Un forum per affrontare il tema della Classicità e Contemporaneità e confrontarsi sulle possibili declinazioni del contemporaneo, a partire da caratteri identitari che non possono prescindere dall’antico e dalla memoria storica.
Questa l’iniziativa svoltasi il 12 e 13 ottobre nella sala della Fortuna di Villa Giulia, a cui ha preso parte Luca ribichini in qualità di Luca Ribichini, Presidente Casa dell’Architettura Commissione Cultura.
“Il senso del confronto è cercare di affrontare il rapporto tra Classico e Contemporaneo, che è stato interrotto in maniera traumatica – commenta Luca Ribichini, Presidente Casa dell’Architettura Commissione Cultura – Dobbiamo capire come ricucirlo in ambito architettonico attraverso un recupero critico dell’antico, fino ad individuare elementi che devono essere tramandati di generazione in generazione”.
L’importanza della memoria storica, dunque, in modo da innescare un processo di valorizzazione delle radici indispensabili per mantenere il senso di appartenenza, cultura e pensiero, ma da riattualizzare necessariamente per essere adeguate al contemporaneo.
“Emblematica la cesura tra architetture moderne e tradizionali nell’arte sacra – fa notare il Presidente Ribichini – La progettazione di rottura ha reso spesso fredde le chiese di recente costruzione, che difficilmente trasmettono quel senso di raccoglimento indispensabile per parlare con la parte più profonda della propria anima”.
E’ dunque possibile selezionare degli elementi del passato da portarsi dietro nel mondo contemporaneo, seppur rielaborati?
“Le Corbusier, nonostante fosse ateo, aveva un profondo senso del sacro ed è riuscito a declinare i valori della tradizione in chiave moderna nella Chiesa di Ronchamp, divenendo quasi un archetipo e senz’altro riferimento per chi è venuto dopo – conclude Ribichini – Mai rinnegare il passato, ma capire da dove si viene per affrontare il presente in chiave moderna ed aprire le porte ai valori del domani”.
Il mondo della cultura è sempre più teso verso un dialogo aperto tra le arti risalenti a diverse epoche, come avvenuto per l’esperienza della Centrale Montemartini, dove convive archeologia classica ed industriale, o per Hirst alla Galleria Borghese di Roma e Kiefer a Venezia nel Palazzo Ducale.
Antesignano di questa commistione tra culture di diversi periodi storici fu Spoleto che accolse nel centro storico le “Sculture in piazza”, già nel 1962, con più di 50 artisti provenienti da tutto il mondo.
Il convegno è stato promossa dall’associazione culturale Archeoclub d’Italia sede Aprilia, in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, con vari patrocini a partire dal Centro Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma e il Quasar Institute For Advanced Design.