Articolo
14 Aprile 2022

Linee guida Formazione dell’Ordine Architetti P.P.C. di Roma e provincia – a cura di Roberta Bocca

La Formazione dell’OAR, nelle sue linee programmatiche generali, intende fornire un supporto valido e concreto all’aggiornamento delle conoscenze normative, tecniche e tecnologiche degli iscritti, anche individuando possibili e nuovi campi di attività. Il fine è valorizzare il ruolo istituzionale e sociale dell’architetto, nell’interesse della collettività; in questa ottica, l’obbligo normativo dell’aggiornamento professionale si tramuta in opportunità di crescita, culturale, tecnica e professionale.

Il programma formativo dell’OAR per il 2022 porta avanti il percorso iniziato sin dai primi mesi del 2021, con riferimento al Next Generation EU, strumento finanziario pensato per stimolare una “ripresa sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa”, nel cui contesto si è inserito successivamente il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che si articola in 6 Missioni, le aree “tematiche” strutturali di intervento:

1- Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo

2- Rivoluzione verde e transizione ecologica

3- Infrastrutture per una mobilità sostenibile

4- Istruzione e Ricerca

5- Inclusione e Coesione

6- Salute

Queste “aree tematiche” hanno evidenti nessi con la sfera di attività degli architetti, i quali, pur nei diversi ambiti di intervento, operano sempre e comunque in un contesto sociale, alle diverse scale.

La missione che la formazione OAR si è data, dunque, è contribuire in maniera sostanziale ed efficace alla strutturazione di figure professionali all’altezza dei tempi, nell’interesse della collettività.

Quanto sopra trova attuazione in un sistema organizzato di percorsi formativi; ciascun percorso è costituito da corsi, seminari, convegni, workshop, mirati ad approfondire la tematica specifica a cui il percorso stesso fa riferimento. Tali eventi formativi sono coordinati fra di loro e seguono un “filo narrativo” all’interno del singolo percorso ma anche e soprattutto, ove ciò è stato possibile, anche con quelli degli altri percorsi, così da costituire, nel loro complesso, un piano di offerta formativa che supporti in maniera valida e sostanziale gli iscritti nell’affrontare le sfide professionali di questo periodo, così impegnativo e complesso; basti pensare alla Pandemia da Covid-19, che peraltro ancora non si è conclusa e allo stato di crisi energetica – e anche sociale – conseguente  alla guerra in Ucraina.

I percorsi formativi, individuati dall’OAR, riguardano quattro aree tematiche:

A Architettura

B Pianificazione

C Paesaggio

D Conservazione

L’area tematica Architettura, si articola in 10 sub percorsi:

a1) Professione

a2) Tecnologia e strutture

a3) Sicurezza e accessibilità

a4) Sostenibilità

a5) Valutazione e Certificazione

a6) Storia e Critica

a7) BIM

a8) Design e strumenti di rappresentazione multimediali

a9) Innovazione e brevetti

a10) OAR istituzionale

Ciascun percorso formativo – con eccezione del percorso a10) OAR ISTITUZIONALE, riservato alle iniziative politiche istituzionale con valenza formativa, di diretta responsabilità del Consiglio OAR – prevede un referente, un architetto con competenze ed esperienze specifiche in materia e anche nella formazione, che sovraintenda all’attività formativa del percorso e si coordini con i referenti degli altri percorsi.

L’insieme dei Referenti dei percorsisi formativi costituisce il Comitato Tecnico della Formazione (CTF), con una Coordinatrice. La “titolarità” di un percorso formativo, peraltro, non esclude la possibilità di proporre eventi formativi da parte di altri soggetti, interni o esterni all’OAR, tuttavia il referente del singolo percorso formativo e il CTF nella sua collegialità, hanno la responsabilità del livello qualitativo e anche della congruenza dell’offerta formativa dell’OAR.

Questi referenti sono al lavoro da tempo per il programma formativo di quest’anno, già in fase di realizzazione, con offerte di alto livello, in vari campi – alcune delle quali anche già pubblicate: vedi la pagina formazione OAR   https://formazione.architettiroma.it/ – e hanno elaborato relazioni illustrative delle finalità, obiettivi e programmi dei percorsi formativi di cui si occupano.

