Ampliata la possibilità di ricorrere all’accertamento di conformità, svincolato dalla doppia conformità grazie all’introduzione della cosiddetta conformità asimmetrica, con riferimento a difformità parziali e variazioni essenziali. Estese le tolleranze costruttive ed esecutive.
Questo il focus del convegno “Accertamento di conformità – Dpr 380 del 2001. Novità del Dl 69 del 2024 coordinato con la Legge di Conversione 105 del 2024”, con il coordinamento scientifico di Franco Romano, membro del Comitato tecnico per la formazione dell’OAR.
Un confronto aperto tra professionisti e funzionari dell’amministrazione pubblica finalizzato a chiarire procedure e normative con cui quotidianamente gli architetti si confrontano, spesso senza avere certezza sul corretto modus operandi, soprattutto alla luce delle novità introdotte dal decreto “Salva-casa” che ha puntato a semplificare le procedure di regolarizzazione delle difformità edilizie, purché non ci si trovi in assenza del titolo abilitativo o in totale difformità dallo stesso.
Dall’incontro emerge con forza la necessità di riscrivere la normativa, ormai frutto di successive sovrapposizioni legislative non organiche.
“Come Ordine siamo impegnati su più tavoli tecnici per rendere coerenti le normative a livello statale, regionale e comunale. In particolare, daremo il nostro contributo tecnico agli uffici dell’urbanistica e alle commissioni consiliari competenti della Regione Lazio sulle modifiche da apportare alla legge regionale 15 del 2008 per adeguarla alle novità introdotte dal Salva-casa e renderla chiaramente ed univocamente applicabile sul territorio”, spiega Lorenzo Busnengo, consigliere dell’OAR con delega ai rapporti con la pubblica amministrazione.
“Come Ordine stiamo lavorando per fornire agli iscritti un quadro delle novità normative introdotte. Il prossimo incontro è fissato il 20 dicembre 2024 per un aggiornamento sul Dl Salva-casa”, conclude Franco Romano.
“Il Salva-casa punta a superare delle criticità presenti nella normativa edilizia nella prospettiva di agevolare la regolarizzazione, la commerciabilità e la trasformazione dell’esistente, ma non è un condono non consentendo di sanare abusi in totale difformità”, precisa Salvatore Lo Brutto, funzionario del Dipartimento Pianificazione e Attuazione Urbanistica di Roma Capitale e referente del Suet. Nelle more di documenti esplicativi da parte del legislatore statale, la direzione edilizia del dipartimento Pau ha adottato un documento di orientamento per gli uffici che chiedono indicazioni di massima. “Secondo il recente indirizzo di Roma Capitale riguardo all’agibilità – prosegue Lo Brutto, in riferimento alla circolare -, la deroga estesa ai due requisiti dimensionali di altezza e di superficie minima dei locali, è ammessa esclusivamente per interventi sul patrimonio edilizio esistente atti a garantirne il miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie; pertanto, va esclusa l’applicabilità di tale regime derogatorio ai mutamenti di destinazioni d’uso, nonché alle nuove costruzioni e agli interventi di demolizione e ricostruzione, anche qualora tali interventi siano classificabili come ristrutturazione edilizia”.
L’approvazione del Salva Casa comporta anche modifiche alle procedure edilizie come rileva Sabina Calcabrini, funzionario dell’Ufficio Arp Suet, direzione Edilizia privata del dipartimento Pau: “Stiamo aspettando una modulistica unificata a livello nazionale che aggiorni quella acquisita dalla Regione Lazio e da Roma Capitale nel 2017. Abbiamo inserito nel format del Suet, per quanto riguarda la Scia in sanatoria, l’abrogazione dell’art. 37, comma 4 sostituito dal 36-bis e note esplicative per il pagamento delle oblazioni, normate da leggi regionali”.
Sull’importanza dell’introduzione dell’art. 36bis insiste anche Livio Lavitola, avvocato e consulente OAR: “E’ una notevole modifica normativa – afferma – che consente di sbloccare la sanatoria di difformità lievi che bloccano compravendite e nuove procedure edilizie, oltre a consentire nuovi introiti per oblazioni e oneri. Certamente molte ancora sono le incertezze procedurali e interpretative, ma il Salva-casa, con riferimento all’art. 36 bis, va visto in un’ottica positiva di regolarizzazione del patrimonio esistente. Basti pensare all’introduzione del silenzio assenso sia in ambito edilizio che paesaggistico”.
Dunque, un passo in avanti verso la semplificazione delle procedure, auspicando l’arrivo di un nuovo testo unico delle Costruzioni a distanza di più di 20 anni dall’entrata in vigore del Dpr 380 del 2001, il testo unico dell’edilizia.