Gli ostacoli che interferiscono con l’accesso a musei, aree archeologiche, biblioteche e archivi scaturiscono da caratteristiche degli edifici e non riguardano solo alcune categorie di visitatori: questa premessa rivoluziona il concetto di barriera architettonica, o meglio lo supera, innanzitutto riconoscendo che i limiti alla fruizione non si riducono alle barriere fisiche e includono le difficoltà derivanti da deficit percettivi e cognitivi, età, malattia, ma anche da errori di comunicazione e scelte progettuali sbagliate.
La Tavola rotonda “Accessibilità e inclusione nei luoghi della cultura”, svoltasi martedì 27 giugno presso le Terme di Diocleziano / Museo Nazionale Romano, ha evidenziato la necessità di capovolgere i paradigmi applicati finora, individuando negli oggetti (i musei e le altre strutture), invece che nelle persone, l’origine della disabilità. Nel corso dell’incontro sono emerse le potenzialità della cultura come leva per attivare processi virtuosi e avviare veri e propri laboratori di sperimentazione.
Programmare la progettazione per tutti
“C’è la condivisione di un mondo, della nostra comunità, che” come ha rimarcato la Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli, dando il via ai lavori del convegno moderato da Daniela Orlandi, Esperto nell’ambito degli Uffici di diretta collaborazione del Ministro per le disabilità sulle tematiche legate all’accessibilità universale , “in base alla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, deve essere universalmente accessibile a tutti e garantire la piena partecipazione alla vita quotidiana (…). Tutto deve essere a dimensione di tutti”. La Ministra ha anche anticipato che il 22 e 23 settembre a Rimini si svolgerà ExpoAid 2023, incentrato sull’accessibilità, e sul contributo delle associazioni e del Terzo Settore.
L’attenzione alle istanze concrete alla base della progettazione per tutti è stata sollecitata dal Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma (OAR) Alessandro Panci, che, intervenendo sul tema dello Universal Design, ha illustrato le attività dell’Osservatorio Accessibilità OAR: “
Il ruolo degli architetti è anche sociale – come abbiamo voluto ricordare proprio in occasione dei cento anni della legge istitutiva degli Ordini degli architetti (…). I professionisti possono fornire la propria competenza alle amministrazioni, per progetti finalizzati alla fruizione estesa, nell’ambito di una programmazione finalizzata a obiettivi: “(…) l’Osservatorio Accessibilità OAR è a disposizione proprio per supportare i Comuni nell’espletare quelle che sono le misure propedeutiche all’avvio di una gara o alla progettazione di un Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA)”, ma il risultato positivo dipende da un cambio di mentalità”.
Ministero della Cultura, 300 milioni per i PEBA dal PNRR
L’attitudine dei siti archeologici ed espositivi a diventare modelli di accessibilità è stata evocata da Massimo Osanna, Direttore generale Musei del Ministero della Cultura (MiC) ed ex direttore degli Scavi archeologici di Pompei, che ha insistito sul concetto di barriere sensoriali e cognitive. ”Abbattere le barriere cognitive in un museo significa ripensare completamente gli allestimenti. Io credo che gli allestimenti museali debbano essere sempre più temporanei, sempre meno permanenti, proprio perché cambiano le esigenze della società, cambiano le relazioni, cambiano le richieste da parte dei pubblici, che sono sempre più numerosi”.
La dinamicità dei progetti museali si rafforza con l’ampliamento della platea di potenziali fruitori, con effetti inaspettati: “A Pompei siamo partiti proprio da zero, con un percorso di tre chilometri che, abbattendo le barriere architettoniche, portava a visitare i siti più importanti, le case più importanti (..) Il progetto lo abbiamo chiamato ‘Pompei per tutti’, e poi abbiamo visto che lo usavano non solo persone diversamente abili (…) ma anche le persone anziane, le persone più lente come i papà e le mamme con i passeggini. ‘Pompei per tutti’ è diventato quasi il percorso obbligato per visitare Pompei”.
Presentando il Piano Strategico per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche nei luoghi della cultura, che, in riferimento all’Investimento 1.2 (Missione 1, Componente 3) del PNRR riceverà complessivamente 300 milioni di euro, Maria Rosaria Lo Muzio, funzionario-architetto Direzione generale Musei, Coordinatore programmazione Lavori Pubblici e Sicurezza ha evidenziato l’impegno nel realizzare “un percorso amministrativo, tecnico e culturale per rispondere alle specifiche necessità delle persone”.