Tali relazioni saranno pubblicate singolarmente e con il dovuto spazio di approfondimento. In questa sede si intende riportare solo un primo, sintetico saggio delle finalità per il 2022 che i singoli referenti si sono posti nella specifica area tematica di competenza:

A) PERCORSO ARCHITETTURA

Architettura – a1) Professione. Architetto Alberto Giampaoli e Architetto Franco Romano

“La professione dell’architetto è una delle più antiche, ad oggi denominata in diversi modi a seconda del settore di riferimento: dal progettista architettonico, alla figura di home designer, al progettista strutturale, o architetto industriale, commerciale, esperto di attività specifiche professionali quali sicurezza nei luoghi di lavoro, antincendio, burocratiche autorizzative, eccetera.

La crescente burocrazia e la continua evoluzione normativa sui vari campi professionali implica necessariamente che l’architetto abbia una visione completa e una vasta conoscenza seppur non specifica delle diverse problematiche relative ai procedimenti autorizzativi per la progettazione ed i relativi interventi di riuso e di nuove costruzioni che riguardano aspetti edilizi, igienico sanitari, di sicurezza sui luoghi di lavoro, procedure commerciali e adeguamenti nel rispetto della normativa sugli impianti antincendio ed antisismica. Avere una conoscenza tecnica documentale appropriata implica rendere realizzabile (nel pieno rispetto delle norme vigenti) una corretta progettazione architettonica ed esecutiva e una appropriata realizzazione dell’opera.

Molteplici sono le responsabilità legate alla figura dell’architetto, che deve uniformare il proprio comportamento sulla base di principi deontologici del decoro della professione e in conformità con le leggi vigenti. Un architetto professionista deve essere assolutamente responsabile dei propri atti, ma anche sull’autonomia culturale, sull’indipendenza del giudizio e sulla propria preparazione tecnica; fondamentale è dunque la continua formazione professionale ed il continuo aggiornamento dell’evoluzione legislativa tecnica, dei materiali, delle tecniche di costruzione.

È quindi necessaria una rivisitazione generale dei corsi, incentivando i nuovi iscritti alla cultura della continua formazione con i quali l’Ordine professionale deve avere un ruolo centrale e che renda le conoscenze acquisite più spendibili nel mondo del lavoro, con una visione globale che riunifichi in un unico processo anche gli aspetti considerati settoriali: sicurezza, conoscenza delle attività commerciali, nuovi modi dell’abitare, recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente; basti pensare solo alla Rigenerazione Urbana, norma tecnico-edilizia in continua evoluzione e oggetto di continue circolari esplicative sulla sua corretta applicabilità, e comunque volano futuro per l’investimento di fondi di notevoli interventi edilizio-urbanistici.”

Architettura – a2) Tecnologia e strutture. Architetto Giuseppe Parisio

“Mai come in questo particolare momento la qualità edilizia va ricercata nell’insieme delle proprietà e delle caratteristiche dell’oggetto edilizio, o di sue parti, che conferiscono ad esso la capacità di soddisfare in termini edilizi, attraverso prestazioni, esigenze espresse o implicite.

Purtroppo, oggi si registra una inversione e snaturalizzazione della figura dell’architetto che ha perso la sua centralità nella società contemporanea per divenire un semplice tecnico specializzato, vedendo la propria prestazione intellettuale assimilata agli appalti di forniture, con la conseguenza che il progetto viene spesso posto in secondo piano. L’architettura non fa più parte della nostra cultura quotidiana; bisogna quindi recuperarne il ruolo sociale interagendo in modo propositivo nella società contemporanea per anticipare il cambiamento, coniugando le più avanzate tecnologie al servizio di una corretta progettazione sia del nuovo che della manutenzione del costruito, fornendo la padronanza degli strumenti relativi alla fattibilità dell’opera ideata, le operazioni di modificazione dell’ambiente fisico (con piena conoscenza dei differenti aspetti funzionali, distributivi, formali, strutturali, tecnico-costruttivi, gestionali, economici e ambientali) per un corretto approccio ai mutamenti culturali e ai bisogni espressi dalla società contemporanea.

Pertanto, l’edificio non va inteso come una sommatoria di spazi, elementi tecnici, materiali ed impianti ma piuttosto, un sistema articolato di parti, ciascuna delle quali si relaziona all’altra in modo complesso per soddisfare i bisogni dell’utenza, quindi, per raggiungere gli obiettivi di una adeguata progettazione tecnologica dell’edificio che riguarda anche gli aspetti, oggi indispensabili, dell’utilizzo di tecnologie e materiali compatibili con l’ambiente. In quest’ottica oggi, la nostra professione è mirata a definire nuove forme di aggregazione professionale finalizzate ad aumentare e favorire la creazione di strutture complesse, multidisciplinari e competitive.

