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Architettura
27 Febbraio 2024

Presentato in Campidoglio AR Magazine «Mirabilia Urbis»: visione, sinergie e confronto sul futuro di Roma

Presso la Sala della Protomoteca illustrato l’ultimo volume monografico pubblicato, alla presenza - tra gli altri - di Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea capitolina; Tobia Zevi, assessore capitolino al Patrimonio; Maurizio Veloccia, assessore all’Urbanistica - Il punto sulle attività portate avanti dall’OAR - La centralità della Casa dell’Architettura come motore culturale e di rigenerazione per la città

Un «laboratorio permanente», aperto alla cittadinanza, per una Capitale internazionale nella quale l’architettura sia sempre al centro dei processi strutturali di un cambiamento virtuoso. È l’obiettivo programmatico in base al quale sono stati definiti la progressiva trasformazione e lo sviluppo editoriale di AR Magazine, la rivista dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia. L’ultimo numero della testata – nella sua nuova veste di volume monografico impostata a partire dal 2018 – è stato presentato ieri, 22 febbraio, presso la sala della Protomoteca, in Campidoglio: una cornice istituzionale «ideale per costruire sinergie e un confronto pubblico tra Roma Capitale e OAR sulle principali tematiche alla base dello sviluppo romano nel prossimo futuro». A partire proprio dai ragionamenti e dalle visioni progettuali contenute nell’ultimo volume pubblicato, «Mirabilia Urbis Romae», che continua ad indagare sulla morfologia e sull’architettura della Città Eterna, dal ‘900 al contemporaneo.

Alla presentazione hanno partecipato, sul fronte istituzionale – tra gli altri -: Svetlana Celli, presidente Assemblea Capitolina di Roma Capitale; Maurizio Veloccia, assessore capitolino all’Urbanistica; Tobia Zevi, assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche Abitative; Yuri Trombetti, presidente della Commissione Capitolina Patrimonio e Politiche Abitative; e Alessandro Panci, presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma. A seguire l’evento, in una Sala della Protomoteca gremita, anche un corposa delegazione di studenti del Liceo artistico «Caravaggio» di Roma, a testimonianza dell’impegno dell’OAR per la più ampia diffusione della cultura architettonica, anche a partire dalle scuole.

A introdurre l’evento in Campidoglio e a illustrare l’ultimo numero delle rivista dell’Ordine, è stato Marco Maria Sambo, segretario OAR, direttore di AR Magazine e coordinatore Osservatorio 900 OAR, toccando i temi trattati nella pubblicazione ma anche, in generale, i cardini della riflessione  «sulle prospettive, sulle grandi progettualità, sulla ‘poetica’ della città che si costruisce sulla storia e sui progetti contemporanei, anche degli architetti romani». Il numero doppio  (127/128) recentemente pubblicato «Mirabilia Urbis Romae. Morfologie urbane, paesaggi, architetture» – ha spiegato Sambo – «continua ad indagare sulla morfologia e sullarchitettura della Capitale, dal 900 al contemporaneo, e rappresenta la terza tappa – dopo i numeri ‘Roma Sognata. Gli archivi di architettura dal Nolli alle nuove poetiche radicali’ e ‘Abitare Roma capitale. Storia e visioni dal 1871 al prossimo futuro’ – di un dibattito in fieri sulle pagine della rivista». L’obiettivo – ha ricordato il direttore – «è rimettere Roma al centro del meccanismo propulsivo dell’Italia, studiando tanto la storia quanto le dinamiche del contemporaneo, che porteranno a costruire una Capitale realmente internazionale, nella quale l’architettura sia al centro dei processi strutturali di cambiamento».

AR Magazine, dunque, «è parte integrante di un processo culturale che, dal 2018, ha trasformato la precedente esperienza della testata, diventando una rivista libro monografica, che racchiude in ogni sua uscita tantissime immagini e scritti inediti, partendo sempre dalla storia e dagli archivi di architettura per sviluppare ragionamenti tematici che arrivino al contemporaneo e, talvolta, a prefigurare il futuro. Puntando a dare valore all’architettura e alla figura dell’architetto come propulsore della società» Si tratta di un dibattito culturale operativo che l’Ordine vuole portare avanti «coinvolgendo le cittadine e i cittadini romani, alla presenza di architetti, professori, giornalisti, studenti universitari e con la partecipazione di alcune classi dei licei romani, affinché il progetto d’architettura diventi – attraverso il coinvolgimento attivo dei giovani – il fulcro di qualsiasi riflessione per il nostro domani».

