di Redazione OAR
Favorire, spingere e rendere efficaci gli investimenti per la mobilità sostenibile, soprattutto attraverso i progetti per il potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria, ma anche la riduzione dei divari territoriali, la sicurezza stradale – con il monitoraggio di ponti, viadotti e cavalcavia – e la pianificazione strategica per una logistica integrata in ottica intermodale. A caratterizzare la Missione 3 del Pnrr è la rilevanza dei capitoli dedicati alle riforme – presenti in entrambe le componenti – mirate a sbloccare e facilitare gli interventi finanziati.
Un pacchetto di semplificazioni, dunque, che spazia sui diversi fronti individuati da questo capitolo del Recovery Plan: dalla accelerazione dell’iter di approvazione dei progetti ferroviari all’attuazione delle linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti, fino alla semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica nell’ambito del sistema portuale.
Si parte con la previsione di una riforma per l’accelerazione dell’iter di approvazione dei progetti ferroviari, con importanti ricadute in termini urbanistici. In particolare, si legge nel Pnrr, il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) «proporrà una modifica normativa, per anticipare la localizzazione dell’opera al momento del Progetto di fattibilità tecnica ed economica (Pfte), anziché attendere la fase definitiva di progettazione». La localizzazione, in variante agli strumenti urbanistici – prosegue il testo – «comporterà l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio. Le ulteriori autorizzazioni, che non possono essere acquisite sul Pfte, potranno essere ottenute nelle successive fasi di progettazione con indizione della Conferenza dei servizi decisoria». Tra gli effetti positivi previsti: anticipazione al Pfte delle osservazioni/prescrizioni delle varie amministrazioni/enti, consentendo quindi di recepirle nella successiva fase di progettazione definitiva; vincolo sotto il profilo urbanistico del territorio interessato dall’opera; riduzione tempo per iter autorizzativo dei progetti (Pfte e Pd o Pe) dagli attuali 11 mesi a 6 mesi.
Sempre in ambito ferroviario si colloca, inoltre, la proposta di riforma che punta ad accelerare l’approvazione del Contratto di programma quinquennale tra Mims e Rfi e delle sue variazioni annuali, consentendo di velocizzare progettazione e realizzazione lavori.
Sul fronte dei trasporti su strada, le riforme previste dalla prima componente della Missione 3 riguardano la messa in sicurezza, il contrasto e l’adattamento al cambiamento climatico della rete stradale, con una forte spinta all’ammodernamento tecnologico attraverso un sistema di monitoraggio digitale avanzato. Nello specifico, la prima riforma prevista si concentra sul trasferimento della titolarità delle opere quali ponti, viadotti e cavalcavia – relative alle strade di secondo livello – ai titolari delle strade di primo livello (autostrade e strade extraurbane principali). In pratica – in attuazione del Dl Semplificazioni – si punta ad affidare la manutenzione delle opere suddette ad Anas e/o società concessionarie invece che a comuni e province. Il secondo intervento, invece, contempla l’attuazione del processo di valutazione del rischio di ponti, viadotti, cavalcavia esistenti, secondo modalità definite dalle Linee guida in materia (Dm 578 del 17 dicembre 2020), «che assicureranno l’omogeneità della classificazione e della gestione del rischio stesso sulle opere esistenti lungo strade statali o autostrade gestite da Anas o da concessionari autostradali.
Altri capitoli, inseriti nella seconda componente della Missione 3 (M3C2), sono quelli connessi agli interventi di riforma riguardanti il sistema portuale e la logistica integrata. Tra gli obiettivi: migliorare la competitività dei porti in accordo con una maggiore sostenibilità ambientale e investire nella digitalizzazione di aeroporti e filiera logistica. Per quanto riguarda lo sviluppo dei porti, la prima riforma (1.1) si focalizza sulla semplificazione delle procedure per il processo di pianificazione strategica al fine di ottenere una visione unitaria del sistema portuale italiano attraverso l’aggiornamento della pianificazione in materia (Dpss e Prp). Il secondo intervento (riforma 1.2) punta invece a dare attuazione al regolamento che definisce l’aggiudicazione competitiva delle concessioni nelle aree portuali, definendo condizioni relative a durata, poteri di vigilanza e controllo delle autorità concedenti, modalità di rinnovo, il trasferimento impianti. Prevista anche la semplificazione (riforma 1.3) delle procedure di autorizzazione per la realizzazione di infrastrutture finalizzate alla fornitura di energia elettrica da terra alle navi durante la fase di ormeggio (cold ironing).
Sul versante intermodalità e logistica, infine, un ruolo primario lo assume la digitalizzazione dei sistemi logistici, inclusi quelli aeroportuali, attraverso l’utilizzo di soluzioni tecnologiche innovative mirate a efficientare il sistema e ridurre l’impatto ambientale.
Tra le riforme previste in questo ambito: semplificazione delle transazioni di importazione/esportazione attraverso l’effettiva implementazione dello Sportello Unico dei Controlli (2.1); interoperabilità della piattaforma logistica nazionale (Pln) per la rete dei porti, al fine di introdurre la digitalizzazione dei servizi di trasporto passeggeri e merci (2.2); snellimento delle procedure logistiche e digitalizzazione dei documenti, con particolare riferimento all’adozione della Cmr elettronica, alla modernizzazione della normativa sulla spedizione delle merci, all’individuazione dei laboratori di analisi accreditati per i controlli sulle merci (2.3). (FN)