di Redazione OAR
Prosegue il percorso attraverso i progetti realizzati dagli architetti romani negli ultimi due anni. Si tratta degli interventi presentati dagli studi di progettazione che hanno partecipato alla Call lanciata dall’OAR con l’obiettivo di conoscere – e far conoscere – il lavoro svolto dai professionisti attivi sul territorio e iscritti all’Ordine di Roma e provincia, chiedendo loro di segnalare opere significative realizzate nel periodo 2018-2019 e di illustrarle attraverso testi e immagini.
Dopo i primi articoli – che hanno dato il via al racconto degli interventi segnalati (qui i due pezzi pubblicati finora sul sito OAR: LINK1 e LINK2) – continua il viaggio tra le opere, di ogni dimensione e tipologia, firmate da progettisti romani e costruite sia in Italia che all’estero. Una sorta di «piano sequenza» che offre uno spaccato sul lavoro che, a diverse scale, svolgono gli studi con base a Roma.
È un modo – in un momento di crisi e di riorganizzazione delle attività di tanti professionisti a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 – di tornare a parlare del lavoro degli architetti e provare a guardare avanti: anche per questo la Call resta aperta, al momento fino a data da destinarsi, per chiunque voglia partecipare (qui la Call).
Anche in questa occasione gli interventi presentati si caratterizzano per la loro varietà, in termini di tipologia, dimensioni, location, committenza: dal restyling di un complesso residenziale composto da tre torri a Shenzhen, in Cina, alla costruzione di un superstore a Perugia, dal progetto sperimentale di abitazioni in Portogallo al ridisegno di un podere in Etruria.
Yun Xi Jin Ting Center (Shenzhen – Cina)
Progettista: Nemesi Architects – Michele Molè e Susanna Tradati, con Alessandra Giannone, Paolo Maselli ,Giuseppe Zaccaria, Marco Tanzilli, Claudia Ricciardi
Il progetto di Nemesi Architects – studio con sede romana all’interno dell’Ex Lanificio Luciani, lungo l’Aniene, nel quartiere Pietralata – ha previsto il restyling di un complesso formato da tre torri a destinazione residenziale, di 30 piani ciascuna, e da un basamento commerciale (2019). Nemesi ha sviluppato la progettazione del ponte di collegamento tra le torri, per realizzare un affaccio panoramico, e l’allestimento della grande hall del basamento, ospitante anche spazi espositivi, commerciali e terziari, oltre ad un’area vendita degli appartamenti. L’idea alla base del concept è quella di uno spazio scavato, fluido ed avvolgente, rivestito da superfici curve in pannelli di piumacemento che simulano l’idea di grotta – spazio sospeso e avvolgente, e metafora che rievoca l’acqua come luogo di origine della vita – che accoglie il visitatore, sorprendendolo. Lo spazio interno è concepito come una vera e propria piazza pubblica protetta, luogo di ritrovo e socialità a Shenzhen.
Lo studio romano ha presentato per la Call anche un altro progetto, realizzato per un loft – di circa 350 mq, su due livelli – situato a Rieti in un contesto storico. L’originale allestimento d’epoca, privo di valore intrinseco, è totalmente rivisto, in un intervento dal sapore contemporaneo, che definisce una spazialità urbana ricca e sorprendente: struttura portante del progetto è l’idea di percorso, che si materializza a partire da superfici scolpite che dividono longitudinalmente la zona notte dalla zona giorno, dando vita ad un sistema attrezzato.