Qui il video con una parte dell’intervento di Marco Maria Sambo

Partendo dalle riflessioni sui temi analizzati e approfonditi sulla rivista e allargando ancora una volta lo sguardo sulla figura e sul ruolo sociale dell’architetto, la cui promozione è alla base dell’azione dell’Ordine professionale nel suo complesso, il presidente OAR, Alessandro Panci, ha sottolineato come «la professione di architetto, nel plasmare i luoghi del vivere, non solo traduca in spazio le esigenze e le aspirazioni di ogni individuo e di gruppi sociali, ma punti alla realizzazione e alla tutela degli interessi generali». Una professione, ha proseguito, «che guarda al presente e al futuro, la cui azione impone doveri nei confronti della società che storicamente ne ha riconosciuto il ruolo primario nelle trasformazioni fisiche del territorio, nella pianificazione e nella conservazione dei paesaggi, naturali e urbani, nonché del patrimonio storico e artistico». Panci ha ricordato alcune delle iniziative messe in campo dall’Ordine, anche attraverso il dialogo con i soggetti istituzionali coinvolti: dall’Urban Center di Roma – che sarà il luogo di conoscenza e confronto su tutto quel che sta accadendo all’interno della città – alla Consulta tra Roma Capitale e lOrdine degli Architetti per indirizzare i processi di rigenerazione e trasformazione urbana, dai concorsi di progettazione, come strumento principe per favorire la qualità dei progetti – e a sostegno del quale l’OAR ha messo a punto e a disposizione la piattaforma telematica CAN Competition Architecture Network – al Festival dell’Architettura di Roma (FAR) con l’attenzione costante agli spazi urbani – dal centro alle periferie -, fino all’attività di Plans, la commissione dell’Ordine che si occupa di «portare l’architettura nelle scuole», che rappresentano «la base da cui partire».

Qui un brano video dell’intervento di Alessandro Panci 

Il dialogo con le istituzioni

A rimarcare i punti cardine della visione dell’amministrazione e a fare gli «onori di casa» è stata la presidente dell’Assemblea Capitolina, Svetlana Celli, sottolineando come una rivista come AR Magazine rappresenti un contributo importante alla riflessione per affrontare le sfide che attendono la Capitale, «le quali non possono che passare da un lavoro congiunto, sinergico, tra i professionisti  – ogni giorno al lavoro per progettare la nostra città – e la parte politica». Prioritario, ha proseguito, «è ripensare la nostra città, dalla tutela del centro storico alla rivalutazione dei luoghi marginali, delle periferie». L’amministrazione capitolina «si è prefissata alcuni obiettivi fondamentali – ha sottolineato Celli -: far funzionare la città attraverso il potenziamento di servizi degni delle aspettative dei romani, far tornare la Capitale attrattiva anche da un punto di vista lavorativo, ricucire le fratture che hanno portato all’abbandono della fiducia da parte dei cittadini, contrastare le disuguaglianze. Abbiamo necessità di una cittadinanza attiva, a partire dalla collaborazione degli architetti», le cui visioni e professionalità – ha concluso – «servono per il riscatto della Capitale e per compiere la grande opera di rigenerazione urbana e sociale di cui Roma ha bisogno».

Qui le dichiarazioni di Svetlana Celli

La città sta cambiando ed è in costante trasformazione, ha rimarcato Maurizio Veloccia, assessore capitolino all’Urbanistica, «ma a questo cambiamento occorre dare un verso ed è quello che stiamo tentando di fare insieme all’Ordine degli Architetti di Roma e, in generale, con i professionisti, il mondo produttivo, l’associazionismo, i territori, i municipi». La trasformazione urbana – ha spiegato – deve cercare sempre più la sinergia tra pubblico e privato, sommare gli ingenti investimenti pubblici di questa stagione con una grande capacità ritrovata di attrarre investimenti privati, sfidare l’attenzione che il mercato sta volgendo sulla città e la sua qualità urbana. Quest’ultima devono garantita innanzitutto i professionisti, in primis gli architetti, impegnati ogni giorno nella progettazione, nella pianificazione, nella realizzazione di opere». L’assessore ha poi ricordato alcune delle iniziative portate avanti insieme all’OAR, a partire dai concorsi di progettazione: «Si sta chiudendo quello per l’allestimento dell’Urban Center Metropolitano, che sorgerà peraltro vicino alla Casa dell’Architettura. Qualche mese fa si è chiuso il concorso per il Museo della Scienza, ma stiamo puntando anche su procedure messe in campo da privati, come succederà nel caso del nuovo teatro di prova del Teatro dell’Opera di Roma al Prenestino. Stiamo immaginando – con l’approccio di ascoltare chi ha qualcosa da dire, come i professionisti – le opere che dovranno caratterizzare il futuro di Roma, con un’azione diffusa: da piazza Pia a Tor Bella Monaca, da piazza Risorgimento a Corviale, da piazza dei Cinquecento e Santa Maria della Pietà».

