Qualità progettuale e uno stretto legame con il contesto locale, a partire dal paesaggio. Conservazione delle tradizioni e spirito innovativo, anche attraverso una scelta sempre attenta dei materiali. Relazioni virtuose tra progettisti, committenza e imprese. Sono alcuni dei segni distintivi che connotano molte opere architettoniche realizzate negli ultimi anni in Trentino e selezionate per il Premio e rassegna di architettura «Costruire il Trentino 2017_2022», promosso dal Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea (Citrac) e dall’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Trento. Si tratta di temi che rappresentano presupposti per una riflessione più generale sul ruolo dell’architettura contemporanea nelle trasformazioni del territorio: l’occasione per parlarne è stato il convegno «Costruire il Trentino – Esplorare l’identità di un territorio», che si è svolto il 16 dicembre alla Casa dell’Architettura, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma in collaborazione con il Citrac. A chiusura dell’evento è stata inaugurata, al primo anello dell’Acquario Romano, la mostra (visitabile fino al 23 gennaio) sui progetti premiati.
A introdurre la giornata, mettendo in risalto l’opportunità di rintracciare – dalla riflessione sulle buone pratiche messe in atto sul territorio nazionale – il filo conduttore «tra la storia, il contemporaneo e il futuro» è stato Marco Maria Sambo, segretario OAR e direttore AR magazine, oltre che coordinatore scientifico dell’evento: «Prosegue l’indagine dell’OAR per cercare di mettere a sistema una serie di esempi virtuosi per capire dove stia andando il mondo dell’architettura nel nostro Paese. Nel caso del Trentino, ad esempio, la riflessione può spaziare dalla Scuola elementare ‘Raffaello Sanzio’ di Adalberto Libera alla Stazione ferroviaria di Trento di Angiolo Mazzoni, e al Condominio Italia 68 di Giovanni Leo Salvotti de Bindis, fino al Mart – Museo di Arte moderna e contemporanea firmato da Mario Botta e alle opere dei nostri giorni. L’architettura in Trentino appare vitale e proiettata verso il futuro».
L’importanza di uno «scambio proficuo di esperienze e conoscenze tra Ordini professionali» è stato, invece, l’aspetto messo in risalto da Alessandro Panci, presidente OAR, che ha rimarcato «l’interesse a mettere a sistema modi di operare e di progettare diversi. In questo caso, in particolare, si parla di un premio e l’Ordine di Roma sostiene il ricorso a strumenti, come premi e concorsi che servano a riconoscere e valorizzare la qualità della progettazione. Troppo spesso negli ultimi di anni, dal Pnrr al Superbonus, i professionisti sono stati infatti costretti a fare i conti con tempistiche stringenti e la necessità di spendere in fretta le risorse disponibili. Si è data più importanza alle procedure che a porre attenzione alla qualità di ciò che si andava a costruire e destinato a durare per decenni. Una situazione che dobbiamo puntare a cambiare, tutti insieme, proponendo modifiche normative».
Sula stessa linea le osservazioni di Massimo Garbari, vicepresidente di Inarcassa, che ha sottolineato come si debba «rivendicare con sempre maggiore convinzione il ruolo centrale dei professionisti nella società: nel momento in cui si premiano progetti e realizzazioni di qualità – ha aggiunto – riusciamo a far capire l’apporto e le ricadute del lavoro dei professionisti sulla vita dei singoli e sulla collettività. Importante, inoltre, in un incontro come questo poter constatare la volontà di fare rete da parte di ordini professionali di aree geografiche diverse per raggiungere un obiettivo comune. L’aggregazione sarà tema centrale per la professione nei prossimi anni».
Il Caso Trentino
A spostare il focus sull’esperienza trentina è stato il presidente Ordine architetti provincia di Trento, Marco Piccolroaz, ricordando come il premio ‘Costruire il Trentino’ sia una strumento che nel tempo ha aumentato sempre di più la sua forza espressiva e di racconto di quello che sta succedendo sul nostro territorio. La formula dell’autocandidatura dai progetti ha reso ancora più evidente la voglia da parte dei colleghi di raccontare l’impegno sul territorio in un dialogo con committenze private, ma anche pubbliche, nel voler provare a raccontare la contemporaneità in un territorio delicato e ricco di diversità come il Trentino».
Silvia Di Rosa, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento e dell’assemblea dei presidenti del Consiglio Nazionale degli ingegneri ha invece rimarcato come «il mondo dell’architettura e dell’ingegneria hanno sempre più dei punti di contatto», il leitmotiv che ci lega, in questo caso, ha aggiunto «è la valorizzazione della capacità tecnica dei progettisti trentini e delle loro opere, affinché che siano interventi di qualità che facciano bene al territorio».
Qui le video interviste a Marco Piccolroaz e Silvia Di Rosa
«Dalla ricerca sull’architettura contemporanea in Italia – ha affermato Luigi Prestinenza Puglisi, presidente Aiac – Associazione Italiana di Architettura e Critica – emerge come siano due i centri propulsori che hanno dato di più negli ultimi decenni sul territorio nazionale: il primo è Milano, la città che ha investito di più nel contemporaneo, il secondo è l’Alto Adige. Oltre a fenomeni specifici come il caso Salerno e Torino per le Olimpiadi, ci si può legittimamente chiedere se possiamo accostare ai due esempi principali si possa aggiungere quello del Trentino. A mio avviso ci sono gli elementi per parlare di un caso Trentino, che si evidenzia attraverso la realizzazione di opere particolarmente significative, capaci di conciliare tematiche connesse agli aspetti locali con la contemporaneità».
