degli ultimi anni, con partite importanti da giocare su temi come il Testo Unico, il Codice Appalti, il Partenariato pubblico privato, devono essere colte. Nella consapevolezza che gli investimenti pubblici devono essere indirizzati in modo tale da centrare il risultato finale di garantire la qualità della vita, senza prescindere dalla sostenibilità, ambientale e non solo, di ciò che lasceremo sul territorio. Quello attuale è un momento che dobbiamo considerare come un ‘Pit Stop’, in termini revisione e messa a punto della codicistica pubblica, che ci lanci in una seconda fase incentrata sulla pianificazione».

«Le sinergie ci sono e vanno portate avanti – ha affermato Antonio Scaglione, presidente del Collegio provinciale dei Geometri di Roma -. Sul fronte del Testo Unico delle Costruzioni, in particolare, riteniamo necessario sostituire un DPR che di ‘unico’ ormai ha poco, considerando come sia stato integrato e sostituito con tantissimi articoli e da una giurisprudenza ormai consolidata che ne ha cambiato lo spirito stesso. Da considerare il contesto con cui dobbiamo confrontarci sul territorio: il 37% dei nostri immobili ha più di 40 anni e il 58,4% non è adeguato ai criteri di risparmio energetico. L’Agenda 2030 parla di insediamenti urbani inclusivi, sicuri e resilienti, ma non si può pensare a città sostenibili se non pensiamo a immobili sostenibili».

Il dialogo con la politica

A promuovere l’incontro con esperti, rappresentanti delle categorie economiche e degli ordini professionali e università – come detto – è stato l’Intergruppo parlamentare «Progetto Italia», la cui presidente, Erica Mazzetti ha rimarcato l’importanza di «tenere insieme settori fondamentali per l’economia del nostro Paese». «Edilizia, urbanistica, lavori pubblici, ambiente: sono temi che devono essere messi a sistema – ha detto -, senza più rappresentare compartimenti stagni. Per questo occorre una legge quadro con principi uguali su tutto il territorio nazionale. Gli investitori ci sono ma hanno bisogno di norme certe». In quest’ottica, resta «fondamentale il contributo di tutte le categorie economiche, a partire proprio dagli ordini professionali, sempre disponibili a offrire contenuti, spunti di riflessione e proposte concrete. È già pronta – ha inoltre annunciato Mazzetti – una bozza, che esaminerò nei prossimi giorni, e – come fatto con i correttivi al Codice Appalti – presenterò una risoluzione parlamentare che impegni il Governo a intervenire su questo tema».

Qui video intervista a Erica Mazzetti

Per Diego Sozzani, Consigliere del Ministro della Pubblica Amministrazione (Paolo Zangrillo) uno dei nodi più importanti da sciogliere è quello delle semplificazioni amministrative: «Occorrono procedure più semplici affinché dalla discussione normativa si passi a un’applicazione concreta sui territori. Semplificazione significa anche cultura, da parte delle singole amministrazioni nell’avere al proprio interno persone preparate affinché , ad esempio, la digitalizzazione venga messa a terra, che sappiano utilizzare i nuovi strumenti, in modo semplice e produttivo».

Qui la riflessione di Diego Sozzani

Oltre agli altri interventi istituzionali – che hanno visto la partecipazione, tra gli altri, di Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa (con un video messaggio); Tullio Ferrante, sottosegretario di Stato del Ministero per le Infrastrutture e i trasporti; e Massimo Sessa, presidente Consiglio Superiore Lavori Pubblici – la giornata ha visto l’alternarsi di un ampio ventaglio di relatori nei panel dedicati: «Attuazione PNRR»; «Testo Unico delle Costruzioni»; e «Codice Appalti: PPP, digitalizzazione e correttivi». 

Tra le relazioni incentrate su un altro tra i temi centrali della giornata, il partenariato pubblico privato, c’è stata quella di Dario Simeoli, Consigliere di Stato, che ha spiegato come il PPP debba essere visto «non più solo come modello contrattuale alternativo all’appalto ma come un nuovo modo di fare amministrazione. Un modo alternativo fondato su cooperazione tra operatori economici e amministrazione. Cooperazione significa che invece di esserci relazione di interessi contrapposti, nel PPP è auspicabile che gli operatori privati e la PA cooperino per i dividere obiettivi di interesse generale, responsabilità e risorse, in un quadro improntato alla governance basata sulla fiducia». L’appalto, infatti – ha proseguito – «è un modello in cui è l’amministrazione che definisce i bisogni e i mezzi. Il PPP, invece, può essere una figura più flessibile in cui privato e pubblico collaborano già in fase strategica di definizione, in una collaborazione di lungo periodo in cui i privati devono mettere a disposizione del pubblico le loro competenze, visione, progettualità. È un modello, tuttavia, che ancora non è decollato nel nostro sistema». (FN)

Video interviste e fotografie di Francesco Nariello

di Francesco Nariello

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