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Architettura
01 Ottobre 2024

Dal cucchiaio alla città, passando per l’arte: a FAR va in scena il fermento di idee e progetti che contaminano la Capitale

I progetti di architettura, di ridefinizione degli spazi pubblici e di riconfigurazione del paesaggio fluviale, ma non solo: a FAR, il Festival dell’Architettura di Roma, il dibattito coinvolge anche la scala più piccola delle installazioni, degli interventi site-specific e coinvolge quella dell’immediatezza dell’arte, dimostrando come ogni intervento, anche il più piccolo, se ben pensato, può avere riverberi dirompenti e positivi per la comunità. Nella terza giornata del Festival, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma, direttrice la consigliera, Alice Buzzone, un focus importante ha riguardato i grandi progetti in corso a Roma. Eugenio Cipollone, cofondatore di Insula architettura e ingegneria ha raccontato il progetto per la realizzazione della Quadriennale di Roma all’interno dell’ex Arsenale Clementino Pontificio a via di Porta Portese, per il quale – ha riferito – «si è appena chiusa la conferenza di servizi. Alessandro Cambi, cofondatore dello studio It’s ha approfondito, in particolare, il progetto, in fase di realizzazione, per la riconformazione di piazza dei Cinquecento a Roma. Mattia Proietti Tocca dello studio Paesaggi e Paesaggi si è soffermato, in particolare, sul progetto realizzato di parco Marconi, selezionato alla Biennale del Paesaggio di Barcellona.

Spazio all’arte con Luca Pozzati e Lorenzo Zandri di Robocoop, specializzati nella creazione di visioni virtuali nel contesto urbano (e non solo) attraverso dei dispositivi installativi temporanei che funzionano come gli elementi di una scenografia, capaci di instaurare una relazione tra fruitore e spazio che è di tipo teatrale, usando strumenti come il trompe-l’œil architettonico, il collage e il capriccio per rappresentare una realtà fittizia mixando elementi presi dalla realtà. Segue questa logica anche l’installazione che il duo di architetti-artisti ha creato apposta per Far, che ha preso posto a piazza Ettore Rolli: l’opera battezzata “Apparato festivo: sorgente” rappresenta un ambizioso progetto site-specifc che combina storia, arte e architettura in una riflessione sulla scenografia e sulla metamorfosi nel paesaggio urbano. L’opera punta a ricreare una fontana scenografica che esalta il dialogo tra roccia e architettura, facendo della piazza un luogo di riflessione e meraviglia, dove l’arte diventa uno strumento – spiegano i due artisti – per ridefinire il rapporto tra natura e cultura, tra effimero e permanente.

Ha aperto l’incontro pomeridiano, Match design!, a cura di Alessandro Gorla e Paolo Casicci, un ciclo di talk che ha messo a confronto idee e pensieri sul design durante la tre giorni nel complesso monumentale dell’Acquario Romano. Uno spazio di confronto che ha avuto grande successo, «che ha mosso pensieri e ha generato una riflessione sul futuro, questo è il primo seme di qualcosa che spero diventi più grande. È necessario che a Roma questo confronto trovi spazio, magari anche ampliato in Far della prossima edizione, per creare un ecosistema di progettisti e per fare rete con le aziende», ha commentato Alice Buzzone, direttrice di Far. Uno spazio in cui si è indagato sulla genesi di materiali e di progetti di design, sull’innovazione di processo legata ai nuovi materiali, sulle loro caratteristiche e possibili usi. Protagonisti: art director, designer e rinomate aziende. Una finestra aperta sul design e sui materiali, un’occasione che è come «un lascito alla città», affinché questo dibattito possa avere ulteriori occasioni di sviluppo per «creare una comunità dove discutere anche di futuro», come hanno sottolineato i curatori. «Su questo l’OAR c’è» ha assicurato Alice Buzzone.

Atteso, inoltre, l’appuntamento con un artista internazionale, che ha esposto in celebri musei del mondo; le sue opere sono entrate anche nelle collezioni dei Musei Vaticani. Parliamo di Pietro Ruffo che ha raccontato alcune sue esperienze, dimostrando come l’arte non sia qualcosa di astratto e avulso dal contesto urbano, ma capace – al contrario – di lasciare un segno nel cambiamento urbano. Ne è la prova un hotel che aprirà a Piazza Sallustio a Roma, dove un piano terra permeabile e aperto a tutti (non solo agli ospiti che alloggeranno nella struttura) consentirà di ammirare le opere di un artista tanto apprezzato.

La trasformazione di Roma, parola ai progettisti

Focus del convegno i progetti di trasformazione di Roma, come spunto per riflettere sul futuro della città. «Quest’anno abbiamo organizzato un ciclo di incontri sulle trasformazioni nella città storica, Trasformazioni non solo di architettura, ma anche di brani della nostra città, come l’ex Mattatoio, il cui intervento, molto importante, ha avuto riflessi sulla vita universitaria e del quartiere e ne avrà sul futuro culturale di un luogo che diventerà sempre più un polo importante. Abbiamo parlato di Via Giulia, della frattura presente e del progetto di un parco attrezzato e su cui permane una forte polemica a causa delle scelte che non sempre hanno dato i risultati sperati. Abbiamo affrontato il tema delle demolizioni e ricostruzioni puntuali nella città storica, stimolando le riflessioni perché una città immobilizzata non fa bene a nessuno, né all’architettura né agli abitanti di Roma. Una riflessione sul futuro di questa città va fatta e forse la Casa dell’architettura, con l’azione dell’Ordine, è diventato l’unico momento di dibattito collettivo non riservato agli architetti, ma aperto anche ai cittadini, alle forze politiche e sociali. Oggi si naviga a vista e non c’è un disegno politico sul futuro della nostra città; quindi, ben vengano questi momenti di incontro sui progetti in corso», ha sottolineato Lorenzo Busnengo, consigliere dell’OAR.

