Qualità, sostenibilità, innovazione, rapporto con il territorio e con i contesti urbani, ma anche integrazione delle nuove tecnologie digitali, approccio multidisciplinare, propensione alla collaborazione. Sono alcuni degli elementi che entrano a far parte della riflessione sulla progettazione di qualità in chiave contemporanea che sarà al centro del ciclo di incontri in programma nel 2025 alla Casa dell’Architettura. Ad esserne protagonisti saranno studi di progettazione di fama internazionale, che racconteranno – in lecture dedicate – il loro modo di lavorare e di declinare il proprio approccio nelle opere realizzate negli ultimi anni in tante diverse città nel mondo; alla lecture farà sempre seguito un dialogo critico tra l’ospite internazionale di giornata e un/una giovane ricercatore/ricercatrice proveniente da alcune tra le principali università europee.
Ad aprire il ciclo – dal titolo «Conversazioni sulla pratica del progetto» – sarà l’appuntamento del prossimo 20 gennaio con MVRDV, il celebre studio olandese fondato da Winy Maas, Jacob van Rijs e Nathalie de Vries, per il quale terrà la lecture Lorenzo Mattozzi; mentre saranno Sabrina Morreale, e Lorenzo Perri, architetti italiani e fondatori di Lemonot, studio con base a Londra, ad animare la parte dedicata al dialogo con il mondo della ricerca.
Al primo incontro seguiranno – con cadenza mensile – altri ospiti illustri che spaziano da Seunghoy Kim (KWYC Architects) a Ensamble Studio, da Marcio Kogan (Studio MK27) a Vector Architects, da Allies and Morrison a Fernanda Canales: un ciclo nel segno della progettazione che porterà – ancora una volta – l’architettura internazionale di alto profilo nella sede dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, nella cornice monumentale dell’Acquario Romano.
La serie di incontri che si svolgerà nel primo semestre del 2025 ha avuto una anticipazione lo scorso anno, con l’appuntamento del 19 settembre 2024 con lo studio londinese Witherford Watson Mann architects, autore di opere significative che hanno indagato la dimensione residenziale, il rapporto con l’esistente e la scala urbana. Alla lecture, tenuta da Stephen Witherford e Willam Mann, è seguito – secondo il format che caratterizza gli incontri – il dialogo critico con l’architetta Diana Carta.
Il 20 gennaio l’incontro con MVRDV
Protagonista del primo appuntamento, fissato per il prossimo 20 gennaio (ore 17.30-19.30) – come detto -, sarà Lorenzo Mattozzi di MVRDV (https://www.mvrdv.com/), lo studio fondato nel 1993 da Winy Maas, Jacob van Rijs e Nathalie de Vries, con base a Rotterdam e sedi a Parigi e Shanghai. In oltre trent’anni di attività, MVRDV ha realizzato più di 800 progetti in oltre 65 Paesi. Sempre attraverso un metodo progettuale altamente collaborativo, basato sulla ricerca e incentrato sul massimo coinvolgimento di clienti, stakeholders, finanziatori ed esperti, nella più ampia gamma di campi disciplinari, dall’inizio alla fine del processo creativo. Il minimo comune denominatore dei progetti firmati MVRDV è la sperimentazione, con i fari puntati sulle città ed è concepito proprio in quest’’ottica The Why Factory, think tank e istituto di ricerca indipendente – diretto dallo studio stesso in collaborazione con l’Università di Tecnologia di Delft -, che contribuisce al dibattito su architettura e urbanistica attraverso riflessioni sulla concezione della città del futuro.
L’approccio specifico di MVRDV alla progettazione si traduce nella realizzazione di opere molto varie, che spaziano da edifici di ogni tipologia e dimensione a piani e visioni urbane, installazioni, mostre, oltre a numerose pubblicazioni. Lo studio – si legge sul sito web ufficiale di MVRDV – «ha la reputazione di progettare edifici ad uso misto innovativi, inaspettati e gioiosi» come il Markthal, una combinazione di abitazioni e negozi a Rotterdam, Radio Hotel and Tower, un complesso di torri per il tempo libero e uffici dai colori vivaci a New York City, e Valley, tre spettacolari torri ricoperte di piante, ispirate alla natura, ad Amsterdam. Famosi progetti abitativi di MVRDV includono il complesso residenziale Silodam ad Amsterdam, il condominio con cortile Ilot Queyries a Bordeaux e The Canyon, impiantato sulle formazioni rocciose californiane, a San Francisco.
