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Architettura
25 Marzo 2025

Riflessioni sulla ricostruzione post-bellica dei monumenti: il premio Piranesi Prix de Rome alla Carriera a Franco Stella

La ricostruzione di monumenti cancellati da guerre o calamità naturali è storicamente un tema divisivo che si muove tra i confini disegnati da concetti come: memoria collettiva, oblio, istanze psicologiche, ricostruzione certa e documentata. Basti pensare ai casi emblematici del ponte di Santa Trinita a Firenze o al campanile di San Marco a Venezia, tanto per restare in Italia, ricostruiti secondo la formula del “dov’era, com’era”. Un tema che ha sempre alimentato il dibattito – accademico e non – sulle modalità di ricostruzione, oggi quanto mai attuale e riportato all’attenzione dal conferimento del Piranesi Prix de Rome che il comitato scientifico, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti, PPC di Roma e provincia, ha assegnato all’architetto vicentino Franco Stella in una cerimonia tenutasi venerdì 15 marzo al complesso monumentale dell’Acquario romano – Casa dell’Architettura, sede dell’OAR, che si è conclusa con una lectio magistralis del vincitore preceduta dalla prolusione di Franco Purini.

Al centro del premio e delle riflessioni della giornata la ricostruzione del celebre Berliner Schloss – Humboldt Forum, opera principale di Stella, frutto del celebre concorso di progettazione bandito a seguito di un lungo dibattito sul destino del monumento danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra mondiale e definitivamente cancellato durante l’amministrazione della DDR. Fu nel 2002 che il Parlamento tedesco ne deliberò la ricostruzione. A raccontare il complessissimo progetto – che ha comportato la ricostruzione della stereometria del palazzo barocco, delle sue facciate verso la città e del cortile orientale, degli androni e delle facciate interne dei tre portali della corte occidentale, nonché della facciata della cupola – è stato stesso Franco Stella nella sua lectio magistralis. Nell’intervento il moderno si fonde al carattere barocco grazie ad un nuovo volume verso la Sprea e ai quattro corpi interni che vanno a formare tre cortili, luoghi vitali per la città che si uniscono alle piazze esterne. Oggi gli interni, moderni e disegnati per le nuove funzioni, ospitano musei, sale per spettacoli, bookshop, ristoranti e caffè, laboratori di ricerca e restauro.

Il problema della ricostruzione del Berliner Schloss – Humboldt Forum di Berlino è stato uno dei temi più sensibili e discussi, non solo nel dibattito politico tedesco dopo la caduta del Muro nel 1989, ma anche nel quadro del dibattito scientifico e artistico sul tema della ricostruzione in architettura a partire da posizioni anche molto distanti se non contrapposte tra favorevoli e oppositori. La questione della ricostruzione ha sempre generato forti tensioni, in ambito accademico e non solo, da quando accreditate teorie del restauro ne hanno posto la problematicità in termini di rapporto tra l’unità tra originale-autentico e la necessità del ridisegno della forma-figura a valle della scomparsa di un monumento dal paesaggio visibile. Se dal punto di vista politico la Germania ha affrontato il problema con un dibattito parlamentare ed un voto a larga maggioranza del Bundestag favorevole alla ricostruzione – avviata nel 2003 e terminata nel 2020 – in ambito scientifico e disciplinare il tema è ancora molto scottante.

Il premio riconosce – sottolinea Pier Federico Caliari, presidente dell’Accademia Adrianea leggendo le motivazioni della scelta – l’operato di Stella per aver «affrontato senza inibizioni il tema della ri-costruzione di un edificio perduto e che per settant’anni è scomparso dal paesaggio urbano e dalla memoria del quotidiano riconoscimento. Un tema, quello ricostruttivo, culturalmente complesso e disciplinarmente divisivo. La risposta offerta dalla realizzazione finale è invece estremamente convincente e può costituire un modello di riferimento per i numerosissimi casi ancora irrisolti di edifici perduti a causa di eventi bellici o calamità naturali, ma anche a causa della loro semplice perdita di senso che ne genera l’abbandono e quindi la progressiva dissoluzione».