L’attuale crisi ha favorito inevitabilmente lo sviluppo di nuove modalità di concepire il lavoro dell’architetto: nuove tecnologie, nuovi mercati, nuove mansioni e competenze. Un recente studio di un istituto di ricerca ha dimostrato che non ha futuro chi non investe in formazione, tecnologie e, più in generale, in esperienze. Bisognerà pertanto cercare di accompagnare e facilitare questo fenomeno. Il progetto formativo si articola sulla necessità sempre più pressante di focalizzare nel panorama, anche del costruito, i temi della manutenzione come presupposto fondamentale di prevenzione programmata.”

Architettura – a3) Sicurezza e accessibilità. Architetto Roberta Bocca

Il presupposto del percorso formativo è che l’agire dell’architetto ha una valenza insieme estetica ed etico-sociale.  La qualità di un’architettura è data proprio dal livello di fusione che questi due aspetti – la qualità estetico-funzionale e la valenza etico-sociale degli spazi individuali e collettivi progettati – riescono a raggiungere. In questo contesto, il concetto di “sicurezza” si esplica in diversi aspetti e momenti, legati all’attività dell’architetto:

● il momento realizzativo, correlato alla gestione in sicurezza del cantiere,

● la successiva fruizione in sicurezza degli spazi individuali e collettivi progettati(la prevenzione incendi e delle conseguenze di eventi naturali, quali per esempio il sisma);

● la completa e sicura fruibilità degli spazi, dei luoghi, indipendentemente dall’età o dalle limitazioni funzionali di ciascuno (accessibilità);

● il raggiungimento di un adeguato livello di “benessere psico-fisico” (comfort acustico, salubrità degli ambienti, etc.).

Tutti questi aspetti, le tematiche a cui fanno riferimento, presentano punti di contatto e intersezione con gli altri percorsi formativi e consentono sinergie e coordinamento.

La valenza etico-sociale, oltreché estetica, dell’azione dell’Architetto nell’ambito della Sicurezza, intesa come concetto globale, ha acquistato ancor più rilevanza, per la grave crisi che stiamo ancora vivendo. Le limitazioni e prescrizioni, necessariamente imposte dalla pandemia, sono regole di sicurezza che hanno impattato sul nostro sistema di vita, condizionandolo, e che inevitabilmente hanno cambiato il nostro modo di vivere, lavorare, comunicare. Questo si avverte in tutti gli ambiti e tanto più in quelli in cui il perseguimento del maggior livello di sicurezza possibile è un tema essenziale, anche prima della pandemia.

La capacità di organizzare gli spazi in maniera funzionale, armonica, esteticamente qualificata e che, soprattutto, siano “sicuri”, a 360 gradi, è una delle principali prerogative dell’Architetto, sia nel progettare ex-novo che nel riportare a nuova vita il costruito. Ma la prospettiva si può e si deve ampliare dal singolo edificio all’organizzazione delle nostre città; si pensi, per esempio, alle problematiche derivanti dall’antinomia fra il trasporto pubblico, così come oggi è organizzato, o al riutilizzo degli spazi urbani, che in zone inizialmente a vocazione terziaria, è profondamente cambiato. Dall’organizzazione urbana, si arriva poi all’assetto territoriale nel suo complesso e a questo proposito si evidenzia la problematica della fragilità idrogeologica del nostro territorio, con gli eventi disastrosi che comporta, sempre più frequentemente anche a causa dei cambiamenti climatici in corso. Sarebbe necessaria una vasta e diffusa opera di prevenzione e messa in sicurezza, con il fondamentale apporto dei tecnici, fra cui gli esperti nel paesaggio.

In definitiva la pandemia in atto e gli scenari che ha aperto, hanno reso ancora più evidente che il tema della sicurezza è fondamentale e presente, nelle sue diverse sfumature, in tutti i settori della nostra vita e delle nostre attività. Lo era anche prima, ma è innegabile che le drammatiche circostanze che abbiamo vissuto, abbiano avuto almeno il merito di risvegliare la consapevolezza di quanto sia importante perseguire la sicurezza in tutte le sue declinazioni.

