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14 Ottobre 2024

Compensi equi per i Ctu: entro novembre l’esito dei lavori della commissione ministeriale

Ampio confronto all’Ordine degli Architetti di Roma sulla necessità di rideterminare i criteri utilizzati dai giudici per compensare il lavoro svolto dai Consulenti tecnici d’ufficio (Ctu). Criteri iniqui e fermi al 2002. Presente all’incontro – che ha raccolto anche numerose problematiche riscontrate nella pratica quotidiana dai partecipanti – Giorgio Granello, l’unico membro della Commissione ministeriale per l’adeguamento dei compensi dei Ctu a rappresentare i professionisti.

«L’Ordine degli architetti di Roma attraverso la sua Commissione Ctu ha portato avanti in questo periodo una serie di azioni, tra cui una delle più importanti è la modifica dei testi sulla base dei quali si determinano le tariffe dei Ctu. Partendo dal presupposto oggettivo che la tariffa a vacazione è di circa 14 euro per la prima vacazione e poco più di 8 euro per la seconda, e considerando che la vacazione corrisponde a due ore lavorative, è ovvio che pensare che l’architetto possa essere pagato meno di cinque euro l’ora nell’espletamento di un’attività di consulente tecnico d’ufficio per il tribunale, quindi per un incarico di alta responsabilità, è obiettivamente incongruo e ingiusto», afferma Alessandro Panci, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia. «Anche il calcolo delle parcelle che hanno a che fare con tariffe a percentuale non è stato aggiornato nel tempo. Questo – prosegue Panci – evidenzia la necessità urgente di un intervento. Oggi più che mai noi ci battiamo affinché siano riconosciute delle tariffe congrue per l’attività del Consulente tecnico di ufficio, la cui attività non è da considerare come accessoria: in una causa il Ctu riveste un ruolo rilevante ed estremamente delicato e importante». Le tariffe che oggi si «applicano non sono dignitose per la categoria, non lo sono per le attività che svolgiamo e nemmeno per le responsabilità che implicano», chiosa il presidente dell’Oar dopo aver ricordato che l’Ordine degli Architetti di Roma – insieme ad altri Ordini e a Maria Cristina Milanese, presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino presente al Convegno – ha prodotto un documento per aiutare il lavoro della Commissione ministeriale chiamata a rivedere le tariffe dei Ctu.

«Tutti gli Ordini hanno sempre creduto nelle commissioni Ctu, abbiamo lavorato molto e continuiamo a farlo, dando slancio anche a chi verrà dopo di noi. Oggi siamo coinvolti anche sul tema del superbonus che entra sempre più nei tribunali e noi come consulenti veniamo chiamati a dirimere gineprai incredibili, è un mondo che ci vede immersi e che chiede la nostra competenza e professionalità», ricorda Raffaele Fusco, presidente della Federazione interregionale degli Ordini degli architetti di Piemonte e Valle d’Aosta.

Raffaele Bencardino, componente della Commissione Ctu – Tribunale di Tivoli, ha ricordato l’operato della Commissione per i Consulenti tecnici d’ufficio istituita dall’Oar. L’Ordine di Roma, «tenendo conto dei diversi tribunali presenti nella provincia, ha ritenuto opportuno nominare un referente per ogni tribunale al fine di agevolare l’omogeneizzazione delle prassi in vigore». «In particolare – ha sottolineato Bencardino – l’attività è rivolta sia verso l’interno, con l’organizzazione della formazione nelle discipline tecniche e giuridiche, sia verso l’esterno, infittendo la maglia delle relazioni tra Ordine e tribunali allo scopo di instaurare buone prassi, o migliorare quelle già esistenti, finanche a proporre, come sta avvenendo in questo periodo, innovazioni alle norme che più ci riguardano».

Giorgio Granello, unico professionista dell’area tecnica a sedere ai tavoli della Commissione ministeriale per l’adeguamento dei compensi dei Ctu, non si sbottona sulla determinazione delle nuove tariffe cui la commissione incardinata presso il ministero della Giustizia, sta lavorando, perché tenuto all’obbligo di riservatezza. Mette sul tavolo, però, le problematiche cui la Commissione tenta di dare soluzioni. Granello parla di inadeguatezza dei criteri, fermi da anni, sulla base dei quali oggi si calcano i compensi dei Ctu. Che serva una riforma è chiaro anche alla Commissione ministeriale, ma, ovviamente, l’aumento degli onorari dei Ctu – dice apertamente Granello – ha delle ripercussioni sul bilancio dello Stato. Per cui c’è da «trovare il giusto equilibrio per evitare di andare avanti in queste condizioni», ossia riconoscendo onorari incongrui ai Ctu. «Non possiamo permetterci di andare avanti con queste tariffe», rimarca. Entro novembre, il lavoro della Commissione – fa sapere Granello – deve concludersi. Solo dopo quella data si potrà sapere a cosa ha portato concretamente quel lavoro.

