I risultati della Call “Architettura non esclusiva”, lanciata lo scorso febbraio dalla Commissione Parità di Genere dell’OAR con l’intento di individuare spazi urbani, architetture, oggetti di design “inclusivi”, documentano una risposta consapevole, da parte di progettisti e designer, alle istanze connesse al superamento delle differenze: come sottolinea Roberta Bocca, consigliera OAR e coordinatrice Commissione Parità di Genere, l’idea creativa può fornire una chiave di lettura originale e, allo stesso tempo, indicare una soluzione nuova a un problema vecchio come quello della esclusione.
L’evento finale ha riunito alla Casa dell’Architettura, nella Sala centrale dell’Acquario Romano, i vincitori e i partecipanti segnalati da menzione speciale, in riferimento alle aree tematiche considerate.
Per Architettura e Urbanistica, il riconoscimento è andato a “Officina Femminile Plurale” dell’arch. Lucia Krasovec-Lucas, progetto partecipato per l’area popolare di Valmaura, a sud-est di Trieste, portato avanti con il contributo delle associazioni femminili attive sul territorio e orientato a tradurre il cambiamento degli spazi in una nuova concezione dell’abitare in zone non incluse nel centro cittadino. Nella sezione Design, sono risultate vincitrici le studentesse Giulia Sotis e Giovanna Golluscio, che, con il gioco “GenEdù”, hanno sollecitato la riflessione sull’importanza di elaborare fin dall’infanzia il concetto di parità di genere, mentre il contributo più significativo in termini di Arte al dibattito sull’inclusione è stato individuato nella sperimentazione “Le vie dei simboli” del collettivo Guerrilla Spam.
Call “Architettura non esclusiva”
Area Architettura e Urbanistica
Progetto vincitore: “Verso la città cosciente: aprire la via: officina plurale femminile”
ideatrice e coordinatrice progetto: arch. Lucia Krasovec-Lucas
La trasformazione della città parte da un cambiamento di visione e, con il coinvolgimento delle persone e delle loro esigenze, può migliorare la qualità della vita, oltre che dell’architettura. Il progetto Officina Femminile Plurale, “un percorso di partecipazione iniziato nel 2021 per trovare vie percorribili di cura e trasformazione di territori con elevata criticità. (…) parte dal presupposto che la periferia è uno stato mentale prima ancora di essere fisico. (…) Ripensare l’abitare e i suoi spazi significa disimparare per imparare, scegliendo i materiali che vogliamo portare nel futuro…”.
Menzione: “Le lanterne e il faro”
autrice: Laura Rossi Romanini Sakashita, Facoltà di Architettura e Urbanistica, Universidade Presbiteriana Mackenzie di San Paolo, Brasile segnalato da Gabriella Restaino, collaboratrice al progetto
“Le ‘lanterne’ urbane sono punti di accoglienza, protezione, scambio, conversazione e sosta lungo i percorsi che le donne tracciano quotidianamente”.
Area Design
Progetto vincitore: “GenEdù, gioco generatore di famiglie contemporanee”
autrici: Giulia Sotis e Giovanna Golluscio, studentesse di Habitat Design presso il Quasar Institute for Advanced Design
Attraverso l’interazione spontanea con il divertimento, i più piccoli possono iniziare ad apprendere il significato della parità di genere e confrontarsi con il tema della differenza: “Il gioco decide di proiettarsi nell’ambito principale della vita di un bambino: la famiglia, delineando con le diverse storie, che si leggono dalle carte, quelli che sono oggi nuovi modelli socio-culturali. Famiglie con due padri o due madri, il percorso di una transizione per poi crearsi una famiglia singola, famiglie separate e divorziate, madre o padre single ed anche famiglia con portatore di handicap”.
Menzione: “MYBOOBS”, lanterna con seni femminili
autori: Margherita Giorgi, Alessandro Zurlo e Giorgio Cataldo, studenti di Habitat Design presso il Quasar Institute for Advanced Design
“L’oggetto in questione vuole affrontare in modo provocatorio ed ironico la tematica di accettazione del corpo femminile senza pregiudizi.”
Area Arte
Progetto vincitore: “Le vie dei simboli”
a cura di: Guerrilla Spam, in collaborazione con Street Levels Gallery
Una pittura pavimentale, ispirata alle “pitture di sabbia” delle popolazioni Navajo, Pueblo, Hopi, e degli aborigeni australiani, “tradizionalmente legate a usi pratici di racconto”, si propone, mediante l’introduzione di una traccia di simboli grafici, come guida da percorrere in una sorta di cammino iniziatico: “(…) lo spettatore prende posto nel dipinto e può muoversi dentro di esso. Per queste motivazioni l’opera può essere ancora di più “attiva” con l’osservatore”.
Menzione: “Culla”, scultura-design,
autori: studenti del Liceo Artistico Luca Paciolo, Anguillara Sabazia (RM), Prof.sse Alongi, Ravaioli e Santoro
“La culla è stata creata pensando alle esigenze delle donne e della diversità di genere, per offrire un oggetto sicuro, accogliente e inclusivo”.