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Architettura
05 Luglio 2024

Il terremoto in Irpinia: le buone pratiche della ricostruzione

Quale ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia? Dove, come, quando, per chi?

Questo il tema al centro dell’evento formativo con il coordinamento scientifico del Prof. Arch. Alessandro Camiz | Nucleo Ricostruzione Commissione Protezione Civile OAR.

Nei mesi scorsi sono stati affrontati altri ambiti territoriali (Amatrice, Abruzzo, Camerino, Emilia-Romagna, Umbria), ma è l’Irpinia che ha fornito l’imput per un’organizzazione efficace dell’emergenza e del successivo coordinamento della ricostruzione.

Era il 23 novembre 1980 quando un sisma di magnitudo 6.9 ha colto di sorpresa una parte della Campania, della Basilicata e marginalmente della Puglia. Sono 2734 le vittime e 688 i comuni che hanno riportato danni, di cui quasi la metà ha visto crollare l’intero patrimonio residenziale.

Interruzione delle linee elettriche e telefoniche, frane e smottamenti, tagliata in due l’Italia per l’interruzione del traporto ferroviario: un disastro naturale che ha dimostrato la fragilità del Paese.

Ha aggravato fortemente la situazione il mancato coordinamento delle operazioni di soccorso, della gestione dell’emergenza e dell’approvvigionamento dei beni di prima necessità.

Così Pertini è intervenuto in un messaggio agli italiani: “Qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana, tutti gli italiani e le italiane devono sentirsi mobilitati per andare in aiuto di questi fratelli colpiti da questa sciagura. Perché credetemi il modo migliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi”. 

Nominato Giuseppe Zamberletti Commissario straordinario, si posero le basi per quella che nel febbraio del 1982 è diventato il Dipartimento della Protezione Civile, sulla cui scia Pasquale Zaffina chiama a raccolta gli architetti romani per u impegno civile in situazioni di emergenza.

“Il Gruppo di Protezione Civile dell’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, costituitosi dopo il terremoto dell’Irpinia, si dedica ancora oggi alla promozione della cultura della sicurezza, della protezione civile, della solidarietà, della salvaguardia dell’ambiente, dell’educazione alla protezione dai rischi ambientali, del rilievo del danno post sismico – racconta Carlo Zaffina durante l’evento sull’Irpinia – L’attuale Commissione dell’OAR, che mi onoro di rappresentare, è costituita da quattro Nuclei Operativi ed approfondisce adeguatamente i temi della Prevenzione, dell’Emergenza, dell’Approfondimento Scientifico, della Ricostruzione, istaurando rapporti interdisciplinari tra Comuni, Regioni, Dipartimento Protezione Civile, Sistemi ordinistici delle professioni tecniche, capaci di incentivare programmi, studi, formazione, protocolli d’intesa”.

Attualmente la Commissione di Protezione Civile OAR è impegnata in eventi, che vedono coinvolta la popolazione, comprese le scuole, testando i piani di emergenza comunali e dando supporto alla Protezione Civile, ai Vigili del fuoco, Esercito, Istituzioni.

Tutti consapevoli degli inaccettabili ritardi nella ricostruzione del Centro Italia, alla Casa dell’Architettura, si è ripercorsa dunque l’esperienza dell’Irpinia per una riflessione profonda sui modus operandi, attraverso una serie di casi studio.

Progetto di Restauro strutturale della Cattedrale di S. Angelo dei Lombardi (AV), di Antonino Giuffrè | Michele Candela

Un approfondimento sul comportamento statico delle murature storiche quando sollecitate da terremoti in S. Angelo dei Lombardi, paese simbolo del terremoto irpino del 1980, con i suoi 3.000 morti circa.

È stato Antonino Giuffrè, intorno al 1985, a mettere a punto degli algoritmi appositi per la muratura portante, utilizzati in questo progetto e poi riconosciuti dalla comunità internazionale come universali.

Teora: norme architettoniche per la ricostruzione | Carlo Manzo

Un piano di recupero molto simile ad un piano di ricostruzione per il Comune di Teora, distrutto dal sisma del 1980. Sulla base della volontà di rimanere in quel luogo, il centro ha subito una rimodellazione del suolo ed una selezione delle aree adatte all’edificazione, sulla base delle rilevazioni geologiche. Elemento essenziale sono state le norme architettoniche stabilite dal piano, su cui basare la ricostruzione “dov’era / com’era”.

La ricomposizione dei centri storici del Cratere: le esperienze di Sant’Angelo dei Lombardi e di Calitri | Eleonora Scirè

Il progetto ha visto impegnata la Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici (ora A.B.A.P.) di Salerno e Avellino, nella salvaguardia e la rinascita dei centri storici. L’intervento ha contribuito all’evoluzione della normativa sismica delle murature storiche e delle tecniche di consolidamento, attraverso l’istituzione di un Ufficio di Piano dislocato nel cratere.

Abbazia del Goleto: restauri, adeguamenti, completamenti | Angelo Verderosa

Sorto sui resti di un insediamento di epoca romana, il complesso abbaziale del SS. Salvatore al Goleto, fondato nel XII sec. da San Guglielmo da Vercelli, fu pesantemente danneggiato dal sisma dell’Irpinia. I primi restauri risalgono al 1990, ma furono giudicati profondamente invasivi. Dal 2001 Verderosa ha messo in atto interventi organici innescando un processo rigenerativo dell’intero complesso.

I Borghi della Terminio Cervialto | Massimo Pica Ciamarra

Un programma policentrico che ha interessato i borghi storici di Castelvetere, Calabritto, Taurasi, Volturara attraverso l’integrazione di diverse destinazioni d’uso, attrattori territoriali e infrastrutture. Il progetto ha visto l’impegno di molti giovani professionisti irpini.

di Giulia Villani

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