Portare avanti una operazione culturale volta a sviluppare ragionamenti tematici in chiave architettonica sul contemporaneo, arrivando a prefigurare il futuro. Valorizzare la figura dell’architetto come propulsore della società, e l’architettura come perno del cambiamento e della trasformazione delle città. Dare risalto alla professione attraverso la riscoperta del lavoro dei professionisti iscritti all’albo – essenza dell’ordine professionale – in grado di ricostruire una storia dello sviluppo urbano di Roma e non solo, visto l’orizzonte internazionale in cui si è svolta, e continua svolgersi, l’attività degli architetti romani. Sono alcune delle premesse e dei temi che hanno animato «Mirabilia Urbis Romae / AR Magazine e 50 anni di professione», convegno svoltosi lo scorso 23 novembre alla Casa dell’Architettura e dedicato alla riflessione intorno alle pubblicazioni – e più in generale al programma editoriale – dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia.
Nello specifico, in occasione del convegno, sono stati presentati l’ultimo numero (127-128) di AR Magazine, la rivista dell’Ordine degli Architetti di Roma, dal titolo «Mirabilia Urbis Romae. Morfologie urbane, paesaggi, architetture», e il VII volume (anni 1966-1971) della collana «50 Anni di Professione» dedicato al percorso professionale e ai progetti degli architetti iscritti all’OAR con alle spalle oltre un cinquantennio di attività. A chiusura, si è svolta la cerimonia di consegna del volume appena pubblicato ai decani dell’Ordine.
A introdurre la giornata è stato il presidente dell’OAR, Alessandro Panci, che ha sottolineato «l’importanza di raccogliere e raccontare le storie professionali e i progetti di colleghi, che mostrano il loro lavoro nei campi dell’edilizia, del restauro, della pianificazione, attraverso le diverse fasi, e che restituiscono uno spaccato della nostra società. Raccontano il cambiamento del modo di vedere, concepire, costruire la città, risultando fondamentali per comprendere le trasformazioni. Vediamo come la figura dell’architetto non rappresenti un semplice lavoro: anche grazie alla nostra base umanistica, infatti – aggiunge -, rappresentiamo un ‘supporto’ imprescindibile per migliorare il modo di vivere, progettando gli spazi per la vita quotidiana. Dobbiamo rimarcare e difendere il nostro ruolo all’interno della società e nel dibattito pubblico: raccontare la storia di colleghi che con la loro carriera hanno dato lustro alla professione è un modo per farlo».
«I programmi editoriali coincidono con i progetti culturali di ampio respiro»: è stata la premessa della riflessione di Marco Maria Sambo, segretario OAR, direttore di AR Magazine / AR Web / pubblicazioni OAR e coordinatore scientifico del convegno, che ha trattato i temi al centro del convegno. «Tutte le pubblicazioni dell’Ordine – ha detto – come (solo per citare le più recenti) l’ultimo volume di AR Magazine e il libro ’50 Anni di Professione’, puntano a dare valore all’architettura e alla figura dell’architetto come propulsore della società. Sempre a difesa della cultura architettonica e della cittadinanza: anche questa è l’importanza dell’Ordine. L’architettura deve essere al centro di qualsiasi cambiamento, essenza della trasformazione e del nostro futuro. La sostanza culturale è anche essenza politica».
