La cultura come ambito in cui sperimentare soluzioni di accessibilità e invenzione spaziale, anche grazie al supporto delle tecnologie digitali, a disposizione degli architetti di oggi e, soprattutto, dei giovani che decideranno di dedicarsi alla progettazione: l’evento “GUARDARE, TOCCARE, SENTIRE” (Centro congressi La Nuvola, 13 febbraio 2025), organizzato da EUR SpA con l’Ordine degli Architetti di Roma (OAR), ha posto l’accento sul “rapporto tra la cultura, materiale e immateriale, con quello che è il mondo nel quale i giovani si muovono”, secondo quanto sottolineato da Carmen Lalli, referente Educational per EUR SpA del progetto POT.
L’incontro, moderato da Lorenza Fruci, giornalista e scrittrice, ha dato il via al ciclo “Cultural POV, dal punto di vista della cultura”, frutto della convenzione tra Università Roma Tre ed EUR SpA, inserito nell’ambito del Piano Orientamento e Tutorato (POT) “Università, scuole e territorio in rete per il patrimonio culturale” del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo, coinvolgendo gli allievi delle scuole secondarie di secondo grado in approfondimenti sul concetto di spazio, messo in relazione al tema della cultura attraverso luoghi diversi dell’organismo urbano, dalle piazze alle sale museali.
“Oggi, come Ordine degli Architetti di Roma, siamo stati presenti a questo convegno (…) anche grazie al protocollo d’intesa firmato con EUR SpA”, ha dichiarato Lorenzo Busnengo, Consigliere OAR con delega ai rapporti con la PA, “per fare insieme agli studenti un ragionamento a 360 gradi sulla professione dell’architetto, (…) rispetto a tanti aspetti culturali, di sviluppo e di trasformazione delle città. Quindi, insieme ai ragazzi abbiamo ragionato e immaginato su quelli che possono essere gli scenari di trasformazione delle città tradizionali, anche andando ad analizzare altre esperienze fuori dall’Europa, suscitando quindi elementi di curiosità e di interesse che possano far sì di avere ragazzi che si appassionino alla nostra materia e alle nostre competenze, e, in futuro, nuovi architetti”.
Aggiunge Paolo Anzuini, Consigliere OAR e inventore: “Siamo riusciti a percepire che i giovani hanno bisogno di punti di vista nuovi, di inediti Point Of View. È emersa la differenza abissale tra curiosità e conoscenza. I ragazzi possono essere curiosi, ma quella curiosità deve arrivare alla conoscenza cioè allo studio, e non limitarsi al minuto di Instagram. Inoltre, per quanto riguarda gli architetti e l’attività inventiva, quello che siamo riusciti a trasferirgli è la capacità degli architetti di innovare e saper guardare al futuro, esercitare la professione e proiettare le idee in tutto il pianeta”.
Videointerviste e foto: Giulia Villani