Eugenio Cipollone, cofondatore di Insula architettura e ingegneria ha raccontato il progetto per la realizzazione della Quadriennale di Roma all’interno dell’ex Arsenale Clementino Pontificio, per il quale – ha riferito – «si è appena chiusa la conferenza di servizi. Il progetto coinvolge l’ex Arsenale, ma anche le Corderie ed il Magazzino del sale e nasce dall’accordo tra ministero della Cultura e la Fondazione La Quadriennale di Roma per una utilizzazione pubblica a forte valenza culturale del sito. Nel sito troveranno posto gli uffici della Fondazione, gli archivi con sale-studio e ricerca, una caffetteria e tra gli edifici una grande piazza. «Nel 2024 è stato siglato l’accordo tra Demanio e Comune di Roma per portare avanti questa trasformazione», ricorda Cipollone.

Alessandro Cambi, cofondatore dello studio It’s si è soffermato in particolare sul progetto, in fase di realizzazione, per la riconformazione di piazza dei Cinquecento a Roma, nato da un concorso internazionale di progettazione lanciato da Grandi Stazioni Rail con il contributo del Comune di Roma e Fs Sistemi Urbani, che oggi vede Anas come soggetto attuatore. Un luogo complesso, «la stazione più grande d’Italia, la quinta d’Europa, un’area in cui ogni anno transitano 750 milioni di visitatori», ha sottolineato Cambi. Una complessità che ha portato a creare un grande gruppo di progettazione (nel team Tvk, Net Engineering, Artelia, Latitude, On e Osa). L’idea di progetto prevede, tra l’altro, di liberare lo spazio dalle funzioni che nel tempo si sono sovrapposte in modo da costruire una serie di relazioni percettive e fisiche, collegando la Stazione con le Terme di Diocleziano, con Palazzo Massimo e piazza della Repubblica. Oltre alla ridistribuzione delle funzioni nella piazza, il progetto genera un ampio spazio pedonale (la pedonalità passa dal 37,7 all’85%) e procede con il rinverdimento (la parte naturale che oggi rappresenta l’1% dello spazio salirà al 40%) del grande invaso. Farà parte della piazza-giardino (che diventerà uno spazio da vivere e non solo da attraversare) anche un hub per la mobilità con funzioni per animare e presidiare lo spazio.

Mattia Proietti Tocca dello studio Paesaggi e Paesaggi si è soffermato, in particolare, sul progetto realizzato di parco Marconi selezionato per la scorsa edizione della Biennale del Paesaggio di Barcellona. Il parco si innesta in un complesso sistema urbano, in un’area abbandonata da anni, da cui per la realizzare il progetto sono state portate via «500 tonnellate di rifiuti», ha tenuto a specificare Proietti Tocca. Il progetto risana e depura il suolo attraverso l’introduzione di specie arboree. Un parco che disegna nuovi spazi per la città tenendo in considerazione il rapporto tra città e fiume e generando un luogo di socializzazione oggi molto apprezzato e frequentato. «Durante il primo anni di apertura sono state registrate quasi 100mila presenze», ha riferito il progettista.

La terza giornata di Far è stata anche l’occasione, come le precedenti, per presentare i progetti vincitori della call for project lanciata nella scorsa edizione per disseminare nella città dispositivi urbani – installazioni architettoniche e di design – in grado di costruire visioni di spazio pubblico e trasformare alcuni luoghi della città. Damiano Ranaldi ha presentato “Edicola – Comunità in rete”, il progetto concepito dal talentuoso studio romano Aut Aut Architettura, una struttura temporanea a disposizione della “comunità educante”, un dispositivo aperto ed appropriabile, che si può attraversare o in cui si può sostare, sul quale si può lasciare il proprio contributo rendendolo liberamente fruibile dal resto della comunità in un luogo capace di metterlo in evidenza, nobilitarlo e proteggerlo, proprio come avveniva per le immagini di culto ospitate nelle antiche edicole. Una struttura gialla, realizzata con un grigliato di vetroresina, lo stesso usato dal premio Pritzker Alejandro Aravena per realizzare i frangisole dell’headquarters della società di servizi energetici Edp a Lisbona.

«Un processo di innovazione non sono tecnologica, ma anche urbana. Edicola è la connessione per unire l’innovazione del pensiero a quella dello spazio fisico», ha commentato la direttrice del Festival,  Alice Buzzone, che ha ricordato l’attenzione di Far per gli esiti di concorsi: dalla call for project di Far2023 al concorso finalizzato al miglioramento della fruizione dell’area dei Fori Imperiali e della nuova passeggiata archeologica, oggetto di attenzione nella giornata precedente, sottolineando l’impegno dell’OAR su questo fronte anche attraverso la nuova piattaforma per la gestione e il lancio dei concorsi, Can – Competition architecture network.

di Mariagrazia Barletta, video interviste di Giulia Villani, video-editing Giuseppe Felici, fotografie di Daniele Raffaelli

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