Di Redazione OAR
Tra i protagonisti di Spam, nella giornata dedicata all’education, Fernanda Fragateiro, progettista portoghese che fa della scultura un elemento architettonico. “Un’artista visiva” si definisce, a cui piace coinvolgere diverse figure professionali per definire delle istallazioni, piuttosto che architetture.
“A me interessa lo spazio in tutte le sue manifestazioni e declinazioni – racconta la Fragateiro – ambisco a disegnare luoghi di libertà, in cui l’utilizzatore ha diverse possibilità di esperienza che sono premonizioni di libertà stessa”.
Ogni sua opera, vere e proprie sculture, è un inno al diritto allo spazio e al tempo che ispira ciascuno in maniera autonoma ed indipendente. Altro ingrediente caro alla Fragateiro è la lentezza, come nel Giardino del Pittore ad Almada, in cui si chiedeva di immettere nuove coltivazioni sperimentali legate alla pittura. L’artista ne ha fatto un baluardo di attesa, essenza stessa dell’agricoltura e della floricoltura.
“Non bisogna avere l’ansia di creare. Bisogna accettare e talvolta portare il vuoto nelle nostre vite – spiega Fragateiro – per imparare ad interfacciarsi con l’attesa e il tempo in senso fortemente attivo. Altre culture sono molto più brave di noi ad accettare questo tempo sospeso, che è un concetto molto naturale: la terra stessa ha bisogno di tempo per rigenerare”. Imprescindibile la presenza del pubblico, che dà significato alle forme elementari che l’artista gli pone davanti. Una semplicità che lascia spaesati di fronte all’incertezza.
“Il mondo si apre quando non sai e la mente viene invasa da migliaia di pensieri, alla ricerca continua di confronto e di indagine che la curiosità attiva. L’opera comincia a muoversi grazie all’interazione umana e si anima con le reazioni degli utenti”.
Un’idea di Education molto vicina a quella di Ricardo Bak Gordon, anche lui architetto portoghese, con un importante porfolio lavori. “L’architettura si impara andando a scuola”, ha ricordato. Il percorso molto più formativo dell’obiettivo finale dunque. “La materia prima che utilizziamo noi architetti non è molto diversa da quella degli scrittori. Ho una forte fiducia nel sentimento” spiega Gordon.
Un credere ai sentimenti e non solo alla disciplina architettonica di natura accademica.
“La disponibilità a leggere le differenze ci rende liberi – commenta Gordon – perché l’architettura è un’equazione soggettiva: ogni progettista raggiunge una conclusione diversa, pur partendo dalle stesse premesse. Oggetto primario dell’interesse degli architetti sono le case, che permettono di riflettere su una condizione intima del luogo esclusivo. Seguono i progetti delle scuole (link) in quanto case collettive in cui si cominciano a vivere le prime esperienze sociali”.
Un’education fluida che muove le fila dal sapere istituzionale, senza perdere d’occhio l’emozione, quid personale che determina qualità, segno distintivo e una forma di spazialità che non può prescindere dal coinvolgimento dell’utenza e del pubblico che è esso stesso arte ed istruzione da diffondere negli edifici scolastici.
“Un luogo flessibile – chiosa Fernanda Fragateiro – determina menti aperte. Così l’architettura si arricchisce di un valore educativo. Al contrario, architetture che impongono rigide regole funzionali, determinano un atteggiamento passivo, che è anche una forma di controllo delle persone”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Aut Aut Architettura che nel Focus Young di Spam 2020 racconta: “I nostri progetti prevedono ambienti scolastici dai colori tenui, contrariamente a ciò che siamo abituati a vedere nelle scuole, perché crediamo fermamente nella personalizzazione degli spazi da parte degli alunni”. Fornire una base architettonica su cui esprimersi e poi … la parola agli studenti.
“La mission, come spesso accade, si scontra poi con la realtà anche nella costruzione degli edifici scolastici – commenta Roberto Grio, consigliere OAR e direttore di Spam 2020 – I concorsi vanno portati fino alla fine, ad un livello esecutivo e con un finanziamento certo, altrimenti si rischia di lavorare a vuoto ed avere bellissimi progetti chiusi nei cassetti delle scrivanie istituzionali, come mostrano le ultime esperienze di gara. Su questo stiamo lavorando molto come Ordine di Roma”.
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(GV)