Pietro Barucci, architetto e urbanista, fu assistente di Adalberto Libera per poi partecipare allo sviluppo della città di Roma. Spentosi oggi a 100 anni, progettò il Laurentino 38 ed il Serpentone.
Nato nel 1922 da una famiglia di artisti, pittori e costruttori, si laurea nel 1946 con Arnaldo Foschini.
Dagli anni Quaranta è particolarmente impegnato nell’edilizia residenziale e scolastica, a cui contribuisce con una progettazione sperimentale ed innovativa, anche attraverso la procedura concorsuale.
Dai suoi disegni emerge una precisa idea di città contemporanea, di cui l’attuale asseto urbano della Capitale è figlio.
Numerose le realizzazioni a Roma, tra cui un edificio in linea nel quartiere INA-Casa al Tuscolano (1950), l’Istituto industriale a Pietralata (1961-70), la sede ENPAM (Ente Previdenza Medici) in via Torino (1962-65), il nucleo direzionale di piazzale Caravaggio (1963-69, in collaborazione), il complesso ISES-IACP di Spinaceto (1965-77, in collaborazione), i quartieri residenziali IACP Laurentino (1971-84) e Torrevecchia (1978-84, in collaborazione), il quartiere residenziale Quartaccio (1978-84, in collaborazione), il complesso residenziale “Il serpentone” a Tor Bella Monaca (1980-81, in collaborazione).
Oltre all’esperienza romana, si ricordano anche i piani urbanistici in Tunisia ed Etiopia, vari quartieri INA-Casa a Livorno, un edificio INCIS a Torino, il Piano Straordinario per l’Edilizia Residenziale di Napoli (1982-92 con Vittorio De Feo) in cui approfondisce interventi di riqualificazione degli ambiti di Taverna del Ferro, di Pazzigno e di Barra attraverso un’accurata integrazione tra restauro del centri storici e integrazioni moderne.