Casa Imperfetta (Portogallo)
Progettisti: Paratelier – Leonardo Paiella e Monica Ravazzolo
La casa «imperfetta» – progetto sperimentale (2018) – nasce come laboratorio intensivo di costruzione, riflessione e dibattito sulla pratica dell’Architettura. Si sono susseguiti una serie di workshop con l’obiettivo di stimolare nei partecipanti la creatività attraverso la realizzazione manuale dell’oggetto, prendendo coscienza delle possibilità dei materiali e delle tecniche costruttive da adottare. Cemento, legno, sughero si alternano componendo un volume per l’abitazione in cui si analizza un nuovo concetto dell’abitare. La casa é inserita in una topografia accentuata, esposta ai venti carichi di salsedine a causa della vicinanza con l’Oceano. Uno scheletro di cemento identifica gli spazi e frames di legno ne compartimentano gli usi.
Tra gli altri progetti presentati da Paratelier, studio attivo tra Roma e il Portogallo, c’è anche un parco ad Arruda, piccola citadina a 30 chilometri da Lisbona, progettato – insieme a Campos Costa Arquitectos – in seguito ad un concorso internazionale indetto dal comune ed organizzato dall’ordine degli architetti della capitale portoghese. Il parco si trova proprio sul versante della vallata del fiume: la topografia viene modellata e il programma inserito nelle tre diverse quote identificate all’interno del declivio: zona alta, per la contemplazione del paesaggio; intermedia, dove sono inseriti i percorsi distributivi al parco, caffetteria, zona giochi; e quota a livello fiume, dove é disegnata una pista ciclabile.
Superstore (Perugia)
Progettista: ZeroSpazio Architettura e Ingegneria – Giorgio Scarchilli
L’edificio, realizzato nel 2019, rappresenta un modello di superstore contemporaneo a zero consumo di suolo – nasce sull’area dell’ex Mattatoio Comunale di Perugia -, ad alta efficienza energetica in classe A++++, con impianti fotovoltaici che coprono l’intera struttura di circa quattromila metri quadri e parcheggi a raso ed interrati illuminati con lampade a led di sesta generazione. Illuminazione interna ad alta efficienza con regolazione automatica dell’intensità luminosa sulla base dell’apporto di luce naturale e attrezzature interne da materiale riciclabile.
Le forme e gli spazi architettonici dell’edificio si sviluppano lungo la pensilina esterna, che diviene «volume», elemento architettonico volutamente fuori scala che segna orizzontalmente i prospetti e crea luoghi «ad effetto città» quali l’area a doppia altezza che conduce all’ingresso del fabbricato, il percorso frontale scandito dalle sedute e la «piccola piazzetta laterale» che intende rievocare i tanti luoghi di aggregazione che caratterizzano i centri storici di ogni borgo italiano.
Podere in Etruria
Progettista: na3 – studio di architettura – Nicola Auciello
Cartolina da un interno. La cartolina è un fermo-immagine, di viaggio, di luogo, di vita, di movimento. Scelta con cura si lascia osservare e meditare. È una rappresentazione interposta, una soglia, tra la visione e il vissuto. Questo è il ridisegno di un podere, una cartolina dall’Etruria Meridionale. È qui che siamo immersi, in un terreno di circa diecimila metri quadri, impregnati di storia. Si tratta di un lavoro per una famiglia di cinque persone che ingloba, insieme, una visione del passato, del presente e del futuro. Un viaggio che coinvolge in profondità ed interpella il senso di casa, di consuetudini, di appartenenza e di identità culturale. Qui possiamo davvero viaggiare. Questa casa stessa, di 250 mq, è fatta di strati, di visuali, di attraversamenti, aperture e chiusure, che sono i «viaggi dell’abitare». La casa si muove. Pro-iectus vuol dire andare oltre. Ma per andare oltre è necessario tornare indietro. Il rewind dunque è obbligatorio.
Questo interno riporta le forme basiche – la capanna – e i colori primari di un popolo: il rosso, che emerge da terra, l’ocra, il celeste polvere e il nero, lasciati liberamente nell’attraversare ogni spazio con prospettive, viste e inquadrature. La pavimentazione radiante è in legno naturale mentre gli infissi sono stati eseguiti su disegno in acciaio colore antracite. La scala è rivestita con grandi lastre in grès così come i bagni.
(FN)