Per comprendere l’accelerazione che il GIS (Geographic Information System) ha impresso all’analisi e alla rappresentazione dei contesti paesaggistici e urbani, può essere utile considerare la distanza tra le raffigurazioni statiche conservate negli archivi storici e le attuali mappe, legate a database in progressiva espansione e, per questo, continuamente aggiornabili anche davanti agli occhi di chi le osserva con un “refresh” di informazioni.
Nella pianificazione urbanistica, dal livello territoriale al particolareggiato, la componente dinamica dei sistemi informativi geografici si traduce nella possibilità di collegare i contorni delle aree, le modalità operative e tutte le qualificazioni delle zone interessate dai piani, alle prescrizioni della normativa più recente, con il vantaggio di effettuare modifiche ad hoc che in epoca pre-digitale avrebbero richiesto la produzione di nuovi elaborati cartacei.
Inoltre, come è chiaramente emerso nell’ambito del seminario “Il GIS nella pianificazione urbanistica”, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma (OAR) in modalità webinar, con il coordinamento scientifico di Lorenzo Pasquarelli, CTF OAR – Referente percorso formativo, le cartografie generate dai dati, che vengono considerati attributi di singoli elementi grafici della raffigurazione geografica, possono avvantaggiarsi della interoperabilità, cioè dell’utilizzo contemporaneo di più raccolte di informazioni digitalizzate.
Diversi enti pubblici mettono a diposizione i propri database GIS tramite il web in modalità “aperta”, consentendo ai progettisti di incorporare più livelli di informazioni, evidenziate con la scelta di temi e colori, in una stessa restituzione grafica. Se l’accesso ai sistemi informativi geografici collegati a Internet avviene sotto forma di download di file da inserire offline nell’applicazione georeferenziata, si realizza una interoperabilità di I livello; se invece funziona un collegamento continuo tra la singola applicazione e un servizio online (web service), l’interoperabilità si definisce di II livello – ogni volta che si apre la mappa, i contenuti vengono attinti, in tempo reale, dal database remoto.
I sistemi informativi geografici offrono alla pubblica amministrazione uno strumento di supporto alle decisioni, sia negli interventi sui centri storici, come nel Piano Particolareggiato di Caprarola, sia in contesti critici come il sito di Accumoli, epicentro del terremoto del 2016.
“È una questione di cultura del dato” ha sottolineato Stefano Merola, responsabile gestione infrastruttura dati e realizzazione banche dati geografiche presso la Regione Lazio, presentando il Geoportale che consente di interagire con il sistema informativo regionale. “Bisogna scostarsi da quello che era il semplice disegno, (…) entrare nel concetto di semantica del dato”, farsi guidare dalle informazioni di valore associate a un’area e utilizzarle per definirne una immagine significativa in un dato momento.
Per approfondimenti:
Open data ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
Open data in ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica)
INSPIRE Directive (UE)