Convegno dell’OAR a Palazzo Rospisgliosi, a Zagarolo (Roma), sulla «forza delle frontiere architettoniche, siano esse pensate per il mondo reale o per la realtà virtuale»
L’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi creativi e il gaming come fonte di ispirazione per la costruzione di mondi digitali, con un ruolo sempre più centrale per gli architetti. Il rapporto tra architetture immaginarie e parola scritta, con particolare riferimento al genere fantasy. Le scelte di progettazione, spesso visionarie, da parte degli scenografi cinematografici, capaci di definire – nel tempo e nello spazio del cinema – ambientazioni e caratteri dei personaggi. Una specifica declinazione del Metaverso in riferimento all’evoluzione delle piattaforme di meeting in ambienti interattivi e tridimensionali da immaginare e progettare.
Sono alcuni dei temi toccati nell’ambito del convegno organizzato dall’Ordine degli Architetti di Roma a Palazzo Rospigliosi, a Zagarolo (Roma), lo scorso 4 maggio, dal titolo «Le architetture immaginate – Da Star Wars al Metaverso». Il coordinamento scientifico dell’evento è stato di Lucia Furfaro – architetto scenografo e responsabile della Segreteria di Progetto Palazzo Rospigliosi, punto nevralgico dell’OAR per le attività nella provincia romana – che ha aperto i lavori: l’obiettivo, ha detto, «è mostrare la forza delle frontiere architettoniche, siano esse state pensate per essere fruite nel mondo reale oppure nei mondi virtuali: paesaggi, spazi e ambienti immaginati per l’architettura tradizionale, il mondo digitale, il cinema, la letteratura. La riflessione, dunque, si sviluppa intorno al tema delle architetture immaginate nei vari campi che riguardano la progettazione».
Ad introdurre la giornata con una riflessione ampia sulle connessioni tra architettura, cultura e azione politica è stato Marco Maria Sambo, segretario OAR e direttore editoriale di AR Magazine: «Per ribadire il concetto che la sostanza culturale è sostanza politica – ha detto – è quanto mai significativo trovarsi in un contesto meraviglioso come Palazzo Rospigliosi, a Zagarolo: un luogo ritrovato per la cittadinanza intera, capace sempre più di rappresentare un punto di riferimento trasversale, dai professionisti alle nuove generazioni». Uno strumento concreto per portare avanti, sul piano editoriale, l’azione culturale immaginata dall’Ordine degli Architetti di Roma, è la rivista AR Magazine, che ha trattato (nel numero 122 pubblicato nel 2020 dedicato a «Invenzioni romane. Brevetti, marchi, modelli, design del XXI secolo») anche il tema dell’architettura immaginata. Nell’articolo «Dal cucchiaio a Guerre Stellari», firmato dal direttore, ha ricordato lo stesso Sambo, si tratteggia un percorso tra innovazione/futuro/dinamica a partire da «artisti visionari, designer radicali, nuovi architetti futuristi del XX secolo» che «sognavano un nuovo mondo possibile con tale intensità che alla fine il mondo si è trasformato davvero»: dal gruppo di avanguardia architettonica Archigram a Syd Mead, celebre designer e artista che ha collaborato alla realizzazione di leggendari film di fantascienza come Blade Runner, Tron, Star Trek, Aliens – Scontro finale. Nel suo intervento il segretario OAR si è soffermato «sul chiaro legame di Luigi Moretti con l’architettura parametrica. La sua capacità di ragionare sullo spazio, sulla forma e sulle spinte propulsive che la forma riesce a costruire, prefigurando mondi possibili: dagli Studi di Borromini al visionario Santuario di Tahgba».
Le architetture immaginate del XXI secolo sono state invece al centro della riflessione di Paolo Anzuni, architetto inventore e consigliere Ordine degli Architetti di Roma, che si è incentrata, in particolare, sulla ricostruzione dei meccanismi e dei processi che – attraverso genesi, trasformazione e perfezionamento di idee e invenzioni – possono condurre un progettista a immaginare l’opera architettonica come modifica dello spazio. Gli esempi concreti hanno interessato e coinvolto il pubblico: dal Vulcano Buono di Renzo Piano («con soluzioni immaginate dall’architetto italiano quarant’anni fa che sono molto vicine a quelle che vediamo oggi nelle sedi della Apple negli Stati Uniti») al Copenhill, il celebre termovalorizzatore realizzato da Big a Copenhagen («Come si è arrivati a realizzarlo? Cosa aveva immaginato l’architetto all’inizio? Non certo una una pista da sci. È interessante capire i meccanismi che portano a concepire l’architettura come modifica dello spazio»). L’obiettivo dell’OAR, affrontando questi temi – ha affermato Anzuini – «è stimolare costantemente l’attività professionale degli iscritti senza limitarla a quello che esiste ed è alla portata di tutti ma offrendo strumenti e spingendo la volontà di andare oltre a quello che mercato di oggi propone».
Al centro del convegno, come detto, ci sono state le varie declinazioni assunte dagli incontri tra architettura e immaginazione, dal reale al virtuale, attraverso i contributi di relatori specializzati sul tema nei campi più diversi, come cinema, intelligenza artificiale e gaming, metaverso, letteratura fantasy.
Le scelte di progettazione, spesso visionarie, da parte di chi progetta le scenografie cinmatografiche, dando forma allo spazio in modo da definire ambientazioni i caratteri dei personaggi, visione nel tempo e nello spazio del cinema, sono state il focus dellìointervento di Lucia Furfaro, con una suggestiva presentazione che ha spaziato da Metropolis di Fritz Lang alla saga di Star Wars di George Lucasa, da Blade Runner di Ridley Scott a Ready Player One di Steven Spielberg.
Sui due temi architettura nell’era digitale e concept art architettonica per il gaming si è concertato Annibale Siconolfi, in arte Inward, architetto e artista che ha ragionato, tra l’altro, sull’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi creativi e sul gaming come fonte di ispirazione per la costruzione di mondi digitali, con un ruolo sempre più centrale per gli architetti.
Valentina di Stefano, architetto, commissione Plans OAR e presidente Associazione Aloa ha approfondito il rapporto tra architetture immaginate e parola scritta, con particolare riferimento al genere fantasy e specificamente al mondo descritto e disegnato da Tolkien.
La riflessione sul Metaverso, in una declinazione specifica come l’evoluzione delle piattaforme di meeting in ambienti tridimensionali e interattivi interamente da immaginare e progettare, è stata affrontata da Stefano Capezzone, presidente Confederazione Nazionale Artigianato Roma Digitale.
Fotografie e video interviste di Francesco Nariello; montaggio e post produzione video interviste a cura di Giuseppe Felici
Nella foto di copertina una opera di Annibale Siconolfi
(FN)