Si tratta – ha proseguito – «di pubblicazioni che intendono valorizzare l’architettura a partire dalle colleghe e dai colleghi iscritti all’albo, mettendo in luce il loro lavoro e, attraverso esso, ricostruire la storia della nostra città». Il nuovo volume della collana «50 Anni di Professione» in particolare è una operazione culturale, non solo editoriale, che delinea una storia dell’architettura della Capitale. Attraverso l’editoria tentiamo di fare politica culturale a favore degli iscritti e degli architetti italiani, con uno sguardo nazionale e internazionale». AR Magazine, ha sottolineato Sambo, è parte integrante di questo processo culturale: dal 2018 ha trasformato la precedente esperienza della testata diventando una rivista libro monografica, che racchiude in ogni sua uscita tantissime immagini e scritti inediti, partendo sempre dalla storia e dagli archivi di architettura per sviluppare ragionamenti tematici che arrivino al contemporaneo e, talvolta, a prefigurare il futuro». Il numero doppio recentemente pubblicato «Mirabilia Urbis Romae» continua ad indagare sulla morfologia e sull’architettura della Capitale, dal ‘900 al contemporaneo, e rappresenta la terza tappa (dopo i numeri «Roma Sognata. Gli archivi di architettura dal Nolli alle nuove poetiche radicali» e «Abitare Roma capitale. Storia e visioni dal 1871 al prossimo futuro») di un dibattito in fieri sulle pagine della rivista. L’obiettivo – ricorda Sambo – «è rimettere Roma al centro del meccanismo propulsivo dell’Italia, studiando tanto la storia quanto le dinamiche del contemporaneo, che porteranno a costruire una Capitale realmente internazionale, nella quale l’architettura sia al centro dei processi strutturali di cambiamento».
A raccontare le fasi di realizzazione e lo spirito da cui trae origine il lavoro di raccolta ed elaborazione che ha portato alla pubblicazione di «50 Anni di Professione» sono state le curatrici del settimo volume Maria Letizia Mancuso e Maria Miano, componenti della Commissione Archivi OAR. L’impegno dell’ordine in questo ambito è iniziato nei primi anni 80, periodo di fermento per gli archetti, anche in termini di partecipazione ai lavori del Consiglio, che si domandava, tra l’altro, cosa significasse tutelare la professione», ha ricordato Mancuso, spiegando come «tale tutela dovesse passare necessariamente dalla difesa della memoria. Su queste premesse nacque la prima pubblicazione sui decani della professione, nel 1983, poi ripetuta dieci anni dopo con una doppia versione italiano/inglese e una mostra. Allora ci rendemmo subito conto che da difendere c’erano, innanzitutto, gli archivi di architettura».
Il settimo volume appena pubblicato, il cui lavoro è iniziato nel marzo 2022, ha sottolineato invece Miano, «è il più ricco di tutta la collana: accoglie le vite professionali, i profili biografici e i percorsi progettuali di 88 professionisti. Erano stati 77 nel sesto, 64 nel quinto, quando si è registrata la netta crescita legata all’aumento dei laureati in architettura. I decani che hanno partecipato – ha concluso – ci hanno dedicato tempo prezioso, riaprendo archivi, faldoni, raccolte di foto e diapositive».
Ampio spazio anche alla presentazione dell’ultimo numero di AR Magazine – dal titolo «Mirabilia Urbis Romae. Morfologie urbane, paesaggi, architetture» – con gli interventi, tra gli altri, di alcuni dei collaboratori della rivista, come Andrea Bentivegna e Pino Pasquali. Emma Tagliacollo, Commissione Osservatorio 900 OAR e segretario Docomomo Italia, ha parlato di «Architettura e cultura, dal Novecento al Contemporaneo», associando alcune parole chiave ai numeri della rivista dell’OAR pubblicati nel ultimi anni. «Architettura, strumento di progresso sociale e culturale: la diffusione attraverso le riviste d’architettura e attraverso la costruzione dello spazio» è stato il tema dell’intervento di Christian Rocchi, delegato politiche nazionali OAR; mentre Eugenio Perri, presidente Consiglio di disciplina OAR, ha trattato delle connessioni tra riviste, pubblicazioni, formazione e deontologia, «strumenti diversi, stesso obiettivo».
La giornata si è chiusa con la cerimonia di consegna ai decani dell’Ordine di Roma presenti in sala, da parte del presidente OAR, Alessandro Panci, del volume VII di «50 Anni di Professione». (FN)