Ii Premio e la Mostra
Il Premio «Costruire il Trentino», giunto all’ottava edizione, è stato promosso – come detto – dal Circolo Trentino per l’Architettura Contemporanea (Citrac) con l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Trento: ha visto in concorso 186 progetti realizzati sul territorio provinciale tra il 2017 e il 2022, che sono stati protagonisti di una vera e propria «rassegna» con l’obiettivo «di riflettere ed interrogarsi sullo stato dell’arte dell’architettura e della trasformazione del variegato paesaggio trentino».
Si tratta di un progetto culturale, e anche editoriale – spiega Emiliano Leoni, presidente Citrac – che parla dell’architettura che è stata prodotta sul territorio negli ultimi sei anni. L’obiettivo è puntare i riflettori su tutte le migliori opere realizzate in tale periodo, in stretta relazione con il complesso paesaggio che abbiamo in Trentino, cercando di dare risposte alle esigenze dei committenti e valorizzando le capacità tecnico/costruttive degli artigiani e delle imprese che le hanno realizzate. L’architettura è importantissima, in quanto le opere di qualità costruite e utilizzate vanno a creare i nuovi ‘cives’, cittadini che vivono un territorio sempre pi consapevole delle proprie potenzialità nel segno della sostenibilità, del paesaggio, della qualità del vivere».
Simona Galateo è architetto e curatrice di «Costruire il Trentino – Esplorare l’identità di un territorio. Costruire il Trentino», il volume che – racconta – «raccoglie tutte le anime del premio con l’intento di essere uno strumento per i progettisti e non solo. Un momento di confronto e dialogo con tutta la comunità che ci circonda. All’interno del libro sono raccolte diverse voci: dalla giuria ai professioni premiati. Le 186 opere ‘auto-candidate’ mostrano una grande fiducia nell’architettura come valore proprio per la comunità locale, ma soprattutto come elemento di grande trasformazione del territorio».
A seguire le video interviste a Emiliano Leoni e Simona Galateo
Il premio è stato vinto dallo studio di architettura di Cles Franzoso-Marinelli con le due opere: «Quattro piazze e una via a Bolciana» e «Nuove piazze e spazi pubblici a Castelfondo». Menzioni d’onore per lo studio Campomarzio (menzione d’onore alla buona pratica) e per Arte Sella (menzione d’onore alla committenza). Riconoscimenti anche per altri tre progetti finalisti: Betta Zoccatelli Architettura con la riqualificazione del parco Arciducale di Arco, Raffaele Cetto architetto con il Baito dell’Emil, Weber+Winterle architetti con la Biblioteca universitaria di Mesiano. I progettisti premiati sono intervenuti nel corso dell’evento alla Casa dell’Architettura, sia in presenza sia in remoto, per raccontare le loro opere.
Il livello qualitativo dei progetti in gara con un cenno a motivazioni e criteri alla base dei premi assegnati li ha raccontati Maria Claudia Clemente, architetto dello studio romano Labics, e complente della Giuria del Premio. «Sono stati tre i punti chiave emersi nell’esaminare le opere presentate. Il primo riguarda il binomio territori interni/spazi pubblici: la risposta data – in particolare dal progetto vincitore – va nella direzione della riqualificazione degli spazi vuoti, che riempiti di dignità, identità e qualità sono di nuovo capaci di attrarre le persone. Il secondo criterio si può riassumere con lo slogan ‘innovare per conservare’, con il tentativo di dare a tipologie locali – si pensi alla malga – una interpretazione contemporanea. Infine, il terzo tema è quello del paesaggio, con molti interventi – anche piccoli – che invitano non solo a guardare ed ammirare il paesaggio ma a viverlo, occuparl, anche cambiarlo, creando momenti collettivi in cui il paesaggio sia vissuto come dominio pubblico». In generale, conclude Clemente, «c’è stata la volontà di premiare progetti locali ma che avessero la capacità di indicare una direzione esportabile, sebbene con forme e materiali diversi, altrove, in Italia e nel mondo».
«Abbiamo esplorato l’identità di un territorio – ha detto Antonio Marco Alcaro, tesoriere dell’OAR e promotore dell’evento realizzato, a conclusione della giornata – testimoniando il nostro interesse per i progetti che – in Trentino e non solo – pongono l’attenzione sull’architettura contemporanea. Guardiamo con ammirazione a ciò che è stato fatto i Trentino in questi anni e guardiamo a future iniziative insieme».
A chiusura del convegno è stata inaugurata – come anticipato – la mostra «Costruire il Trentino» incentrata sul Premio e sulla Rassegna – visitabile da lunedì al sabato (ore 10-19) fino al prossimo 23 gennaio presso il primo anello della Casa dell’Architettura – che ha propone un doppio livello analitico: da un lato «pone il focus sul progetto vincitore sui finalisti e sulle menzioni d’onore, con particolare attenzione al rapporto instaurato da questi progetti con il luogo, attraverso un approccio responsabile, sostenibile e contemporaneo, dall’altro, propone un rinnovato sguardo grandangolare su tutti i progetti partecipanti alla rassegna, arricchito dalla lettura del territorio trentino realizzata dalle immagini tratte dalla campagna fotografica di Paolo Calzà». La giornata si è conclusa con il concerto «Cluster Ensemble – 150° Arnold Schoenberg, 100° Luigi Nono». (FN)