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24 Gennaio 2023

SofTourism, il nuovo metodo per progettare consapevolmente nel settore turistico

Il progetto dell’OAR. Obiettivo: stimolare la costruzione di competenze a «T» fornendo strumenti, modelli, esempi e soluzioni concrete. Entro fine anno prevista l’elaborazione di quattro proposte

Accrescere e migliorare la qualità delle attività professionali degli architetti nei confronti di tutti i progetti riguardanti il turismo – in chiave sostenibilità e rispetto per il territorio – generando una crescente consapevolezza tecnica e progettuale nei professionisti, in grado di contaminare le scelte della committenza e di influenzare, in modo diretto e/o indiretto, i comportamenti dei turisti stessi. Mettendo a disposizione dei progettisti – attraverso un ciclo di workshop mirati – un metodo specifico per affrontare, in prospettiva, i temi chiave per il settore con un atteggiamento innovativo, fornendo loro strumenti e modelli, soluzioni concrete e brevettate, lo studio di case histories e l’opportunità di elaborare proposte puntuali.

Sono i connotati del Progetto SofTourism, lanciato dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, presentato lo scorso 19 gennaio al Palazzo Rospigliosi di Zagarolo in occasione del convegno «Softourism. Progettare consapevolmente rispettando lambiente e il territorio» – con il coordinamento scientifico di Paolo Anzuini, consigliere Oar con delega alla internazionalizzazione -, in cui sono state illustrate le diverse fasi dell’iniziativa che si svilupperà nei prossimi mesi.

A introdurre la giornata è stato il presidente OAR, Alessandro Panci, ricordando l’avvio del nuovo triennio formativo professionale: il turismo – ha detto – con riferimento specifico al soft tourism come chiave di lettura – «è un tema cruciale per gli architetti, nell’ottica di sapersi rapportare nel modo giusto nei confronti della committenza, comprendendo come si sta evolvendo il mercato all’interno delle nostre città e dei nostri territori. Tra gli obiettivi della nostra professione, infatti, ci sono la cura del territorio, la buona progettazione degli edifici, la qualità del progetto: temi su cui, troppo spesso, manca attenzione a livello legislativo».

Un segnale concreto lanciato dall’Ordine per cambiare marcia, in questo senso, è proprio il Progetto SofTourism. L’architetto con la sua professionalità e le sue competenze è un punto di riferimento, il massimo esperto cui si rivolgerà una richiesta crescente di interventi nel settore turistico, in particolare a Roma, con il Giubileo (che in quest’ottica è già iniziato) e con la chance dell’Expo. 

Qui il video di presentazione

 

«Le scelte in fase di progettazione, spesso condivise con la committenza – spiega Paolo Anzuini -, determinano non solo la qualità estetica delle strutture, ma possono influenzarne enormemente l’impatto ambientale, attraverso – ad esempio – tipologia dei materiali utilizzati, trattamento e lavorazione degli stessi. Non si tratta solo di sostenibilità, ma di consapevolezza tecnica progettuale, di un metodo specifico per affrontare temi cruciali con atteggiamento innovativo, volto alla soluzione tecnica di uno o più specifici problemi. Quasi sempre, infatti, le strutture turistiche sono insostenibili: per questo sono stati inventati e brevettati sistemi alternativi attraverso l’esperienza e la consapevolezza delle criticità». L’iniziativa dell’OAR, dunque, punta a fornire ai professionisti – e non solo – conoscenze mirate in materia.

Il Progetto SofTourism – prosegue Anzuini – «è incentrato sulla capacità di offrire e stimolare la costruzione di competenze a ‘T’ – in grado di coniugare le specializzazioni (verticali) con la trasversalità delle conoscenze (orizzontale). Ci poniamo davanti un periodo di dieci mesi per cambiare prospettiva – offrendo strumenti, metodi, soluzioni concrete, brevetti, case histories – e giungere a proposte specifiche, attraverso un ciclo di workshop rivolto agli architetti romani. Fondamentale, il coinvolgimento delle istituzioni che hanno il potere decisionale». Tappe e obiettivi sono fissati: «Lavoreremo su temi come centri storici, nuove costruzioni, rigenerazione, cambio destinazione d’uso – conclude il consigliere OAR – ed entro fine anno costruiremo un manifesto e proposte (su quattro tipologie di strutture ricettive) da presentare al ministero del Turismo».

