Lo sguardo dei progettisti di oggi sugli edifici firmati da uno degli esponenti più prolifici e significativi dell’Architettura italiana del Novecento, diventa metafora dell’attitudine richiesta agli architetti contemporanei nell’approccio al restauro di opere moderne: l’incontro “Atlante Moretti”, in programma il 14 ottobre alla Casa dell’Architettura / Complesso monumentale dell’Acquario romano, sede dell’Ordine degli Architetti di Roma (OAR), metterà in luce i temi di maggiore interesse per chi si confronta con i linguaggi, i materiali e le tecnologie di un passato ancora recente.
La premessa è l’attualità dell’esperienza creativa e professionale di Luigi Walter Moretti, che, a partire dalle architetture giovanili degli anni ’30, fino alle committenze dell’immobiliare, passando per i tanti interventi innestati nel tessuto della città, ha segnato la fisionomia di Roma operando una personale sintesi tra istanze del razionalismo e memoria della plasticità rinascimentale e barocca.
Evidenzia Marco Maria Sambo, Segretario OAR, Direttore editoriale AR Magazine, Coordinatore Osservatorio 900 e coordinatore scientifico del convegno: “Moretti incarna l’eclettismo come approccio sistematico e strutturale, viaggiando nei territori dell’architettura per strade inesplorate, percorrendo sentieri liminari e di confine, tra poesia e costruzione materica. Nel suo modus operandi la poetica architettonica anticipa il presente, accogliendo la complessità del mondo, scrivendo il rapporto indissolubile con l’arte. (…) È un fare progettuale che accetta il presente, di volta in volta, anche nelle sue contraddizioni politiche, in una continua ricerca di senso che arriva – a forza di scavare nella materia e nel pensiero dell’uomo – a prefigurare futuri possibili, mai raggiunti prima (da “Estetica del ’900 Poetica del contemporaneo”, sta in AR Magazine 125 / 126, Luigi Moretti. Forma, struttura, poetica della modernità).
“Con il titolo Atlante Moretti” chiarisce Emma Tagliacollo, CTF OAR – Storia e Critica, coordinatrice scientifica dell’evento “abbiamo voluto dare l’idea di avere davanti a noi un testo che è scritto con l’architettura e disegnato dalle architetture stesse; un pezzo di storia raccontato nella città grazie alle opere di Luigi Moretti, grande maestro dell’architettura che ha operato a Roma ma non solo (…). Per la prima volta riflettiamo sui progetti di Moretti mettendo a un unico tavolo tutti i professionisti che in questo momento stanno lavorando sulle opere morettiane. L’immagine della locandina è la copertina del numero 3 di Spazio. Rassegna mensile delle arti e dell’architettura, rivista diretta dall’architetto Luigi Moretti, e riprende il particolare dell’ala di un angelo – scolpito forse dal Bernini – che rivela l’attenzione di questo autore per la modanatura, il panneggio, il chiaroscuro”.
Gli interventi dei relatori, introdotti da Roberta Bocca, Vicepresidente OAR, Coordinatrice CTF OAR, dopo una approfondita introduzione storico – critica di Alessandra Muntoni, già docente di Storia dell’Architettura alla Facoltà di Architettura di Roma “La Sapienza”, e Margherita Guccione, Direttrice scientifica del Grande MAXXI, si concentreranno sulle esperienze di progetto di restauro di alcune delle più rappresentative architetture di Luigi Moretti: la Casa della GIL a Trastevere (Giuseppe Losurdo, architetto, Studio Amati), le Torri Moretti a Piazzale Flaminio (Antonio Gioli e Silvia Turati, studio GBPA Architects), Villa La Saracena (Paolo Verdeschi, architetto).
Per documentare l’intervento al Flaminio, conclusosi da pochi mesi dopo un lungo iter, GBPA mostrerà la documentazione inedita di archivio che ha supportato la ricerca storica preliminare e le immagini del progetto completato. “Lo scopo non è (solo) esporre il risanamento conservativo di un’architettura di Moretti” anticipa Silvia Turati “ma lanciare delle riflessioni su che cosa significhi oggi intervenire su (…) architetture che sono fragili dal punto di vista tecnologico e richiedono inevitabilmente sostituzioni e adeguamenti normativi”. E aggiunge: “Moretti è stato un grande innovatore, con gesti, all’interno del tessuto urbano costruito, anche molto dirompenti. Per il complesso di Piazzale Flaminio, se il primo progetto – di cui peraltro non c’è documentazione – si proponeva come più “tradizionale”, in linea con l’architettura romana del tempo, il secondo, quello realizzato, definisce un edificio in courtain wall totalmente diverso rispetto al contesto nel quale si inseriva, costruito peraltro demolendo edfici storici presenti nell’area. [Moretti] ne cita giusto la forma nelle due torri, ma non ha avuto dubbi sul porsi in antitesi a quello che era il tessuto storico”.
Atlante Moretti
Lunedì 14 ottobre 2024
Convegno
ore 14:30-19:00
Casa dell’Architettura, Piazza Manfredo Fanti 47 – Roma
4 CFP
Gratuito per iscritti OAR con registrazione obbligatoria su:
https://formazione.architettiroma.it/offerte-dettaglio.php?tipo=2&offerta=1433
Ingresso libero e aperto al pubblico