All’Architetto tocca l’obbligo morale e sociale di essere pronto a svolgere al meglio il ruolo che in tale scenario, secondo i diversi ambiti cui si è accennato, gli compete; il percorso formativo proposto intende fornire gli strumenti conoscitivi, tecnici e anche operativi per muoversi in questo scenario, in maniera consapevole e professionale.

Architettura – a4) Sostenibilità. Architetto Ilaria Montella

“La forte dipendenza dalle fonti energetiche fossili, e le problematiche globali connesse alle emissioni climalteranti rappresentano, da anni, la dicotomia più discussa tra sviluppo e ritorno alle origini.

I cambiamenti climatici in atto, infatti, mettono l’accento su nuove forme di risposta alle emergenze che minacciano le nostre città, richiedendo una serie di azioni pianificatorie, progettuali e di gestione, che mirino a preservare l’ambiente, incentivare l’adattamento, ridurre le emissioni climalteranti, incentivare la sostenibilità complessiva degli interventi.

Grazie alla continua ricerca tecnologica e alle sempre più stringenti normative in materia, assistiamo alla presenza del concetto di sostenibilità declinato in ogni ambito inerente al progetto.

Ma se un’accorta progettazione tecnologica dell’edificio assicura prestazioni dal risparmio energetico consistente, la sostenibilità complessiva dello stesso invece non si orienta solo all’edificio ma anche al suo rapporto con il contesto urbano e abbraccia sinergicamente tutti i temi relativi all’impatto ambientale che esso ha sull’ambiente esterno, sul benessere della salute dei suoi abitanti e sull’ecosistema.

Tuttavia, l’abuso da anni dei termini “sostenibilità” ed “efficienza energetica”, troppo spesso non supportati da un sostrato formativo professionalizzato e pratico, evidenzia ancora una volta quanto gli architetti siano chiamati a formarsi per diventare progettisti esperti in sostenibilità, in grado di conoscere parametri e indicatori di riferimento per la riduzione delle emissioni, e preparati a condurre, con la giusta maestria, la sfida dell’affrancamento energetico dalle fonti fossili.

Proprio per questo, pensare alla formazione in ambito di sostenibilità ed efficienza energetica restituisce la consapevolezza di quanto sia necessario intraprendere percorsi formativi che agiscano in modo sinergico e trasversale in diversi ambiti del progetto al fine di “addestrare” i professionisti ad una progettazione consapevole che abbracci in toto i punti di forza degli Obiettivi Climatici 2030 e dell’orizzonte cui mira lo European Green Deal, la strategia Renovation Wave, la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile e il recente PNRR.

In questa intenzione sinergica il percorso formativo “Sostenibilità”, proseguendo sul tracciato strutturato in precedenza, e già in parte percorso negli scorsi anni formativi, si orienta a fornire agli architetti gli strumenti e le competenze per progettare con consapevolezza la transizione verso l’efficienza energetica e la sostenibilità proponendo focus normativi in continuo aggiornamento, incentivando gli indirizzi di risparmio di suolo e di rigenerazione del patrimonio edilizio esistente, segnalando innovazioni tecnologiche di processo e di prodotto, e fornendo focus di approfondimento e di professionalizzazione che possano rappresentare ‘finestre’ lavorative di pertinenza degli architetti.”

Architettura – a5) Valutazione e Certificazione. Architetto Enrico Fattinnanzi

“Nelle varie fasi che articolano i processi di trasformazione dell’assetto fisico delle città e dei territori, gli architetti hanno l’opportunità di inserirsi non solo, si badi, nelle fasi di redazione dei progetti o piani, ma in tutto il processo, con ruoli di responsabilità. Opportunità positiva perché riguarda una categoria di professionisti, indipendentemente dalla loro concreta collocazione funzionale, in grado di intervenire nell’intero processo con una specifica basilare competenza e sensibilità di tipo progettuale, quindi maggiormente in grado, rispetto ad altre professionalità, di garantire il successo dell’intervento, come perseguire (rispettando tempi e risorse preventivate) i livelli prestazionali richiesti, sia a carattere pratico/funzionale sia simbolico/percettivo. 

