Un’opera di land art che trasforma una vigna in un labirinto, un luogo di produzione ma anche di accoglienza del pubblico. La cantina ipogea di Guado al Tasso a Castagneto Carducci, quasi invisibile dall’esterno. La cantina Podernuovo a Palazzone, il cui segno impresso nel paesaggio si lascia ispirare dal rigore strutturale dei vigneti. Tre esempi in cui l’architettura e l’intervento sul paesaggio dialogano in modo esemplare con il contesto, protagonisti di una giornata speciale alla Casa dell’Architettura, nel complesso monumentale dell’Acquario Romano.
L’appuntamento è per domenica 24 novembre 2024 con Storie di Architettura e Vino (ore 18,30 – 20,30), un incontro che mette insieme il racconto progettuale di alcune cantine italiane, la degustazione dei vini e la narrazione di Roberto Bosi, autore del libro, edito da Electa, Nuove Cantine Italiane. Paesaggi e territori. L’evento è gratuito ma richiede la prenotazione (culturatela.com).
Paolo Carpineti e Fernando Bernardi presentano Limito di Marco Carpineti, il labirinto di vite che è un’opera d’arte vegetale, realizzata presso l’altopiano del Parco dell’Antoniana (Bassiano) nella tenuta dell’azienda agricola Carpineti. Oltre che dare ancora più valore all’area dei monti Lepini, Limito si prefigge l’obiettivo di rivoluzionare il concetto del “vivere la vigna”. Vuole essere non solo un luogo produttivo, ma anche e soprattutto inclusivo, in grado di accogliere le persone che lo visitano.
Segue il racconto di Agnese Valbonesi di asv3 officina di architettura, che presenta la Cantina di Guado al Tasso che accoglie la produzione dei vini di vertice dell’azienda. Un luogo dove la tradizione e la modernità convivono in armonia. Un’architettura capace di raccontare il passato, il presente e il futuro della famiglia Antinori. Concepita nel rispetto del paesaggio circostante, la nuova cantina ipogea nasce sulla stessa quota altimetrica di quella della precedente barricaia interrata. Praticamente invisibile dall’esterno se non per alcuni setti che rimandano a fratture del suolo identificanti le poche aperture.
Chiara Quadraccia dello Studio Alvisi Kirimoto presenta la Cantina Podernuovo a Palazzone, un’architettura che dialoga con la natura grazie alla sua forma che valorizza le caratteristiche del terreno. Il rigore strutturale dei vigneti ispira il segno impresso nel paesaggio: quattro setti in cemento armato, disposti lungo la pendenza della collina, racchiudono le principali funzioni della cantina. Questo spazio è concepito per celebrare l’arte del processo vinicolo, rendendo visibile ogni fase della produzione del vino, in un dialogo continuo tra architettura e territorio.
Il racconto delle opere è intervallato dalla degustazioni di tre vini: Nzù, (bianco Bellone Bio 2020 Lazio Igt di Marco Carpineti), Il Bruciato (Bolgheri Doc Rosso 2022 della tenuta Guado al Tasso) e Therra 2022 (Igt Rosso Toscana di Cantina Podernuovo a Palazzone). A presentarli è Angelo Petracci, relatore e sommelier AIS
La mattina, nella sala centrale del complesso monumentale, si terrà una giornata di degustazione a cura di Ais Lazio, Associazione italiana sommelier, in collaborazione con il Consorzio di tutela Cabernet d’Atina. L’evento prevede, nelle due fasce orarie 11-14 e 14-17, degustazioni a banco dei vini del territorio, sotto la guida dei sommelier di Ais Lazio, che saranno presenti ai banchi insieme ai produttori (è necessario prenotarsi qui).