di Redazione OAR
L’Assemblea capitolina ha approvato, il 17 dicembre, la delibera di controdeduzioni per l’adozione definitiva del programma integrato per la riqualificazione dell’ex Caserma di via Guido Reni, un’area di circa 55mila mq che sorgerà nel quartiere Flaminio e includerà, tra l’altro, nuovi spazi pubblici, biblioteca e centro civico di quartiere, housing sociale e uno spazio dedicato alla diffusione della cultura scientifica.
Lo ha comunicato in una nota del Campidoglio, annunciando anche come nei prossimi giorni «sarà reso pubblico il risultato del concorso internazionale di progettazione per la realizzazione del Polo Civico Flaminio», il bando lanciato da Roma Capitale, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia, e presentato alla fine dello scorso agosto alla Casa dell’Architettura (qui l’articolo: LINK), previsto all’interno del programma, con il recupero di alcuni manufatti esistenti e il coinvolgimento dei cittadini.
La riqualificazione dell’intera area dell’ex Caserma di via Guido Reni, ricorda la nota di Roma Capitale – riguarda una superficie di circa 55mila mq di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti all’interno della quale saranno realizzati edifici residenziali per circa 35mila mq (di cui 6mila mq destinati a Housing Sociale), un albergo di 7mila mq e 3mila mq di commerciale di vicinato. I circa 2mila mq di servizi pubblici di livello locale, che comprendono, secondo quanto individuato a esito di un importante percorso di coinvolgimento dei cittadini e del Municipio, una biblioteca di nuova generazione e spazi aperti attrezzati, saranno realizzati selezionando il progetto attraverso un concorso di progettazione bandito da Roma Capitale.
«E’ un programma che si inserisce nella complessiva riqualificazione prevista dal Progetto Urbano Flaminio, importante asse strategico su cui sorgono servizi culturali di scala nazionale», ha detto Luca Montuori, assessore capitolino all’Urbanistica, che ha aggiunto: «Una riqualificazione che evidenzia come sia possibile intervenire in contesti consolidati con strumenti che superino una visione puramente quantitativa delle trasformazioni e puntino sulla qualità degli spazi e dei servizi, integrando quelli esistenti sul territorio, ascoltano i cittadini e favorendo progetti selezionati attraverso lo strumento del concorso di progettazione».
(FN)