Prendiamo quindi atto con soddisfazione che nelle Linee Guida, emanate dal Consiglio Superiore dei LLPP per governare l’attuazione del PNRR, s’individui in una buona progettazione un attributo decisivo per il successo stesso del Piano Nazionale. Per ottenere risultati positivi le Linee Guida introducono importanti innovazioni procedurali, fondate sull’utilizzazione di strumenti di ottimizzazione delle decisioni e di metodologie di valutazione che, si prevede, debbano essere utilizzate in tutto il processo attuativo, in particolare nelle fasi progettuali.

ll settore della Valutazione ha quindi dato un forte impulso a diverse attività con lo scopo essenziale di dotare il maggior numero di architetti di quegli strumenti innovativi, già positivamente sperimentati sia a livello nazionale che internazionale, oggi disponibili, con capacità operative in tutti quei settori di attività che concorrono alla gestione e trasformazione dell’assetto fisico delle città e dei territori. Pertanto, nasce la proposta di attivare corsi di formazione per una figura professionale specializzata di progettista valutatore per la quale sono prevedibili molti interessanti sbocchi professionali, come l’inserimento in équipe progettuali o all’interno di soggetti sia pubblici che privati.

In base a tali premesse il settore della Valutazione, in collaborazione con l’attività del Comitato Tecnico Formativo dell’OAR, sta realizzando iniziative orientate innanzi tutto allo sviluppo di proposte che, a partire dall’utilizzazione delle risorse già disponibili, affrontino i problemi della rigenerazione dei tessuti urbani periferici, localizzati nell’area metropolitana di Roma, in particolare segnati da abusivismo. Proposte da sottoporre all’attenzione della Regione e delle amministrazioni locali, in primo luogo del Comune di Roma e dei suoi Municipi. Proposte che contribuiscano alla definizione dei contenuti essenziali di un programma organico, a carattere poliennale, capace di stimolare, guidare e valorizzare l’utilizzo delle risorse che, a partire da quelle stanziate dal PNRR, si rendano disponibili nel tempo. Un programma che dovrà tenere conto delle innovazioni procedurali introdotte dalle Linee Guida e del quadro normativo definito dalla Legge Regionale 2017, contenente Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio, finora sostanzialmente ignorate dalle Amministrazioni Comunali di Roma.”

Architettura – a6) Storia e Critica. Architetto Emma Tagliacollo

“Gli architetti non possono non rifarsi ai Maestri e alle loro opere quando pensano e quando progettano, per questo motivo il percorso di formazione di “Storia e Critica” ha l’intento di proporre una serie di incontri di approfondimento, fornendo nuove prospettive su temi sedimentati nella formazione dell’architetto come pure di totale novità, affrontando tematiche, personaggi, punti di vista non indagati o non ancora totalmente sviluppati.

L’intento del percorso formativo è di proporre una serie di incontri che siano attenti al momento che stiamo vivendo, intercettando le ricerche in corso, non solo in Italia ma anche in ambito internazionale, che possano ampliare e arricchire la biblioteca fisica e virtuale dell’architetto e la sua cassetta degli attrezzi.

Il percorso sarà organizzato in convegni/webinar, alcuni dei quali potranno svolgersi in collaborazione con altri enti quali, ad esempio, DOCOMOMO Italia, In/Arch, il MAXXI di Roma, musei come la Galleria Nazionale di Arte Moderna e altre istituzioni e fondazioni presenti e attive sul territorio.

Si intende, all’interno del percorso, rafforzare la sinergia con le offerte degli altri percorsi formativi, creare legami con il territorio e con gli ordini professionali vicini, rafforzare il legame tra ricerca e disseminazione culturale grazie alla collaborazione con «AR Magazine», rivista tematico culturale dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia.”

Architettura – a7) BIM. Architetto Marco Capobianchi

“Il BIM è un’innovazione di processo: rappresenta la transizione dell’industria delle costruzioni da una gestione “di carta” verso una gestione “data-driven”. Questo cambiamento sta investendo tutta la filiera, dai produttori di materiali, componenti e sistemi edilizi, passando per i progettisti e le imprese, fino ad arrivare ai gestori e alle proprietà.

