Oggi, giovedì 11 gennaio 2024, ricorre il centenario della nascita di Carlo Melograni, architetto romano tra i protagonisti dell’architettura italiana – e della cultura architettonica del nostro Paese – del secondo Novecento. Erede e interprete del Movimento Moderno il progettista – scomparso il 1° novembre 2021 – ha coniugato l’attività di progettazione con l’impegno accademico, come docente, prima all’università alla Facoltà di Architettura di Palermo e dopo alla Sapienza di Roma, e poi, come preside della Facoltà di Architettura di Roma Tre, che aveva contribuito a far nascere.
Melograni – ricorda un approfondimento pubblicato oggi dallo stesso ateneo romano (LINK) da lui presieduto – è stato il primo preside (fino al 1997), organizzatore e guida del gruppo di docenti della Sapienza che nel 1992 diede vita alla Facoltà di Architettura di Roma Tre, oggi Dipartimento. L’idea di architettura portata avanti dal progettista romano è stata quella di una «scienza della città pubblica e dello spazio pubblico, connaturata con i principi democratici, con l’impegno civile, con l’attenzione per gli abitanti». Sul fronte progettuale, l’architetto romano si è occupato prevalentemente di interventi pubblici per l’edilizia residenziale economica e per i servizi collettivi, in particolare scolastici: dal residenziale ai parchi, fino agli edifici per l’istruzione. Ha collaborato, tra gli altri, con Benevolo, Giura Longo e Martines, poi con Calzolaretti, Rossi, Valli e Vidotto nello studio P+R progetti e ricerche di architettura, successivamente con Fumagalli, Masotti e Serrao.
Nel corso della sua vita Melograni è stato, tra l’altro, consigliere comunale in Campidoglio (impegnato nel dibattito sul Piano di Roma 1960-66), componente del Consiglio Direttivo (1952-56) dell’Istituto Nazionale di Urbanistica, accademico di San Luca dal 1981 e, nel 2005, ha ricevuto il Premio «Presidente della Repubblica per l’Architettura». (FN)