Di Redazione OAR
Rigenerazione urbana come perno dello sviluppo di Roma, architettura bioclimatica per un’apertura al contesto con cui dialogare, visioni e programmi concreti per le città di domani intese come definizione di equilibri dinamici ed in evoluzione a partire dalle risorse locali.
Sono solo alcuni dei temi che la penultima giornata di FAR | Festival dell’Architettura porta al centro dei suoi pannel per sognare una società che investa nelle forme urbane come volano di cultura architettonica.
“Un Festival non autoreferenziale e non rivolto solo agli addetti ai lavori, ma un vero e proprio patto con la città e con le istituzioni internazionali che operano a Roma” racconta Alice Buzzone | Direttrice di FAR e Consigliera OAR.
Nuove suggestioni sono offerte anche attraverso le numerose mostre proposte durante la kermesse, tra cui Creatività>Energia progettata da Giovanni D’Ambrosio, architetto impegnato in Australia ed Indonesia che identifica l’atto progettuale come forza di contrasto alle forze della natura, in un simbiotico scambio tra bioclimatica e genius loci.
“I Paesi in cui ho avuto occasione di lavorare hanno una tendenza propria alla sostenibilità, che trova il senso più ampio nel concetto di architettura bioclimatica – spiega Giovani D’Ambrosio – Non conosco bene cosa sia la sostenibilità, ma conosco il significato delle parole necessità e contrasto, elementi con cui si creano forme di architetture organiche. Le Courbusier ha progettato la machine à habiter, funzionale ma priva di motore, che oggi invece può essere inserito attraverso l’avanguardia energetica tipica dell’architettura bioclimatica”.
Qui la video-pillola di Giovanni D’Ambrosio.
Grande fermento architettonico e forte desiderio di innescare un processo rigenerativo e di crescita di Roma, per smuoverla da un’impasse di immobilismo urbano, edile e sociale emerge nel dibattito di oggi.
“Vari gli elementi che possono concorrere al disegno della nuova città, dall’housing sociale (compresi gli alloggi collettivi per studenti universitari) alla trasformazione urbana, passando per i luoghi dei grandi eventi, ma nulla sarà veramente efficace se tutti gli attori coinvolti non riescono a firmare un patto solidale per dare uno slancio alla Capitale, soprattutto in questo momento in cui le risorse ci sono – osserva Lorenzo Busnengo | Consigliere OAR – bisogna avere il coraggio di comprendere l’efficacia dello strumento della sostituzione edilizia con effetti qualitativi sul tessuto urbano; sono i brutti progetti che vanno evitati”.
A raccontare l’esperienza milanese, che, pur avendo le stesse problematiche burocratiche, vive un presente più dinamico come conseguenza post Expo, è Federica Verona | | Consorzio Cooperative Lavoratori: “Vengo da Milano e non è facile capire cosa sia utile a Roma. Stiamo ragionando su temi come l’affitto seguendo lo slogan una casa per tutti, sulle identità di quartiere da rilanciare in contrapposizione all’esplosione della città che rischia di diventare per pochi, su politiche di accessibilità in partnership tra pubblico e privato. Anche Roma potrebbe lavorare con forza ed impegno su questo”.
Qui la video-pillola di Federica Verona.
Una politica forte sull’abitare che possa essere lungimirante e possa innescare un processo di innovazione anche nella mentalità, priva della retorica della partecipazione a tutti i costi, ma completa di un avvicinamento delle utenze ai criteri di progettazione perché siano comprensibili e condivisi.
“Come Ordine Architetti PPC Roma sono varie le proposte per il social housing: non solo case in cui rimanere per un periodo di tempo limitato, ma che possano essere sentite come proprie dagli abitanti perché acquisibili e l’inserimento dell’edilizia residenziale pubblica come standard urbanistico all’interno delle Norme Tecniche d’Attuazione dei PRG, possibile anche all’interno dei tessuti della Città Consolidata – puntalizza Busnengo – gli architetti romani lavorano con un Regolamento Edilizio risalente agli anni ’30 del ‘900 che ancora impone i lavatoi sulle terrazze condominiali”.
Un progetto concreto di sostituzione edilizia a Roma è presentato da Andrea D’Antrassi | MAD ARCHITECTS, studio internazionale vincitore di un concorso privato per la trasformazione di un blocco urbano in Via Boncompagni, composto da un edificio degli anni ’70 su Via Sicilia, dall’ex Chiesa di San Lorenzo da Brindisi oggi sconsacrata e dal Convento dei Cappuccini. Un mix funzionale che ospiterà due terzi di uffici e un terzo di residenze, in un volume con un prospetto ripensato per recuperare il suo rapporto con l’esterno e con la natura.
“Roma è un luogo incredibile, pieno di opportunità, soprattutto per la rigenerazione urbana che è un volano per il real estate e l’architettura tutta – osserva D’Antrassi – Senza aggiungere metri quadrati si riescono ad inserire funzioni urbane dando nuova spinta all’ambiente costruito. Vediamo con favore un mix di usi e funzioni che vengono accorpate e innovate. Anche la pandemia ha spinto su tali opportunità ampliando il confronto su come utilizzare gli spazi all’aperto e come portare nuove destinazioni all’interno degli edifici. Fondamentale una solida sinergia tra attori privati, pubblici e terzi settore per delineare nuove visioni e nuove letture degli spazi urbani e delle modalità di gestione”.
Qui la video-pillola di Andrea D’Antrassi.
A conclusione di giornata un pannel introdotto da Roberta Bocca | Consigliera OAR, Delegata Formazione e Coordinatrice CTF, per completare un ciclo di eventi sul FARe degli architetti incentrato oggi sulla rigenerazione dello spazio, la sostenibilità ed il recupero.