Patrimonio pubblico come volano di rigenerazione: verso il rinnovo della concessione per la Casa dell’Architettura 

Una rivista come AR Magazine «ha il pregio di tenere insieme elementi diversi che fanno parte del ragionamento collettivo da compiere per trasformare Roma: passato e futuro, periferie e centro, teoria e pratica», ha detto l’assessore capitolino al Patrimonio e alle Politiche Abitative, Tobia Zevi, che si è poi soffermato sul rinnovo della concessione alla Casa dell’Architettura, il cui primo step è stato fatto, «con la firma della delibera che garantirà all’Ordine degli Architetti una gestione trentennale del complesso monumentale dell’Acquario Romano e che ora dovrà compiere il suo iter in Commissione e poi in Aula». Si tratta – ha proseguito – di una «decisione che rappresenta un successo per la città, con la quale ricominciamo a pensare il patrimonio pubblico come uno strumento potente di rigenerazione urbana e di interazione con la comunità. La Casa dell’Architettura è diventata un luogo che si apre al quartiere e al mondo della cultura e che migliora la qualità della città da molti punti di vista, grazie al modo in cui è stato animato e vivificato nel corso degli anni dall’Ordine, al quale chiederemo supporto in tante altre situazioni di pregio o meno della nostra città». Il patrimonio pubblico – ha rimarcato l’assessore – «è un patrimonio da rigenerare, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato e una progettazione di qualità. Si pensi al Mercato dei fiori o all’ex Circolo degli Artisti, alla Colonia marina Vittorio Emanuele di Ostia o all’Hostaria dell’orso: tutti edifici importanti ma anche luoghi che se non rigenerati e rischiano di creare una ferita nel territorio, isolandosi dal contesto. Rappresentano invece occasioni di rilanciare l’economia e di trasformare in meglio la nostra città».

L’impegno dell’OAR: progetti, iniziative, strumenti e percorsi

A chiudere l’appuntamento una rassegna dei temi e delle azioni portate avanti dall’Ordine degli Architetti di Roma, con gli interventi dei rappresentanti dell’Ordine degli Architetti di Roma e delle Commissioni che si occupano di declinare, nel concreto, il percorso programmatico intrapreso nel corso dell’attuale consiliatura. Il presidente Panci ha ricordato alcune delle iniziative che si sono distinte per il valore socio-culturale, l’impatto sul territorio – dal quartiere all’intera area metropolitana e oltre -, la capacità di costruzione di una visione della città per il futuro: come, per fare un esempio, la prima Giornata nazionale Giovani e Memoria, svoltasi il 31 ottobre 2022, organizzata dalla Struttura di missione per la valorizzazione degli anniversari nazionali e la dimensione partecipativa delle nuove generazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con l’OAR; ma anche il Festival dell’Architettura di Roma – FAR, giunto lo scorso anno alla quinta edizione, con la sua capacità di entrare sempre più «dentro la città», coinvolgendo territori e comunità. Roberta Bocca, vice presidente OAR, si è soffermata – tra l’altro – sul progetto Plans – Portiamo lArchitettura Nelle Scuole, che punta a promuovere la cultura architettonica e la comprensione dell’ambiente, avviando percorsi formativi per bambini e ragazzi, creando alleanze tra scuole, esperti e istituzioni. Focus sulla semplificazione – a partire dalle proposte di modifica delle Norme tecniche di attuazione (Nta) del Piano regolatore generale di Roma – con il consigliere Lorenzo Busnengo; Claudia Ricciardi, consigliere OAR con delega ai concorsi, ha parlato dell’impegno per favorire il ricorso alle procedure concorsuali, come strumento per garantire «il più ampio confronto qualitativo tra le proposte progettuali», con la messa a punto e a disposizione da parte dell’OAR della piattaforma telematica CAN – Competition Architecture Network; mentre Paolo Anzuini, consigliere delegato all’innovazione e referente del percorso formativo «Innovazione, brevetti e certificazioni», ha riflettuto sul tema cultura e innovazione «per una Capitale internazionale», facendo riferimento anche al progetto portato avanti dall’Ordine per l’incubatore internazionale di startup ad impatto sociale ed ambientale. Tra i relatori anche Christian Rocchi, delegato politiche nazionali OAR, focalizzatosi sul tema «cultura architettonica quale strumento di sviluppo e inclusione sociale: tra costruzione e comunicazione», ed Emma Tagliacollo, Osservatorio 900 OAR e segretario Docomomo Italia, che ha ragionato sulla «valorizzazione dellarchitettura del Novecento a Roma per guardare al futuro». (FN)

di Francesco Nariello

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