Il dialogo critico con giovani ricercatori provenienti dalle principali università europee sarà invece inaugurato – come detto- da Sabrina Morreale e Lorenzo Perri architetti che hanno fondato lo studio Lemonot, realtà con sedi a Londra e a Prato che unisce architettura e arti performative e che ha già collaborato con l’Ordine degli Architetti di Roma realizzando nei pressi del Gazometro a Ostiense l’installazione site-specific «Oasi dei Golosi» nell’ambito dell’edizione 2022 del Festival dell’Architettura di Roma (FAR) organizzato dall’OAR.
Gli altri appuntamenti
La rassegna proseguirà, con appuntamenti a cadenza mensile (il calendario completo è in fase di definizione – seguiranno aggiornamenti), con la partecipazione di studi di progettazione provenienti da tutto il mondo.
Il 21 febbraio è previsto l’incontro con il coreano Seunghoy Kim, di KWYC Architects (www.kywc.com), studio con base a Seul, in Corea del Sud, con realizzazione incentrate intorno al tema del residenziale con un interesse spiccato, nella costruzione del progetto, alla componente strutturale defluii edifici, includendo gli elementi costruttivi, strutturali e statici. Tra i progetti : Munhakdongne Publishers Office (Paju, 2002-2003) Jeongseon Health Care Center (Jeongseon, 2005-2007), Place J (Seoul, 2013-2014).
A marzo sarà la volta di Ensamble Studio (www.ensamble.info), team «interfunzionale» fondato nel 2000 e guidato dagli architetti Antón García-Abril e Débora Mesa. «Bilanciando immaginazione e realtà, arte e scienza, il loro lavoro innova tipologie, tecnologie e metodologie per affrontare questioni diverse come la costruzione del paesaggio o la prefabbricazione della casa. Dai loro primi lavori – SGAE Headquarters, Hemeroscopium House o The Truffle, in Spagna– ai più recenti –Ensamble Fabrica a Madrid e Ca’n Terra a Minorca –, ogni progetto lascia spazio alla sperimentazione con l’obiettivo di far avanzare il proprio campo di ricerca. Attualmente, attraverso la loro startup WoHo, stanno investendo nell’aumento della qualità dell’architettura rendendola più conveniente integrando tecnologie offsite.
L’appuntamento per il 28 aprile, invece, sarà con Marcio Kogan, fondatore – alla fine degli anni ’70 – dello Studio MK27 (www.mk27.com), con base a San Paolo in Brasile: gli architetti del team – si legge nella pagina web di presentazione dello studio – , «sono grandi ammiratori della generazione del modernismo brasiliano, cercano di adempiere al compito di ripensare e dare continuità a questo movimento architettonico iconico»: così, i progetti di MK27 – dalle singole ville agli edifici per il residenziale, dagli hotel al commerciale – «valorizzano la semplicità formale e sono elaborati con estrema cura e attenzione ai dettagli».
Vector Architects, (www.vectorarchitects.com) studio cinese con base a Pechino e fondato nel 2008 da Dong Gong, sarà protagonista dell’incontro del 21 maggio. Punto di partenza dell’approccio al progetto dello studio è la «fede nel potere primitivo, tranquillo ed eterno incarnato nell’architettura», la quale «deve affrontare il contesto e rispondere a problemi realistici di parametri sociali, politici e ambientali. Ma che, dopo aver risolto tutti i problemi, deve alla fine conservare la sua capacità di andare oltre i vincoli della realtà, per rivendicare la sua ragion d’essere: calmare il nostro corpo e la nostra anima». Alcune delle opere più significative spaziano dalla Seashore Library al Yangshuo Sugarhouse hotel, dal Pingshan Art Museum al Jingyang Camphor Court.
In programma per il 3 giugno la partecipazione di Bob Allies di Allies & Morrison, uno dei principali studi di architettura e progettazione urbanistica della Gran Bretagna, con sede a Londra e Cambridge (www.alliesandmorrison.com). L’attenzione ai piccoli dettagli, indipendentemente dalla scala del progetto, è uno dei segni distintivi per lo studio, secondo cui « Mettere insieme gli elementi è fondamentale nella pratica dell’architettura, sia che si tratti di un padiglione di 50 mq o di un edificio laboratorio di 20.000 mq o di un masterplan di 600 ettari». Tra i lavori: la redazione dei master plan per 2012 London Olympics and Legacy, King’s Cross Central, e Brent Cross Cricklewood, cui si aggiungono, in ambito internazionale, fra gli altri, progetti in in Germania, Qatar, India, Egitto e Libano.
Il ciclo si chiude, infine, con l’incontro in calendario il 30 giugno con Fernanda Canales (www.fernandacanales.com) progettista con base in Citta del Messico, che affianca la pratica di architetto e designer a quella di critico e curatore dell’architettura, indagando in particolare le specificità della matrice progettuale messicana. (FN)