L’innovazione in edilizia dovrà essere sinonimo di un cambiamento radicale del modello di filiera che abbandoni l’individualismo dei diversi soggetti per passare all’integrazione collaborativa. Risulta quindi fondamentale la struttura di comunicazione per il passaggio delle informazioni; in particolare, si deve poter garantire un flusso di informazioni sia verticale, da una fase all’altra, che orizzontale, tra i professionisti nella stessa fase. Per conseguire tali obiettivi, risulta fondamentale il ruolo dell’architetto coordinatore di progetto, che può acquisire nuove competenze e proporsi come guida nella strutturazione dei Database e nella gestione di questa comunicazione Digitalizzata.

La progettazione, in generale, è un processo complesso, composto da numerosi attori con competenze e specializzazioni diverse. Tale sistema incontra spesso criticità legate al coordinamento e alla sinergia, in cui le singole professionalità alla ricerca di soluzioni soggettive tralasciano l’insieme. Il metodo BIM ha l’obiettivo di limitare questi rischi, fisiologici del processo di progettazione, impostando una comunicazione e un coordinamento multidisciplinare più elevato. L’indiscutibile valore apportato dal BIM al processo di progettazione e costruzione di un’opera edilizia, a vantaggio di committenti e imprese, ha però conseguenze per i progettisti che, per rispondere adeguatamente ad un elevato livello, impiegano più risorse ed energie professionali. Il progetto formativo sulla digitalizzazione del processo edilizio è stato quindi sviluppato con l’obiettivo primario di raccontare le innovazioni su tutta la filiera, partendo dalla realtà del mercato attuale, con un occhio di riguardo agli sviluppi futuri. Si proporrà, attraverso l’analisi di casi studio, metodi, strumenti e criticità, una formazione basata sugli aspetti operativi e gestionali del processo.”

Architettura – a8) Design e strumenti di rappresentazione multimediali. Architetto Marco Amadio

“Nell’era della comunicazione e dell’architettura “liquida” è sempre più importante la presentazione del progetto al committente, la velocità ed i tempi di esecuzione sono diventati la necessità primaria.

Il percorso formativo si pone la finalità di informare gli iscritti circa gli strumenti che li possano supportare al meglio: software innovativi, nuove tecnologie di proiezione 3D, la frontiera della presentazione olografica, etc.

La gestione di modelli 3d oggi è diventata indispensabile; l’utilizzo integrato di sistemi permette di avere tutta una serie di “utilità”, dalla estrazione dati automatica alla gestione di capitolati da modelli BIM. I diversi software si rincorrono per raggiungere una resa estetica sempre più fotorealistica, con inserimento di ambientazioni e poser animati che trasformino i progetti virtuali in “esperimenti immersivi”. Ciò permette di “visionare” veri e propri mondi virtuali, prima impossibili da immaginare.

Visori 3d e proiezioni olografiche rappresentano le nuove frontiere della rappresentazione grafica; sarà questa la nuova frontiera dell’architettura telematica; il percorso formativo intende introdurre e accompagnare gli iscritti in questo nuovo mondo in costante evoluzione.”

Architettura – a9) Innovazione e brevetti. Architetto Michele Adipietro

“Affinché si possa parlare di innovazione come strumento di riqualificazione economica strettamente connessa alle attività di costruzione, è indispensabile comprendere che il processo edilizio debba considerare l’intero ciclo di vita dei manufatti, dall’approvvigionamento delle materie prime necessarie per la produzione dei semilavorati e dei componenti, fino alla dismissione e al riciclo dei materiali. Ogni decisione, in qualsiasi fase debba essere presa, non può prescindere da un’attenta valutazione delle ripercussioni e degli impatti che essa determina sull’intero sistema.

La cooperazione diviene la parola chiave per fare innovazione, i diversi soggetti di una filiera, storicamente abituati a collaborare in modo saltuario, si impongono il comune obiettivo di raggiungere nuovi livelli di qualità architettonica in grado di offrire risposte adeguate ai bisogni concreti che attendono di essere soddisfatti. Ecco che il confronto tra gli attori diviene simultaneo, coordinato in tempo reale in un rapporto orizzontale che mira prioritariamente a un’innovazione di prodotto supportata dallo scambio tra un gruppo di progettazione e un raggruppamento di imprese, o industrie, interessate a sviluppare un sistema.

Il percorso formativo – Innovazione e brevetti – si pone quindi l’obiettivo di dare ai professionisti gli strumenti necessari alla ideazione e produzione di sistemi innovativi per l’architettura,  illustrando esempi concreti di  cooperazione con le aziende detentrici dei brevetti; nello specifico si vuole porre attenzione all’utilizzo di materia esistente in modo innovativo  per la soluzione di problematiche progettuali e costruttive come frutto della interazione tra i diversi operatori che tende a consolidarsi al di là della singola occasione progettuale, determinando proficue sinergie tra diversi soggetti interessati.”

