L’Architettura come cultura militante. Cosa si può fare perché i cittadini siano consapevoli che la conoscenza dell’architettura contemporanea e la lettura delle problematiche che riguardano la città sono fondamentali per avere una buona qualità della vita? Come far comprendere che tutto quello che ci circonda è di competenza di ogni cittadino e che il bene pubblico appartiene a ciascuno di noi? Perché si continua a contrapporre il “bello” dell’archetto e della colonnina al “brutto” dell’architettura contemporanea e non si parla invece di funzionale vs disfunzionale, di inquinante vs ecosostenibile, di qualità vs mediocrità? Come creare i presupposti affinché la nostra professione si riappropri del proprio ruolo intellettuale, culturale, sociale ed artistico?
« Com’è sola la città che ti abita
nel petto come un cuore, com’è sola
nelle mosse di una folla che ha
le tue stesse paure e la attraversa
compatta in una nuvola, com’è sola
stamattina la città che ieri
ti era amica e oggi, sotto un cielo
più grigio che nemico, mentre
passa la folla e scorre il fiume
e uno si innamora e l’altro muore
e i muri si confondono il colore…
Com’è sola la città che ti abita
nel petto come un cuore e un po’
somiglia, pensi, alla tua giovinezza
che pure è passata di qui ».
da“La città che ti abita” di Giorgio Ghiotti
Edizioni Empiria, 2017
Già nel 1914, Antonio Sant’Elia lo ha gridato a gran voce nel suo Manifesto dell’Architettura Futurista: “per architettura si deve intendere lo sforzo di armonizzare con libertà e con grande audacia, l’ambiente con l’uomo, cioè rendere il mondo delle cose una proiezione diretta del mondo dello spirito”.Contemporaneamente contesta con forza le “ruffianerie architettoniche”pseudo-monumentali tipiche dell’epoca durante la quale “perseverano cocciuti con le regole di Vitruvio, del Vignola e del Sansovino (… ) a ristampare l’imbecillità secolare sulle nostre città, che dovrebbero essere l’immediata e fedele proiezione di noi stessi”.
Perché abbiamo dimenticato e continuiamo a costruire, per dirla ancora con Sant’Elia, con “vacua esercitazione stilistica, un rimuginamento di formule malamente accozzate a camuffare da edificio moderno il solito bussolotto passatista di mattone e pietra”, senza mettere l’essere umano al centro di tutto il processo urbanistico-edilizio?
È sconcertante – per tutti noi che facciamo questo mestiere – che l’architettura (intesa nella sua accezione più alta di urbs et civitas) non venga insegnata nella scuola dell’obbligo, considerando invece la sua forte valenza formativa nella costruzione dell’identità storica e collettiva (finanche Kant nella sua “Critica della Ragion Pura” riconosce nello spazio la prima forma di conoscenza: “senza lo spazio non possiamo avere alcuna esperienza del mondo esterno”). Insegnare l’architettura significa insegnare ad avere cura dello spazio che ci circonda e ci appartiene; del resto “la prima prova che noi esistiamo è che occupiamo uno spazio”, scriveva Le Corbusier.
Il gruppo PLANS – Portiamo l’Architettura Nelle Scuole, che opera all’interno dell’Ordine Architetti di Roma e Provincia, è nato nel 2018, proprio dalla convinzione che è possibile mettere un argine al degrado fisico e sociale al quale, ed è ben più drammatico, ci siamo abituati arrivando a considerare la mediocrità dell’edilizia attuale e il disagio urbano come la più ovvia normalità. Èsembrato evidente a questo gruppo di architetti liberi professionisti, allo stesso tempo impegnati anche nell’insegnamento e nella formazione, che architettura e ambiente sono responsabilità e patrimonio di ciascuno e che solo la conoscenza può fornire gli strumenti atti a contrastare ogni forma di deriva. Da qui è nata la necessità di avviare un percorso formativo con i bambini ed i ragazzi, cittadini dell’oggi e non solo del domani, e di cercare l’unica alleata possibile: la scuola.
Il primo passo è stato partecipare attivamente a SPAM – DREAMCITY 2019, Festival dell’Architettura organizzato dall’Ordine Architetti di Roma e Provincia, nel quale sono state coinvolte numerose scolaresche romane delle medie e delle superiori attraverso l’esposizione di due lezioni che abbiamo chiamato “SPAM KIDS”: 1) L’architettura è un linguaggio – Breve storia dell’architettura moderna attraverso gli edifici manifesto; 2) Rigenerazione urbana sostenibile – Due esempi romani: il MAXXI e l’Acquario Romano.
Successivamente, presso I.C. Francesco Nitti sono stati attivati vari progetti volti alle tematiche relative al riciclo e riuso dei materiali, in un’ottica di scuola sostenibile, in collaborazione con 99NINE e con Eventi Di Cartone, che da anni progettano e realizzano soluzioni interamente ecosostenibili. Sono state realizzate colonnine porta-igienizzante, pannelli divisori per i banchi e pareti mobili per le aule, interamente realizzati in carta, cartone ed altri materiali riciclati ed il tutto è stato possibile grazie alla dirigente scolastica, dott.ssa Elisamarzia Vitaliano che accoglie sempre, con entusiasmo, ogni idea in materia di ecosostenibilità, a dimostrazione del fatto che una sinergia con l’istituzione scolastica è possibile.
Il 26/09/2020, in occasione di CHANGE. Architecture Cities Life promosso dal MiBACT ed organizzato dall’associazione Open City Roma in collaborazione con Ordine Architetti Roma e MAXXI, nell’ambito del progetto di “Idee per il futuro – Progettare il cambiamento” dell’Associazione Tevereterno Onlus, al termine dell’esplorazione guidata, dal Fontanone del Gianicolo a piazza Tevere, ci siamo occupati di un workshop teso a formare uno storyboard per immagini e parole, rappresentativo del territorio, con l’obiettivo di dare forma ad una visione del futuro dello spazio fluviale aperto alla cittadinanza e pienamente vivibile.
In conclusione, parafrasando Walter Gropius e il suo Manifesto del Bauhaus (Weimar 1919), “cerchiamo, concepiamo e creiamo la nuova costruzione del futuro” che sappia dare a ciascun cittadino gli strumenti giusti per pretendere che venga messo al centro della pianificazione, della progettazione e della realizzazione l’individuo nella sua interezza, nelle sue aspirazioni, nei suoi sogni e nel suo diritto ad una architettura, una città e una vita di qualità.
Valentina Di Stefano
Architetto
Componente del gruppo PLANS – Portiamo l’Architettura Nelle Scuole, OAR
Componente CTF, Comitato Tecnico Formazione OAR