di Redazione OAR
Sfida, criticità, opportunità. Sono le parole che vengono in mente, e su cui ci si interroga, quando si pensa a un’infrastruttura da sempre al centro del dibattito a Roma: la Tangenziale Est. La riflessione – che riguarda l’intera città – si può ampliare, tuttavia, al futuro dell’intero «Polo Est» della Capitale, come perno di un vero rilancio, innanzitutto da un punto di vista qualitativo, degli equilibri sul territorio urbano.
Sono stati i temi al centro del convegno – svoltosi il 16 luglio – dal titolo «TrasformAzioni Urbane – La Tangenziale Est a Roma», organizzato dall’OAR, in presenza, alla Casa dell’Architettura – con la direzione scientifica di Roberta Bocca, coordinatore Ctf OAR – in collaborazione con Aidia – Associazione italiana donne ingegneri e architetti e con il patrocinio Consiglio nazionale ingeneri.
A due anni dal primo appuntamento sulle trasformazioni urbane, sempre promosso da Aidia con l’Ordine di Roma, l’evento è stato organizzato – si legge nella presentazione del convegno – per fare il «punto sul caso della Tangenziale Est di Roma», con il Comune di Roma che «in questi due anni ha iniziato un’azione importante di modifica, e, nelle intenzioni, di riqualificazione dell’area a ridosso della Stazione Tiburtina, che dopo vent’anni di attesa sostituirà circa 500 metri lineari dell’imponente serpentina sopraelevata con un boulevard pedonale alberato di oltre 7mila metri quadrati».
A introdurre il convegno – moderato da Chiara Tonelli, consigliere OAR – è stato l’intervento del presidente dell’Ordine degli architetti di Roma, Christian Rocchi, che ha ricordato come «l’obiettivo – per raggiungere il quale il sistema ordinistico sarà a disposizione – è cercare di individuare le migliori strategie per trasformare la città, individuando i nodi centrali». Uno di questi, ha aggiunto, «è sicuramente quello della Pa, a partire dalla carenza di personale presso gli uffici pubblici di Roma, soprattutto per quanto riguarda il dipartimento programmazione e attuazione urbanistica (Dpau), con evidenti ricadute su tutto il mondo del progetto e sullo sviluppo della città».
Tra gli interventi introduttivi anche quello di Maria Acrivoulis, presidente Aidia nazionale, che ha sottolineato:« la trasformazione della città è un tema fondamentale, che va trattato da tutti i punti di vista. Tra i focus al centro del primo convegno promosso dall’associazione insieme all’OAR, due anni fa, ha poi ricordato, «c’erano il ruolo della street art in ottica rigenerazione urbana, ma anche il progetto di T-Studio di Guendalina Salimei per il Chilometro Verde a Corviale».
Mentre Antonella Candelori, consigliere di Aidia Roma, inquadrando il tema centrale del convegno, ha rimarcato come la «Tangenziale Est sia stata da sempre al centro del dibattito, in quanto è un’infrastruttura ingombrante e invasiva. Per questo, nel corso degli anni, si sono scontrare le idee di chi ne avrebbe voluto la conservazione e chi la distruzione. Oggi, nel progetto di Roma Capitale, si punta a restituire alla città una sorta di boulevard pedonale di 7000 metri quadri».
A spiegare quale sarà il futuro – secondo i piani del Campidoglio – non solo della Tangenziale Est ma dell’intero polo orientale di Roma è stato l’assessore capitolino all’Urbanistica, Luca Montuori. «Quando l’attuale amministrazione si è insediata – ha rimarcato – la situazione nell’area era la seguente: la sede Bnl non era attiva, la Tiburtina era chiusa, c’era ancora la Tangenziale, nessun finanziamento era disponibile per la biblioteca di Città del Sole, la stazione bus versava nel degrado. Il progetto che abbiamo trovato era stato guidato solo dall’ottica della mobilità automobilistica». Tra le priorità del progetto attuale, invece – a partire dal piazzale Ovest -, ha spiegato Montuori, ci sono: «la creazione davanti alla Stazione Tiburtina di uno spazio pedonale alberato, soluzioni per uscita autobus, eliminazione del parcheggio, percorso pedo-ciclabile fino agli spazi pubblici della Città del Sole. Ci saranno piazzale Ovest, nuovo albergo, nuovi laboratori della Sapienza».
L’assessore capitolino ha sottolineato come il progetto in itinere per il Polo Est «nasca da una strategia ampia che riguarda il ruolo futuro dell’area e della città di Roma nei prossimi venti anni, puntando sulla qualità dei progetti. La nostra vision interseca anello ferroviario e anello verde – grande sistema ambientale – e adotta una strategia incentrata sull’idea di trasferire diritti edificatori in un’area da densificare liberando altre zone della città». Una visione che va a condensarsi – ha concluso Montuori – «nel sistema che stiamo proponendo per Expo 2030: che non richieda 140 ettari in unica area ma che sviluppi lungo Tiburtina la costruzione di un sistema di poli, a partire dal Polo Est. Così Roma può indicare la propria strada e non inseguire quella tracciata da altre città».
A integrare lo scenario tratteggiato dall’assessore capitolino è stato l’intervento di Paolo Desideri, alla guida dello Studio Abdr, che ha firmato, tra l’altro, la nuova Stazione Tiburtina e vinto il concorso per la nuova sede Istat a Pietralata. L’architetto romano ha parlato dell’assetto futuro dell’intera area, osservando come «la quantità di trasformazioni che hanno coinvolto e coinvolgeranno la parte di città che gravita attorno alla stazione Tiburtina non ha eguali per concentrazione e portata strutturale nel resto territorio romano. Però, serve pragmatismo: la demolizione della Tangenziale è stata decisa 22 anni fa e i progettisti devono cimentarsi dentro scenari del possibile». Per gli interventi futuri, ha precisato, «bisogna puntare a un ri-ancoraggio urbano dell’area. È l’ultima occasione per mettere a sistema questa porzione di città».
A esprimere la propria riflessione è stata anche Francesca Del Bello, presidente Municipio II di Roma. «Sono sempre stata dell’idea che la Tangenziale Est si dovesse abbattere e non solo vicino alla stazione Tiburtina, ma anche i tratti sopraelevata Scalo San Lorenzo e Prenestina vanno eliminati. Roma non ha bisogno di questi segni per conservare la memoria». Per quanto riguarda l’area della Stazione Tiburtina, però, «sarebbe servita una maggiore qualità nella progettazione degli spazi pubblici. L’auspicio è che ci sia possibilità di intervenire ancora».
Non sono mancate le visioni alternative sul destino della Tangenziale Est. Da quella di Ettore Pellegrini, studio Aup, che ha illustrato il progetto partecipato, con il coinvolgimento di comitati cittadini, presentato a suo tempo per la trasformazione dell’area tiburtina: «Oggi – ha detto – il piazzale Ovest è un’occasione sprecata: poteva essere spazio al servizio dei cittadini e non pensato solo in chiave viabilistica». A quella di Nathalie Grenon, Sartogo Architetti Associati, che ha parlato del progetto di «tangenziale verde», sorta di «spiga verde» fra palazzi e ferrovia, lingua d’asfalto trasformata in giardino agronomico di nuova generazione.
La giornata è stata, infine, occasione per il ricordo e la commemorazione – da parte di Virginia Rossini – di Renata Bizzotto, recentemente scomparsa, prima e unica donna a ricoprire la carica di presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, per poi approdare al Cnappc, dove è stata riconfermata per tre mandati consecutivi come presidente del Dipartimento Formazione e Ricerca Scientifica. (FN)