B) PERCORSO PIANIFICAZIONE. Architetto Alessandra Montenero

“Negli ultimissimi anni, e con maggiore evidenza, risulta sempre più necessario che i diversi strumenti urbanistici che interessano un determinato territorio siano tra loro attentamente coordinati e monitorati dalle diverse Istituzioni pubbliche competenti, al fine di assicurare l’attuazione di interventi infrastrutturali ed edilizi coerenti con le articolate finalità della Rigenerazione Urbana”.

Una migliore conoscenza dell’attuale situazione urbanistica del Lazio, o meglio dell’ambito di Roma Metropolitana, potrebbe essere supportata da una lettura-valutazione delle più significative modificazioni prodotte sul territorio dai diversi strumenti della pianificazione urbanistica (dall’approvazione della legge 1150/’42 ad oggi).

L’illustrazione dei diversi strumenti urbanistici consisterà nella descrizione delle motivazioni più significative che li hanno determinati, esaminandone le diverse modalità di elaborazione, approvazione e attuazione e la relativa tempistica, sia dei piani sovracomunali, comunali e particolareggiati e sia di quelli di carattere settoriale prodotti negli ottanta anni trascorsi, senza dimenticare di porre attenzione alle diverse forme di tutela del territorio e del paesaggio che dal 1939 sono state emanate.

Tematica importante da esaminare sono le più diverse criticità che purtroppo caratterizzano l’attuazione dei diversi piani, i perché e le conseguenze del dilagare dell’abusivismo edilizio nonché la mancanza di una legge sui suoli, unitamente alle difficoltà gestionali riscontrabili nelle Istituzioni pubbliche preposte alla loro elaborazione e gestione. 

In conclusione si può affermare che per garantire una migliore qualità della vita con i diversi strumenti urbanistici, coerenti con i nuovi provvedimenti legislativi e finanziari, è necessario saper affrontare l’intreccio delle problematiche legate ai cambiamenti climatici, alla necessaria sicurezza sismica degli edifici, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, alla necessità di contenere l’uso del suolo, al risparmio energetico, al favorire la biodiversità degli ambiti urbani, al miglioramento del decoro urbano e architettonico e ad altro compreso negli obiettivi della “rigenerazione urbana”.

Al contempo risulta sempre più urgente che sia favorita una adeguata interdisciplinarietà alle diverse fasi progettuali, realizzative e gestionali di ogni strumento urbanistico e che siano individuate ed apportate le necessarie integrazioni ai percorsi formativi dei tecnici liberi professionisti, dei dipendenti della Pubblica Amministrazione, nonché degli operatori comunque impegnati nelle trasformazioni del territorio.

Appare altresì utile procedere ad una approfondita valutazione dei diversi interventi finanziati e compresi nel PNRR, riflettendo sulle rilevanti potenzialità di trasformazione territoriale e del paesaggio connaturate alla realizzazione di grandi opere edilizie o infrastrutturali, ad esempio un nuovo tracciato per il trasporto pubblico su ferro e quindi la necessità di prevedere il conseguente aggiornamento dei diversi strumenti urbanistici vigenti (elaborati grafici e relative norme tecniche di attuazione) in quel territorio interessato, ivi compresi i piani territoriali paesaggistici.”

C) PERCORSO PAESAGGIO. Architetto Flavio Trinca

“Il territorio italiano è caratterizzato dal susseguirsi, senza apparente soluzione di continuità, di paesaggi tra loro estremamente diversificati, frutto della millenaria interazione dell’uomo con l’ambiente che lo ospita. La fortunata combinazione tra attività antropica – stratificatasi nel corso dei millenni – con le diverse peculiarità naturali ed ambientali della nostra penisola, ha dato luogo al concetto stesso di paesaggio, almeno nella sua accezione più tradizionale.

In un periodo storico in cui il tema del paesaggio – perlopiù nella sua accezione ecologica ed ambientale – ricorre sempre più spesso nel dibattito architettonico, riacquisire al paesaggio anche le istanze sociali di identità e coesione può contribuire a (ri)fondare una moderna consapevolezza del progetto di paesaggio quale strumento contemporaneo di (possibile) sviluppo, applicando prassi e procedure vigenti, ma anche prospettando ipotesi di adeguamento del quadro normativo vigente.

