Di Redazione OAR
Introdurre un indice di valutazione dell’age friendly per abitazioni, immobili e quartieri, già in fase di progetto o in caso di ristrutturazione, come avviene in altri paesi europei.
Questa la proposta di Claudio Falasca, architetto dell’Auser, associazione di volontariato e di promozione sociale impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani.
L’architettura e la pianificazione urbana hanno un ruolo determinante nella qualità della vita se si considera che persone in età geriatrica, bambini e donne in gravidanza costituiscono il 50% della popolazione italiana.
«Introdurre un criterio di valutazione integrato e prestazionale per determinare la qualità urbana e dell’abitato per superare il vecchio metodo degli standard – dichiara Falasca, che commenta così i bonus per l’efficientamento energetico ed il rischio sismico – Giusto farsene carico, ma rispetto al decoro delle facciate, l’accessibilità è più urgente. Si tratta di stabilire priorità in base alla disponibilità delle risorse».
Le barriere architettoniche costituiscono una barriera psicologica, oltre che fisica in quanto determinano una condizione di isolamento dell’utenza fragile.
Si potrebbe cominciare dall’edilizia residenziale pubblica affinchè siano di esempio per la collettività.