di Redazione OAR
In un’ottica di inclusione per tutte le diversità, «l’impegno è teso, non solo a favorire, bensì a garantire l’accessibilità ai luoghi di studio e di ritrovo informale, gli spostamenti tra le strutture didattiche di ogni singolo dipartimento – come aule, biblioteche, servizi, uffici, spazi esterni – e a mettere a disposizione di chiunque ne abbia l’esigenza spazi riservati per accedere alle diverse sedi». Descrive così l’approccio all’accessibilità del proprio ateneo Lucia Chiappetta Cajola, prorettore vicario dell’Università Roma Tre e delegata del Rettore per la disabilità, i disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa) e il supporto all’inclusione. La vocazione di Roma Tre ad “abitare” il territorio, con ben tredici dipartimenti sparsi nel tessuto urbano – spiega – «ha fatto in modo che il problema di fondo affrontato sia stato quello di superare le distanze logistiche ma anche sociali tra le varie sedi e anche quelle presenti all’interno di ciascuna di esse, eliminando progressivamente barriere e ostacoli alle relazioni e allo studio e al fine di promuovere la piena partecipazione alla vita universitaria da parte di studentesse e studenti con disabilità e non solo».
La triade «persona – ambiente – partecipazione, nella circolarità dell’interazione tra loro, – prosegue la docente universitaria – è posta a salvaguarda del disagio non soltanto fisico ma anche di quello psicologico, emotivo, affettivo, relazionale e motivazionale, garantendo – da il diritto allo studio, ma anche il diritto a un lavoro nella comunità accademica da portare avanti in condizioni adeguate e in cui l’ambiente possa offrire tutte le opportunità per esprimere le proprie potenzialità».
Assicurata l’accessibilità in modo generalizzato, conclude Chiappetta Cajola, «resta l’impegno continuo da parte dell’Università a migliorare e perfezionare ulteriormente alcuni elementi o ‘passaggi’ resi già fruibili secondo in base ai principi del ‘design for all’: quest’ultimo pervade sistematicamente e strutturalmente le scelte accademiche per rendere l’ateneo sempre più accessibile e accogliente per tutti, nessuno escluso». (FN)