di Redazione OAR
Realizzare la transizione verde ed ecologica della società e dell’economia per rendere il sistema sostenibile e garantire la sua competitività. Sono gli obiettivi generali della Missione 2, il campo di intervento forse più innovativo individuato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e quello che potenzialmente avrà alcuni degli impatti più diretti e immediati sul mondo della progettazione, in termini di ricaduta sull’attività lavorativa dei professionisti, a partire dall’efficientamento energetico e sismico per l’edilizia residenziale (privata e pubblica) e degli edifici pubblici.
Il Pnrr – approvato dal Parlamento e inviato dal Governo a Bruxelles la scorsa settimana – si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dalla Unione Europea per arginare le conseguenze economiche e sociali generate dall’emergenza pandemica. Prevede, per l’Italia, investimenti pari a 191,5 miliardi di euro che, sommati ai 30,6 miliardi di euro del Fondo Complementare e ai 13,6 miliardi di euro del programma React Eu, formano la dotazione complessiva del Recovery Plan a disposizione del nostro Paese. Il piano si declina lungo sei missioni (e, ogni missione, in diverse «componenti»): Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura; Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica; Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute.
Inizia qui un ciclo di articoli di approfondimento, che saranno pubblicati per sei settimane, a giorni alterni (lunedì, mercoledì, venerdì) – sul sito OAR. Saranno analizzate le sei Missioni che compongono il Recovery Plan: in ciascuna di esse, infatti, sono previsti interventi, misure e riforme che avranno impatti più o meno diretti sull’attività degli architetti, sulle città e sul territorio italiano e romano: dalla rigenerazione urbana all’efficientamento energetico del patrimonio edilizio, dallo sblocco di opere architettoniche e infrastrutturali alla spinta all’attività edilizia (anche scolastica), fino alle riforme per la semplificazione delle procedure. Il primo dei tre articoli settimanali serve a dare un inquadramento generale della Missione presa in considerazione, mentre gli altri due saranno focus su misure di maggiore interesse per i progettisti.
Si parte, dunque, dalla Missione 2, focalizzata – come detto – sulla transizione verde ed ecologica e suddivisa in quattro componenti: agricoltura sostenibile e l’economia circolare (M2C1); transizione energetica e mobilità sostenibile (M2C2); efficienza energetica e riqualificazione degli edifici (M2C3); tutela del territorio e della risorsa idrica (M2C4). Le risorse totali a disposizione della M2 sono quasi 70 miliardi di euro.
Le misure che, più di altre, incideranno sul mondo della progettazione e, nel concreto, sul lavoro degli architetti, sono quelle contenute nella terza componente (M2C3), che potrà contare su una dotazione complessiva di oltre 22,2 miliardi di euro (di cui 15,2 dal solo Pnrr). Gli obiettivi generali fissati, in particolare, sono l’aumento dell’efficientamento energetico del parco immobiliare pubblico e privato e lo stimolo agli investimenti locali, creazione di posti di lavoro, promozione della resilienza sociale ed integrazione delle energie rinnovabili.
Tra gli ambiti di intervento di maggiore interesse c’è, in primis, quello che riguarda l’efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale privata e pubblica (quasi 13,9 miliardi dal Pnrr). Qui, gli investimenti saranno essenzialmente concentrati sull’estensione del Superbonus 110% (Ecobonus e Sismabonus) dal 2021 al 2023, a determinate condizioni.
L’efficientamento energetico degli edifici pubblici, invece, include la realizzazione del piano di sostituzione di edifici scolastici e riqualificazione energetica e l’efficientamento degli edifici giudiziari. Previste anche riforme per la semplificazione e l’accelerazione delle procedure per la realizzazione di interventi per l’efficientamento energetico: in particolare si propone di affiancare a misure di carattere economico, «anche misure volte a superare le barriere non economiche che riducono le scelte di investimento in interventi di riqualificazione energetica degli edifici o che rallentano l’esecuzione dei lavori».
Sul fronte della tutela del territorio e della risorsa idrica (M2C4 – con una dotazione Pnrr di circa 15 miliardi di euro), invece, si punta – tra l’altro – alla prevenzione e contrasto delle conseguenze del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio, ma anche alla salvaguardia della biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine, oltre che alla gestione sostenibile delle risorse idriche.
A catalizzare oltre il 56% delle risorse saranno, in questo caso, gli investimenti per la prevenzione e il contrasto degli effetti dei cambiamenti climatici sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio, tra i quali spiccano gli interventi per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico; per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni. Prevista una riforma di semplificazione e accelerazione delle procedure per l’attuazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico. Il Pnrr stanzia circa 330 milioni, inoltre, per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano.
(FN)