Secondo Graziano Castagnetta, Commissione Ctu– Tribunale di Roma, «oltre alla rideterminazione delle tariffe, che speriamo sia quella giusta, occorrono anche delle linee guida, serve limitare la giurisdizionalità dei giudici che molto spesso operano ingiustificati tagli agli onorari presentati dal professionista». Si dice sfiduciato, Paolo Cianfrocca, Commissione Ctu – Tribunale di Velletri: «dialogando con colleghi mi accorgo di un mal contento comune, la proposta di tariffe più eque e proporzionate mi sembra lontana come definizione», afferma l’architetto ricordando che al momento l’unico modo per ottenere «la giusta quantificazione economica delle prestazioni è costruire un rapporto di interlocuzione con i giudici». Cosa sempre più difficile perché le udienze difficilmente sono in presenza.

Un modo per tentare di difendere il proprio onorario, secondo Roberto Lancia, Commissione Ctu– Tribunale di Roma, è dettagliare il lavoro svolto nel momento in cui si elabora la proposta di liquidazione. «È sbagliato inserire il riferimento alla normativa e ai suoi articoli senza spiegare nel dettaglio il lavoro che è stato svolto. Bisogna farlo a partire dai quesiti posti e analizzandoli uno per uno, spiegando anche le difficoltà incontrate. È necessario giustificare nel dettaglio la richiesta che andiamo a fare». Antonio Correnti, Commissione Ctu – Tribunale di Civitavecchia ricorda «il grande lavoro svolto con i tribunali e con gli altri Ordini per un confronto costante» e ricorda anche quanto sia importante per un Ctu «studiare, essere preparato per potersi confrontare adeguatamente con le divere figure: giudici, avvocati e Ctp». «La Commissione Ctu dell’Oar – prosegue Correnti rivolgendosi al pubblico – è qui per ascoltarvi, ci sono soggetti deputati a proteggervi e a tutelarvi e siamo noi, l’Ordine. Se avete un problema nell’ambito del vostro lavoro come Ctu, scrivete alla Commissione.  Siamo qui per voi».

«Il Consulente tecnico d’ufficio riveste un ruolo cruciale all’interno del sistema giudiziario, fornendo al giudice un’opinione tecnica imparziale e motivata su questioni che richiedono competenze specifiche. La qualità delle perizie, la formazione continua e l’adeguatezza dei compensi sono elementi imprescindibili per garantire l’efficacia e l’affidabilità di questo servizio», dichiara Marco Iacovissi, segreteria tecnica della Commissione Ctu, al margine del convegno.

Maria Cristina Milanese, presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino spiega qual è il ruolo del Ctu e quali sono le normative cui far riferimento, insieme a Claudia Chiariglione, segretaria del focus group Ctu dell’Ordine piemontese, in collegamento da Torino. Milanese, come componente del gruppo specialistico del Consiglio nazionale degli Architetti, fa sapere che è stata avanzata una proposta alla Commissione per la rideterminazione delle tariffe dei Ctu «non solo finalizzata all’adeguamento Istat delle tariffe, ma volta a indirizzare i tribunali d’Italia ad un’unica interpretazione, affinché non sia lasciato spazio alla discrezionalità che si riscontra oggi». Si tratta nello specifico di linee guida per la liquidazione degli onorari e delle spese dell’ausiliario del giudice e per l’applicazione del Dm 30 maggio 2022 e del Dpr 115 del 2002. «Perché, determinate le nuove tariffe, entro la fine dell’anno, dovremmo capire se la Commissione ha adeguato e basta o se ha fatto una proposta di altro tipo, ma qualsiasi sia la soluzione raggiunta, è necessario avere una sorta di linea guida per i giudici, per evitare le interpretazioni cui assistiamo».

di Mariagrazia Barletta

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