«Semplice e complesso il senso del tempo nel Berliner Schloss – Humboldt Forum di Franco Stella. Il suo linguaggio architettonico è a mio avviso complesso, al di là del suo aspetto semplice e chiaro. In realtà penso sia un linguaggio di matrice razionalista e nello stesso tempo un dettato classico nel quale la geometria e la sintassi di natura storica hanno un ruolo fondamentale sulla sua scrittura architettonica», afferma Franco Purini nella sua prolusione. «Il razionalista – prosegue – è dunque evidente agli occhi che leggono la sua architettura, ma ciò che è più importante, dopo aver visto e compreso una spazialità razionalista, è una realtà che si esprime nella solidità dei volumi, in una ritmica più matematica che ideale. Nello stesso momento tale solidità si fa apparizione concettuale, trasfigurazione geometrica della concretezza, un segnale che si fa descrizione mentale. Il suo linguaggio ha una struttura nella quale la fisicità degli elementi architettonici si fa astratta mentre conferisce agli elementi una solidità plastica, una geometria ammirevole e contemporaneamente solida. Ogni parte della sua composizione è estremamente chiara, un’architettura matematicamente espressa che evoca al di là delle sue opere un contenuto quasi plurale nel quale il simbolo dell’architettura si inverte nella sua esatta materialità».

«Questa cerimonia di assegnazione del Premio costituisce un momento importante della settimana adrianea, l’annuale appuntamento romano con l’alta formazione classica e c’è sempre un interessante dialogo tra architettura e archeologia, tra storia e contemporaneo, tra architettura del passato e nuove modalità per il presente», afferma Marco Maria Sambo, segretario dell’OAR e direttore di AR Magazine. «Un momento formativo – prosegue – profondo e di sostanza, di diffusione della cultura dell’architettura, del patrimonio culturale, dell’archeologia e della sua importanza sociale nel nostro presente e dire questo nella Casa dell’Architettura della Città Eterna assume un significato di grande rilevanza». Da qui il «ringraziamento del segretario OAR all’Accademia Adrianea per il continuo lavoro per la diffusione dei valori dell’architettura in modo pluralista, confrontando storia e linguaggi contemporanei, anche diversi tra loro».

Il tema della ricostruzione incrocia anche quello del concorso di progettazione, da cui è nato l’intervento di ricostruzione del Castello di Berlino. «Oggi è un evento importante per il riconoscimento all’operato progettuale dell’architetto Franco Stella, ma allo stesso tempo rafforza la rilevanza del concorso come strumento di identificazione e promozione della qualità della ricerca progettuale, imprescindibile per qualsiasi tipo di intervento. L’Ordine degli Architetti di Roma perora la causa del concorso di progettazione come uno strumento volto a individuare e sottolineare l’irrinunciabilità della qualità del progetto, inteso come servizio e opera di ingegno ed è qualcosa di irrinunciabile se si pensa agli interventi sulla città contemporanea», ricorda Claudia Ricciardi, consigliera dell’OAR e delegata ai concorsi. «Il concorso in fondo coagula in quel momento le forze migliori e le capacità creative del periodo o di un momento storico, cristallizza le migliori capacità immaginifiche, creative e architettoniche» gli fa eco Luca Ribichini, docente della facoltà di Architettura de La Sapienza Università di Roma.

«L’architettura di Franco Stella – conclude Emma Tagliacollo, membro del Comitato tecnico per la formazione e membro della Commissione Archivi e Osservatorio 900 dell’OAR –  ci dimostra che il contemporaneo non deve necessariamente rompere con la storia ma può innestarsi su di essa sviluppando un dialogo; il suo lavoro ci dimostra che il futuro delle città si trova non nella cancellazione del passato, ma in una sua continua e virtuosa reinterpretazione»

di Mariagrazia Barletta

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