Il racconto di genesi, sviluppo e complessità dell’idea progettuale volta alla valorizzazione di un patrimonio di enorme pregio sul Colle Oppio, cuore archeologico di Roma. Il confronto virtuoso tra le diverse proposte, tra cui è stato scelto il progetto vincitore. Il ruolo del concorso di progettazione come garanzia di qualità per gli interventi sul territorio. Sono alcuni degli elementi che hanno connotato la giornata dedicata alla presentazione degli esiti del bando per il restauro e la valorizzazione della Cisterna delle Sette Sale, bandito dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la cui classifica definitiva è stata pubblicata lo scorso marzo.
Il convegno, svoltosi il 25 luglio alla Casa dell’Architettura e organizzato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, ha visto la partecipazione dei principali soggetti coinvolti nella procedura, dal progettista vincitore a un rappresentate dell’ente banditore, dal responsabile unico del procedimento a un componente della commissione giudicatrice. In occasione dell’evento è stata inaugurata – nella sala Monitor B della sede dell’OAR – la mostra che raccoglie tutte le proposte progettuali presentate per il concorso, sia nel primo che nel secondo grado.
Ad aprire la giornata con una riflessione sul valore dello strumento concorsuale è stato il presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, Alessandro Panci, che è partito da una domanda: «Qual è la differenza di base tra il concorso di progettazione e le altre gare per l’affidamento degli incarichi? Nelle seconde vengono richiesti – prima di tutto – numeri, adempimenti, informazioni sui partecipanti, come curricula, iscrizione all’albo, dichiarazioni, fatturato, offerta economica. Il concorso tutto questo, invece, lo chiede a valle, perché al centro viene posta, da subito, la proposta progettale. È l’unica gara, quindi, – in particolare con la procedura a due gradi – che fa perno sulla qualità del progetto. Oggi, con il Pnrr, ci sono tanti soldi a disposizione ma tempi strettissimi, così si finisce per correre, ma ci stiamo chiedendo cosa stiamo realizzando e con quale qualità? Dovremmo farlo perché le opere e gli interventi che saranno portati a termine resteranno e condizioneranno le nostre vite».
Il concorso di progettazione, «come strumento culturale, si deve incardinare in modo capillare e strategico all’interno della programmazione delle opere da realizzare sul territorio cittadino, allo scopo di garantire una qualità diffusa all’interno del tessuto urbano»: così Claudia Ricciardi, consigliera OAR e delegata ai Concorsi, ha connotato il focus che segna l’impegno dell’Ordine degli Architetti Roma sul fronte dei concorsi, attraverso «un percorso di promozione culturale dello strumento concorsuale e le iniziative concrete messe in campo: dal lancio della piattaforma telematica CAN – Competition Architecture Network al continuo supporto alle stazioni appaltanti che scelgono di ricorrere alla procedura concorsuale. «L’obiettivo – ha spiegato Ricciardi – è che il concorso non sia più inteso come un evento eccezionale, ma sempre più come uno strumento ordinario attuativo degli interventi di trasformazione della città. Si tratta infatti di un concetto che anche attraverso il massimo confronto tra proposte progettuali ristabilisce la centralità dell’ideazione e della qualità del progetto di architettura, imprescindibili soprattutto in un intervento di riqualificazione dello spazio pubblico o di rilevanza monumentale della città». Il bando che ha riguardato la Cisterna Sette Sale, ha osservato la consigliera OAR, è stato caratterizzato proprio dalle ricchezza del confronto tra le proposte progettuali, che sono state in grado di offrire un ventaglio di risposte diverse alla stessa domanda».
L’iter del concorso per la Cisterna delle Sette Sale è stato significativo per almeno tre ragioni – ha detto Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale, in un videomessaggio trasmesso durante il convegno -. La prima risiede nella collaborazione tra la Sovrintendenza capitolina e l’Ordine degli Architetti di Roma, nel segno di una interazione tra l’amministrazione e gli ordini professionali che rappresenta un punto di forza per realizzare quel cambiamento di passo di cui la nostra città ha bisogno. La seconda è il grande riscontro ottenuto, con un numero elevato di professionisti che hanno partecipato alla selezione e un’alta qualità di progetti. Infine, il concorso da’ avvio al processo che, grazie ai fondi del Pnrr, porterà a restituire ai cittadini romani e al mondo intero uno spazio importante del Colle Oppio, un’area che merita di essere valorizzata nel suo complesso per gli straordinari monumenti che vi sono conservati. La linea di intervento del Pnrr Caput Mundi interessa una enorme quantità di progetti: grandi, medi, piccoli e si potrà realizzare solo coinvolgendo e facendo sistema con tutti i professionisti e gli esperti nello studio e nella valorizzazione dei beni culturali».
A raccontare la genesi e lo sviluppo dell’idea progettuale premiata è stato Luigi Franciosini, capogruppo del progetto vincitore, che ha rimarcato la complessità di rapportarsi con un sito, la Cisterna delle Sette Sale – localizzato tra il parco del Colle Oppio e via Mecenate – «che è emblema, per solennità, qualità e caratteristiche intrinseche, della grande eredità che il mondo antico ci dona attraverso la presenza. Un progetto molto difficile, a partire dalla necessità di creare una copertura per un bene che ha caratteri pienamente consolidati nell’immaginario della comunità. Realizzare una tettoia di grandissime dimensioni per coprire quel manufatto in prima istanza ci ha impaurito, ma esistevano le condizioni per cui tale protezione fosse strettamente necessaria alla tutela del bene e finalizzata alla restituzione di senso a una struttura che è stata cisterna, ma anche basamento su cui è stata edificata una grande domus. Abbiamo svolto il tema progettuale – ha concluso – con la massima attenzione per aspetti di restauro, consolidamento ma anche di valorizzazione».
Il progetto, si legge nell’abstract di presentazione, «interpreta l’imponenza del complesso delle Sette Sale e il suo ruolo esemplare nell’architettura romana dell’acqua». Attraverso un’apertura sul muro di sostegno, «il visitatore raggiunge il livello della domus, seguendo un percorso che ha inizio con l’immagine di un impluvium e l’affaccio sulla basilica. Esili strutture di sostegno della nuova copertura seguono le forme curve delle absidi, sia per evocare le volumetrie originarie, sia per offrire superfici che possano fare da supporto ad istallazioni informative. Ai nuovi calpestii si integrano sottili vasche metalliche che riflettono la luce».
Uno sguardo alla fase realizzativa lo ha lanciato Fabio Pacciani, direttore Direzione interventi su edilizia monumentale della Sovrintendenza Capitolina: «La realizzazione delle opere – ha spiegato – dovrà passare attraverso l’individuazione di un primo lotto funzionale con cui avviare i lavori. L’intervento, finanziato dal Pnrr, nel corso della definizione del programma di dettaglio è stato infatti oggetto di un taglio della dotazione, ridotta dai 9 milioni di euro iniziali a 3,2 milioni di euro, circa un terzo. È evidente che l’attuazione del progetto vincitore dovrà essere ricalibrato per individuare un primo lotto funzionale proporzionato alle disponibilità attuali, mentre ci impegneremo a reperire la ‘differenza’ di risorse necessaria a completare le opere da altre fonti, a partire da nuovo bilancio di previsione 2024-2026». (FN)