di Redazione OAR
Tutti l’hanno notata, tanti ci sono entrati e alcuni se ne sono portati un «pezzo» a casa. Il progetto «Contenitore di invenzioni», realizzato nel giardino della Casa dell’Architettura nel corso di Spam Restart! – la terza edizione del Festival organizzato dall’OAR andato in scena nell’ultima settimana di luglio – è stato costruito utilizzando moduli di cartone riciclabile, «mattoni» rimovibili che hanno composto una sorta di stanza aperta, in continua trasformazione, dove parlare, conoscersi, confrontarsi e ragionare sul futuro della professione. L’installazione, allo stesso tempo, ha trasmesso un preciso messaggio sul valore, per la professione, della creatività e della capacità di saperla promuovere e valorizzare: dalla figura dell’architetto-inventore all’importanza dei brevetti.
Ed è stato proprio questo il senso della scelta, da parte dell’OAR, di dare spazio, nell’ambito del Festival dell’Architettura di Roma, all’installazione creata da «Il Valore delle Idee», associazione per la valorizzazione dei beni immateriali, a partire dalle invenzioni di architettura, guidata da Paolo Anzuini, architetto-inventore co-fondatore dello studio-incubatore Labo Architects & Inventors e consulente dell’Ordine per quanto riguarda la proprietà intellettuale e, nello specifico, marchi e brevetti.
«Il Contenitore di Invenzioni – spiega Anzuini – è stato il nostro modo di interpretare la ripartenza, innanzitutto attraverso il coinvolgimento. A coloro che sono venuti a visitarlo è stato regalato un mattone, anche con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema del dopo-architettura: quello che si progetta e si realizza, dove va a finire? Nel nostro caso, nelle case dei visitatori del Festival. In generale, riteniamo che per la ripartenza occorrano confronto e collaborazione a tutti i livelli professionali, con gli architetti che potranno avere un ruolo cruciale per ricostruire la società».
I moduli/mattoni (oltre 250) che componevano l’installazione sono stati consegnati a ospiti, visitatori ed esponenti della politica, invitando tutti a «inventarne» una nuova e diversa funzione: porta vasi, tavolini, cucce per animali, portabottiglie, cestini per la carta e così via. L’architettura effimera, brevettata, «si è così dematerializzata durante la settimana, dimostrando la possibilità di realizzare una installazione comunicativa ad impatto zero».
Il messaggio veicolato dall’opera, tuttavia- come detto – è stato più ampio e ha riguardato il valore della creatività, del confronto sulle idee e della capacità di saperle comunicare. «Per ripartire ci vuole innovazione e per capire cosa sia bisogna conoscere le caratteristiche di un’invenzione – afferma il fondatore di Labo Architects & Inventors -. Molti architetti inventano, pochi, però, conoscono davvero il valore delle loro invenzioni. L’architetto-inventore è colui che ha depositato, in uno dei 189 paesi al mondo aderenti al sistema mondiale della proprietà intellettuale (il Wipo, con base a Ginevra), un brevetto per invenzione riconosciuto a livello internazionale. Chi lo ha fatto può ottenere – attraverso strumenti come Google Patents – una visibilità a livello mondiale».
L’Ordine degli Architetti di Roma, nel corso dell’attuale mandato, ha puntato sulla promozione del tema marchi e brevetti, che rappresentano – sottolinea Anzuini – «un’opportunità per i progettisti, finora poco sfruttata in Italia. Basti pensare ai nomi di alcuni degli architetti-inventori: da Jean Nouvel a Renzo Piano, da Norman Foster a Santiago Calatrava. Per depositare un brevetto italiano, con rapporto di ricerca europeo e validità di quattro anni, bastano 50 euro (il resto delle spese sono a carico dello Stato), ma può rendere tanto». L’attività portata avanti dall’OAR, su questo fronte, si è incentrata sulla promozione della conoscenza del tema da parte degli iscritti, sulla formazione (articoli, corsi e convegni) e anche sulla visibilità per gli architetti che hanno depositato marchi, brevetti, disegni e modelli: sono state realizzate tra l’altro una call (LINK) e una mostra (LINK). Il numero 122 di AR Magazine, la rivista dell’Ordine, ha raccolto e raccontato oltre 100 invenzioni di architetti romani.
«La realtà professionale romana – conclude Anzuini – è stata protagonista in Italia sul fronte delle invenzioni, soprattutto fino agli ’70. Si pensi al brevetto del ferrocemento di Pier Luigi Nervi, con cui sono state costruite opere in tutto il mondo. Nella Capitale, inoltre, ha sede l’Ufficio italiano Brevetti e Marchi. Roma, dunque, avrebbe le carte in regola per ospitare un ‘salone nazionale delle invenzioni’. Nel contempo, è sempre più importante riuscire a comunicare, in primis agli architetti, i vantaggi e gli strumenti per valorizzare questo tipo di attività, che può rappresentare un valore aggiunto per la professione». (FN)