Una passeggiata attraverso la storia, accompagnati dalle parole di Micol Forti, Curatrice del diciannovesimo secolo e del dipartimento di arte contemporanea dei Musei Vaticani.
Sul canale Instagram Vaticanmuseums, la Forti svela un momento intimo della vita di VanGogh, che ha dato origine al celebre capolavoro la Pietà. Ricoverato in un ospedale psichiatrico, un episodio spiacevole mortifica l’artista olandese: della pittura viene accidentalmente versata sulla litografia la Pietà di Delacroix, ad egli particolarmente cara.
VanGogh, aspettando di recuperarne un’altra copia, ne dipinge una copia su una tela di piccolo formato, riproducendo ciò che l’originale aveva impresso nella sua memoria. La reinterpretazione che il pittore olandese ne fa è talmente intrisa della sua sensibilità che il volto di Gesù è costituito dal suo autoritratto.
“L’opera diviene così un crocevia di storia – racconta Micol Forti – VanGogh non sa che la composizione di Delacroix è ispirata a un dipinto di Rubens che a sua volta si rifà nel volto del Cristo morto a quello del Laocoonte, instancabilmente disegnato all’inizio del ‘600 nei Musei Vaticani”.
Un flusso di trasmissione dell’arte e del bello che nella pittura, come nella scultura o nell’architettura, e più in generale nella cultura tutta, si tramanda e rigenera attraverso il passaggio delle forme e delle immagini che si travasano da un individuo all’altro.
“La Pietà di VanGogh, nel suo dialogo a distanza con il Laocoonte – conclude la Forti – ci ricorda la forza delle immagini di sopravvivere oltre il loro tempo, la capacità di attivare contaminazioni e interferenze, di conservare le impronte della storia e di essere fertili e vitali nel futuro”.
Un buon auspicio per un mondo che, oggi più di ieri, è alla ricerca di bellezza in un panorama incerto.
(GV)