“Molte le semplificazioni succedutesi in maniera confusa e che non affrontano il tema alla radice – dichiara Christian Rocchi, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma nell’introduzione all’evento Il Superbonus 110%: a che punto siamo? – Legittimità e conformità sono un problema per tutti gli investimenti in città che presuppongono una pratica edilizia”.
Questione che riguarda anche il Superbonus 110% oggetto di continue modifiche, precisazioni, tentate semplificazioni, apportate con lo scopo di rendere più snello un meccanismo di per sé complesso, rispetto alla quale l’Ordine degli Architetti PPC di Roma auspica la creazione di una cabina di regia unica interna al Ministero con il coinvolgimento di ENEA e Agenzia delle Entrate.
Come già ribadito durante il webinar dello scorso aprile La riforma della Pubblica Amministrazione. Il futuro non è un vicolo cieco, sarebbe necessaria anche una strutturale riforma della PA, della quale l’Ordine degli Architetti di Roma ha discusso con lo stesso Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta.
Meccanismi complessi come il Superbonus 110% necessitano di un apparato amministrativo competente, con un organico sufficiente e con strutture dotate di un livello adeguato di digitalizzazione ed innovazione.
Questa la considerazione ribadita dal Presidente Rocchi, come premessa indispensabile per dare vera applicazione al 110%.
Sono numerose Le intenzioni di aderire al Superbonus bloccate per il mancato accesso ai documenti di legittimità della preesistenza presso gli uffici condono, gli archivi o gli uffici tecnici.
“E’ il momento giusto per innescare una piena collaborazione tra istituzioni per rilanciare tutti insieme il Paese – continua Rocchi – gli ordini professionali devono entrare nell’ottica dello spirito di sussidiarietà, come aveva provato a fare Roma con la Commissione Ciclope”.
Un invito dall’Ordine a fare squadra e ottimizzare il processo per non perdere l’opportunità del Superbonus, che potrebbe avere grandi potenzialità e aspettative da parte dei professionisti italiani.
Le profonde contraddizioni minano però l’occasione unica di rendere il patrimonio edilizio nazionale efficiente attraverso l’ecobonus e sicuro con il sismabonus.
“E’ una questione di grande attualità – commenta Francesco Miceli, neopresidente del CNAPPC – dobbiamo mettere in risalto luci ed ombre dei provvedimenti e abbiamo a tal fine un percorso aperto in parlamento. Non si può correre il rischio di essere impegnati solo a parlarne, senza esito. Tutti noi dobbiamo impegnarci in uno spirito ampio di miglioramento, mettendo in discussione elementi strutturali dell’Italia che ne impediscono la crescita”.
Passando all’applicazione reale della normativa, la procedura spesso si blocca.
Uno dei nodi evidenziati dai professionisti è anche dovuto al fatto che le banche non riescono a fornire indicazioni chiare e veloci per snellire le procedure, come ricorda Marco Alcaro, Consigliere e Tesoriere dell’Ordine degli Architetti di Roma.
La cessione del credito e lo sconto in fattura, le vere novità di questa norma, non sono scontate, piuttosto richiedono un processo complesso e poco tempestivo. Le istituzioni tentano di rincorrere la realtà, modificando e tentando di eliminare vincoli eventuali come nel caso dell’eliminazione della dichiarazione di legittimità.
Paolo Vecchio, Presidente Federazione Ordini degli Architetti P.P.C. del Lazio, pone però un problema di deontologia professionale: “Il Decreto Semplificazione ha smosso l’opinione pubblica e ha introdotto una CILA priva della dichiarazione di legittimità dell’immobile. Deontologicamente un tecnico può agire senza conoscere la legittimità dell’edificio?”
I professionisti sono quindi costretti a lavorare in bilico tra rispetto della legge, competenza ed onestà professionale ed informazione mediatica spesso fuorviante.
Marco Alcaro interviene così: “Avevamo capito l’entità di questa opportunità per cittadini e liberi professionisti. Abbiamo dato supporto agli iscritti, creando anche uno sportello di supporto per affrontare la complessità della norma. Si pensi che ad un anno quasi dall’art. 119 del Decreto 34/2020, sono arrivate 8.000 richieste di interpello e chiarimento all’Agenzia delle Entrate perché la legge ha molti problemi di applicazione”.
Una gran confusione che ha ridotto il numero di Superbonus operanti, attivatisi comunque solo negli ultimi mesi.
“Diversi gli orizzonti temporali per ogni tipologia edilizia (unifamiliare, bifamiliare, ecc.), incerte le proroghe che ad oggi non si conoscono. Cambiano continuamente i requisiti di accesso, così come gli interventi trainanti e trainati. Un professionista serio non può lavorare con questo quadro normativo – continua Alcaro – Dei 18 miliardi di euro ne sono stati usati 3. Fino a gennaio 2021 pochi interventi sono partiti. Se esplodessero le richieste e volessero aderire il 20% dei 15 milioni di edifici, di cui la metà residenziali, servirebbero 300 miliardi di euro, che non ci sono”.
Continua quindi l’incertezza dei tecnici a cui la normativa non consente di esprimere il massimo valore sociale della professione nell’onesto affiancamento dei committenti e nella maglia intricata delle regole imposte da un lato e delle particolarità tecniche dall’altra.