Una panoramica su concetti e sfide, criticità e opportunità in ambito turistico – con riferimento particolare al soft tourism – è stata al centro degli interventi di Guglielmo Del Fattore e Daniel Franchi, docenti, formatori, imprenditori ed esperti di turismo. 

«La qualità architettonica – ha detto Del Fattore – avanza di pari passo con una riflessione sul peso del turismo, connesso a molti temi di attualità, quali la sostenibilità ambientale, la gentrificazione dei centri storici, il relativismo del concetto di viaggio, l’overtourism. Da queste tematiche è emerso il concetto di turismo sostenibile e responsabile: il soft tourism che, come definito dal Wto, ‘soddisfa i bisogni dei viaggiatori e dei territori e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro’. Il compito degli operatori del settore è di agevolare punto di incontro tra domanda e offerta in ottica soft tourism con efficacia ed efficienza». Due le strade percorribili indicate dal relatore, anche in base alla propria esperienza imprenditoriale e in riferimento alla realtà romana: «ridistribuire i flussi ampliando l’offerta territoriale e ripensare il territorio di Roma non limitandosi al Colosseo, Ansa Barocca e Vaticano ma immaginandolo come un’area metropolitana  unitaria; migliorare l’offerta infrastrutturale, in particolare alberghiera, non pensando solo alla fascia del lusso ma anche a fasce inferiori e nelle aree non centrali, adeguandosi agli standard internazionali di qualità».

Nel suo focus sui linguaggi del turismo contemporaneo, invece, Daniel Franchi si è soffermato sull’esperienza professionale riguardante la riqualificazione del Motel Agip dell’Aquila, «incentrata sul rendere la struttura efficiente attraverso soluzioni innovative in linea con la normativa regionale, adottando un nuovo modo di progettare, in base a criteri e standard che rispondano alle logiche della contemporaneità». E rimarcando le difficoltà di confrontarsi con normative differenti e a volte contrastanti da Regione a Regione, portando l’esempio dei minibar negli hotel: «Il Lazio obbliga ad averli, per ottenere le 4 stelle, mentre in Abruzzo non è così: in ballo, in questo caso, c’è un impatto enorme dal punto di vista del risparmio energetico» 

A sollevare il tema del groviglio normativo, con cui i professionisti si scontrano quotidianamente e che troppo spesso ostacola ogni tipo di cambiamento ed evoluzione nei contesti urbani, anche in chiave turistica, è stato il consigliere OAR, Lorenzo Busnengo: «Rispetto alla strutture ricettive – ha detto – nella nostra Regione e nella Capitale ci troviamo di fronte a una normativa obsoleta, a volte contraddittoria e per i professionisti confrontarsi con le ‘procedure’ è sempre una sfida complicata. Per questo, come Ordine, stiamo portando avanti un’azione di stimolo nei confronti delle amministrazioni per modificare e semplificare le varie normative». Tra i focus principali, su Roma, ci sono «le norme tecniche del piano regolatore», mentre a livello regionali «un Ptpr molto vincolistico e difficile da gestire anche per le trasformazioni sulle destinazioni d’uso», ma anche  «norme specifiche su fronte turistico-ricettivo».

Il convegno ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Roberto Mariani, dello studio Citterio Viel, che ha illustrato concept e soluzioni applicate nei Bulgari Hotel progettati in giro per il mondo – da Parigi alle Maldive – con diversi accenni alla struttura di lusso del brand che sarà inaugurata a Roma nel 2023, in piazza Augusto Imperatore

A completare la giornata gli interventi di professionisti coinvolti nel Progetto SofTourism, che nei prossimi mesi animeranno i workshop in programma, di cui hanno dato alcune anticipazioni . Da Filippo Bombace, architetto fondatore di Oficina de Arquitectura, che – nel suo intervento «Progetto ex novo, nuovo attore urbano e volano di trasformazione» – si è soffermato sull’impatto che può avere l’architettura per il turismo sul territorio, portando esempi come Bilbao, Miami, Dubai, Vals; a Simone Cellitti, architetto di Pentastudio A.A., che ha parlato – anche in riferimento al tema «Trasformazione struttura ricettiva in tessuti urbani consolidati» – di multidisciplinarità e della possibilità di proporre un metodo di lavoro offrendo una serie di strategie di progetto; fino a Pasquale Piroso che, mostrando casi esemplificativi di «villaggio sostenibile», come il Progetto RespiraTerra a Badolato (Cz), in Calabria, si è incentrato su «Architettura, arte e tradizioni per la valorizzazione turistica dei territori». (FN)

di Francesco Nariello
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