È assai probabile ed auspicabile che nell’attuale frangente, le risorse vengano finalizzate verso interventi di riqualificazione, piuttosto che di consumo: il tema della rigenerazione degli ambiti urbani, periurbani e territoriali rappresenterà il leitmotiv degli interventi futuri su cui l’intervento pubblico si indirizzerà, anche per cercare di fornire risposte alle troppe domande rimaste inevase, soprattutto nel nostro paese, negli ultimi decenni.

Infatti, già la Commissione europea (“European Green Deal” dell’11 dicembre 2019 ed il “Sustainable Europe Investment Plan” del 14 gennaio 2020) e il Governo italiano (Legge di Bilancio 2020 il c.d. Decreto Clima) hanno stabilito che il Green Deal sarà un pilastro decisivo per una nuova crescita economica, promuovendo azioni atte a migliorare concretamente l’Ecosistema ed il Paesaggio entro cui viviamo, i loro servizi, e quindi la nostra stessa vita.

Pertanto, gli interventi di trasformazione del territorio in termini di salvaguardia e rigenerazione faranno assumere alla progettazione del paesaggio, per la sua valenza interdisciplinare e multiscalare, un valore centrale nelle proposte di riconfigurazione dell’ambiente e degli spazi di vita che dovremo consegnare alle prossime generazioni, anche alla luce delle deficienze che l’attuale situazione emergenziale ha reso drammaticamente evidenti.”

D – PERCORSO CONSERVAZIONE. Architetto Barbara Tetti

“Il percorso propone una serie di attività utili e necessarie a mettere in valore il ruolo della figura dell’architetto, potenziandone le competenze nei processi di conservazione e trasformazione del territorio, dei centri urbani e delle architetture, considerando le attuali contingenze che richiedono specifiche competenze dottrinarie e tecniche aggiornate, a fronte di importanti investimenti nel campo della cultura e dell’edilizia.

Il programma si articola in una serie di azioni volte a valorizzare, aggiornare e approfondire tematiche relative all’intervento sul patrimonio esistente. In particolare, si intende agire nell’ambito della pratica della conservazione del territorio, dei centri urbani e delle architetture in tutte le sue articolazioni e scale di progetto, con lo scopo di promuovere interventi di qualità, consapevoli dei valori del patrimonio comune e degli strumenti operativi più efficaci.

Con lo scopo di ampliare, aggiornare e potenziare le competenze specialistiche nel campo degli interventi sulla preesistenza, il programma promuove un percorso di formazione da svolgere mediante cicli di incontri, seminari, workshop ed esperienze di condivisione, che include tematiche legate agli approcci critici, alle procedure amministrative, al confronto sugli esiti di recenti realizzazioni.

In particolare, per la formazione e l’aggiornamento riguardo l’iter procedurale – sia in ambito privato sia pubblico – si prevedono specifici affondi riguardanti il quadro normativo, delle competenze tecniche specifiche nel settore del patrimonio, del ruolo specialistico dei progettisti in ambiti urbani e paesaggistici di particolare valore.

Inoltre, nell’ambito della relazione con l’amministrazione pubblica, trovano ragione specifici contributi di approfondimento e di aggiornamento riguardanti gli appalti pubblici con riferimento alle varie competenze e responsabilità della tutela monumentale e paesaggistica, con lo scopo di migliorare la gestione ordinaria della professione e di rendere più efficace ed efficiente la comunicazione con gli enti preposti alla tutela e alla supervisione del patrimonio costruito. Nondimeno si intende porre l’attenzione sull’adeguamento normativo nel settore dei beni culturali nell’accezione più ampia e dei lavori pubblici.”

Roberta Bocca (a cura di)

Consigliere Ordine degli Architetti P.P.C. di Roma e provincia

Delegata Formazione OAR e Coordinatrice Comitato Tecnico Formazione OAR

Referente Percorso formativo OAR, Sicurezza e Accessibilità

Coordinatrice Commissione Parità di Genere

Coordinatrice Commissione PLANS – Portiamo L’Architettura Nelle Scuole

Nell’immagine di copertina: Raffaello Sanzio, La Scuola di Atene, 1510 – Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Stanza della Segnatura.

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