L’investimento che si prospetta è articolato e interessa istituti del MiC, ma anche istituti pubblici non MiC e istituti della cultura privati:
- interventi presso i luoghi della cultura pubblici afferenti al MiC, € 127.327.089, 41;
- interventi presso i luoghi della cultura pubblici non afferenti al MiC, € 120.000.000,00;
- interventi presso i luoghi della cultura privati, € 7.460.000,00;
- redazione dei PEBA per i luoghi della cultura pubblici afferenti al MiC, € 3.346.449,59;
- redazione dei PEBA per i luoghi della cultura pubblici non afferenti al MiC, € 3.214.700,00.
Le finalità del Piano Strategico comporteranno un impatto sulle architetture e sugli allestimenti perché “edifici e spazi disabilitanti rendono le persone disabilitate”.
Comunicazione chiara = accessibilità
Uno degli aspetti più interessanti emersi dalle riflessioni su “Accessibilità e inclusione nei luoghi della cultura” riguarda l’importanza di scegliere le modalità e i canali adeguati per condividere nel modo più efficace i dati sulle opere d’arte e gli edifici museali. La comunicazione può contribuire all’accessibilità a vari livelli, rispondendo in generale alle esigenze dell’utenza, per esempio con didascalie chiare, ma soprattutto nei casi in cui sia necessario un supplemento di informazioni. I supporti audiovisivi e tattili svolgono una funzione cruciale nel rendere fruibili forme, immagini e suoni anche da parte di chi non è in grado di percepirli a causa di specifici deficit.
Carlo Riva, Direttore associazione L’abilità onlus, Responsabile progetto Museo per Tutti: “La persona con disabilità intellettiva è costituita da un match di sue caratteristiche. Abbiamo davanti un pubblico con problemi di memoria, di lettura delle emozioni su di sé e sugli altri, con un problema di orientamento nello spazio e nel tempo, ma soprattutto con grossi problemi di relazione e comunicazione con l’altro e quindi anche con l’opera d’arte. (…) Se usiamo dei linguaggi complessi, se usiamo delle frasi lunghe, se non usiamo delle ripetizioni, se usiamo delle dimensioni temporali che sono solo dei numeri, questa persona che abbiamo davanti non capisce il contesto, non capisce la realtà. (…) Le parole giuste sono i facilitatori, come lo sono una pedana, un ascensore per persone con disabilità motoria, o il linguaggio LIS per una persona sorda, oppure le audiodescrizioni per una persona ipovedente”.
Progetti come l’app “MNR su misura” che il Museo Nazionale Romano diretto da Stéphane Verger sta sviluppando per integrare il supporto delle guide, o la Mappa del paesaggio di Procida accessibile a tutti, realizzata da Regione Campania, Ente nazionale sordi, Unione Italiana Ciechi, Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo e ITRIA – Itinerari turistico religiosi interculturali e accessibili, sono esempi di comunicazione integrata.
La tecnologia contribuisce a eliminare le difficoltà di chi non è in grado di spostarsi, come l’avatar robotico che può essere utilizzato in ambito lavorativo o in qualsiasi contesto si ricerchi l’interazione con un soggetto che non è in presenza. Per Antonio Giuseppe Malafarina, Direttore Superando.it, intervenuto alla Tavola rotonda mediante un avatar inclusivo dotato di specifico software, questi dispositivi consentono di “essere persone a distanza”.
Inclusione e opportunità lavorative
Le nuove formule dell’accessibilità trasformano i ruoli, facendo coincidere il superamento degli handicap anche con il coinvolgimento, nella gestione del contatto diretto con il pubblico delle esposizioni, di soggetti spesso emarginati dagli spazi dell’arte, attraverso esperienze di lavoro che contribuiscono al progresso generale della nozione di inclusione.
La cooperativa sociale Tulipano Art Friendly promuove “i musei come agenti di cambiamento”, attuando una serie di iniziative rivolte a giovani affetti da disturbo dello spettro autistico ad alto funzionamento – dalla sperimentazione al museo di Eboli, con un ragazzo autistico all’accoglienza, agli infopoint che da settembre funzioneranno a Montesanto e in altri punti del Centro Storico di Napoli.
Marta Russo, giovane youtuber e influencer dell’accessibilità, segnala attraverso il proprio canale quali località presentano barriere per chi si muove in carrozzina. “Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale. Occorrerebbe un sito interistituzionale per consentire alle persone di capire se una certa struttura è accessibile per loro. Spesso i musei non prevedono la prenotazione online, penalizzando le persone con difficoltà motorie”. La soluzione passa anche per lo “inserimento delle persone con disabilità negli infopoint turistici (…). Occorre il coraggio di cambiare prospettiva”.